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Un blog creato da avamposticulturali1 il 13/03/2007

Contro la Chiesa2

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Il Partito pedofilo olandese e Bagnasco.

Post n°3 pubblicato il 29 Maggio 2007 da avamposticulturali1
 

 

Riporto, senza averne verificato la veridicità, la dichiarazione che ha generato la minacce a Mons. Bagnasco presidente della CEI:

“Quando si perde la concezione corretta autotrascendente della persona umana, non vi è più un criterio per valutare il bene e il male. Quando il criterio dominante è l’opinione pubblica o le maggioranze vestite di democrazia - che possono diventare antidemocratiche o violente - allora è difficile dire dei ‘no’.”
Allora “perché dire no a varie forme di convivenza stabile giuridicamente, di diritto pubblico, riconosciute e quindi creare figure alternative alla famiglia?”, si domanda il prelato riferendosi ai Dico.
“Perché dire di no all’incesto, come in Inghilterra dove un fratello e sorella hanno figli, vivono insieme e si vogliono bene? Perché dire di no al partito dei pedofili in Olanda se ci sono due libertà che si incontrano? Bisogna avere in mente queste aberrazioni secondo il senso comune e che sono già presenti almeno come germogli iniziali”.
“Oggi ci scandalizziamo”, ha concluso il presidente della Cei, “ma se viene a cadere il criterio dell’etica che riguarda la natura umana, che è anzitutto un dato di natura e non di cultura, è difficile dire no. Se il criterio sommo del bene e del male è la libertà di ciascuno, come autodeterminazione, come scelta, allora se uno, due o più sono consenzienti, fanno quello che vogliono perché non esiste più un criterio oggettivo sul piano morale e questo criterio riguarda non più l’uomo nella sua libertà di scelta, ma nel suo dato di natura”.

“La Chiesa - ha detto l’arcivescovo di Genova - ha il dovere di ricordare all’uomo che è un essere pensante in grado di distinguere tra il bene e il male. Ecco perché la nota sui Dico, ecco perché l’affermazione, contro l’opinione pubblica, di maggioranze vestite di democrazia e disegni di legge che vorrebbero creare un soggetto di diritto pubblico alternativo alla famiglia fondata sul matrimonio, l’unicità dell’uomo come essere capace di un uso retto della ragione”.
“Vi è necessità di porre dei paletti a una società che sta andando alla deriva. Oggi comunicare i valori dell’uomo e della fede non è facile perché in queste epoca ci si deve scontrare con molti altri modi di pensare. La nota sui Dico è un esempio di impegno col quale noi vescovi ci siamo cimentati, con molta coralità, e a mio parere è un buon risultato. E’ un buon esempio di come oggi la comunicazione debba tener conto delle ragioni antropologiche. Non solo di quelle della fede, ma di quelle che derivano dal retto uso della ragione per non cadere nella facilissima accusa che i cattolici vogliono imporre le proprie convinzioni al popolo in un contesto di chiaro pluralismo e frammentazione culturale”.

Perché Mons. Bagnasco quando parla del Partito pedofilo in Olanda, della legalizzazione dell’incesto viene minacciato di morte. Dove erano gli illuminati italiani, che oggi lo contestano aspramente, quando nasceva il citato partito in Olanda? I radicali non né riportano traccia nel loro sito preferiscono parlare delle responsabilità pedofile del Vaticano. Aldo Busi,  candidato nelle liste radicali, scrive: “E’ probabile che nella mia omosessualità ci sia una forma di attrazione non verso i maschi, ma verso l’odio che mi suscitano tutti gli uomini, odio che il fare sesso con loro non fa che aumentare…”. Dopo di che spiega che l’età per rapporti omosessuali che lui ritiene lecita è a partire dai tredici anni, in quanto a questa età un ragazzo, secondo lui, sarebbe adulto, e libero di decidere di avere rapporti con un altro uomo (“Manuale per il perfetto papà”, Mondadori).

Perché?

 

 
 
 

A morte ....... (dicono)

Post n°2 pubblicato il 12 Aprile 2007 da avamposticulturali1
 

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Quest’articolo sarà forse l’ultimo sui “DICO”.

Spero che sia l’ultimo perché il confronto è diventato una lotta, uno scontro.

Uno scontro tra chi ubbidisce a fini nobili e chi li strumentalizza.

Una lotta tra chi sembra non voler capire quali siano i termini di un confronto e chi non li capisce.

Vorrei fare una sintesi delle posizioni che oggi si confrontano. Non citerò alcun documento, spero di essere fedele e chiaro nell’esposizione, poi mi auguro che chi leggerà dia un suo contributo.

Le varie posizioni sulle unioni civili e omosessuali sono sostanzialmente tre: I pacs, i dico e la cosiddetta via proposta dalla direttiva CEI.

  1. I sostenitori dei Pacs, sostengono che, le unioni di fatto e la coppie omosessuali, sono delle famiglie equivalenti alla famiglia convenzionale. Quindi riconoscimento ideologico e giuridico, identici diritti sia civili che assoluti. La legittimità dell'adozione. Sostanzialmente una legge che dichiari la legittimità etica di tali unioni e la loro equivalenza assoluta con la famiglia convenzionale. Questa ipotesi è stata adottata in Spagna.
  2. I sostenitori della linea cosiddetta della CEI, dichiarano che è giusto riconoscere taluni diritti privati alle unioni di fatto e omosessuali. Tale riconoscimento può essere attuato attraverso il diritto civile, utilizzando le leggi esistenti e apportando eventualmente alcune modifiche (sempre nel codice civile). I diritti su cui si punta l'attenzione sono quelli della successione ereditaria, nei contratti e la rappresentanza medica. La questione di scontro, sta nel fatto, che viene considerato gravemente dannoso il riconoscimento ideologico e giuridico alle unioni di fatto ed omosessuali. Per rendere chiaro questo concetto utilizzerò per analogia le legge sull’aborto: la normativa italiana ritiene l’aborto un reato, però in taluni casi lo depenalizza. Quindi ritiene ideologicamente e giuridicamente illecito l’aborto (è un reato), ma nei casi contenuti nella legge lo rende possibile depenalizzandolo.
  3. I “DICO”, ritengono di conciliare le due posizioni. Pur riconoscendo uno status giurino alle unioni di fatto e omosessuali gli riconoscono solo i diritti civili e personali.

L’altra questione che suscita attrito, è la posizione espressa dalla Chiesa, le posizioni sono sostanzialmente tre: Chi la crede illegittima, che legittima ma il credente non deve essere vincolato, chi la ritiene vincolante.

  1. I sostenitori dell’illegittimità dichiarano, che la Chiesa è uno stato estero che cerca di intromettersi in maniera teocratica nelle decisioni di uno stato sovrano. Si richiamano all’indipendenza dell’Italia, ritenendo che la religione non deve intromettersi con nessun mezzo nelle decisioni laiche dello stato.
  2. Altri dichiarano, che la Chiesa può dire quello che vuole, ma i parlamentari credenti, essendo vincolati dalla costituzione, devono rispondere a tutti i cittadini. L’ingerenza si ravvisa quando la Chiesa richiama alla coerenza col proprio credo.
  3. Chi ritiene vincolante la direttiva della Chiesa, sostiene che un parlamentare credente, ha l’obbligo morale di rispondere alla propria coscienza e quindi al proprio credo. Le leggi la costituzione non devono essere subite passivamente ma orientate attivamente. Chi elegge un parlamentare credente pretende che sia coerente col proprio credo.

Per quanto mi riguarda (l’ho gia detto), sono del parere che la legge italiana debba limitarsi a riconoscere i diritti privati alle unioni civili e omosessuali, che la Chiesa ha il diritto di diffondere il suo magistero e che i parlamentari credenti debbano rispondere alla propria coscienza e al proprio credo. Voglio solo sottolineare che la Chiesa non condanna mai l'individuo ma il suo comportamento. Se il parlamentare cattolico non dovesse seguire le indicazione della Chiesa è libero di farlo, sarà un problema della sua coscienza che dovrà discutere col proprio confessore.

Mi fa solo pensare il fatto che la stampa si accorge solo oggi di averla combinata grossa. Leggo oggi, che forse il clima di odio scaturisce dalla disinformazione da parte dei media, non mi piace dirlo "ma io l'avevo già detto". Quando c'era da lapidare la prostituta Gesù disse: "chi non ha peccato scagli la prima pietra", alcuni giornalisti oggi dicono: "non l'ho scagliata io la prima pietra" e si spolverano le mani per non essere scoperti.

In ogni caso mi picerebbe che leggeste anche tutto quello cho scritto sull'altro blog:

contro la Chiesa http://blog.libero.it/controchiesa

 
 
 

Omosessualità diversità o anomalia?

Post n°1 pubblicato il 14 Marzo 2007 da avamposticulturali1

Gli omosessuali sono diversi o rappresentano un’anomalia? Per la maggioranza degli studiosi, non si tratta di un’alterazione fisiologica né genetica. E’ uno stato mentale psicologico generato da diverse circostanze. Addirittura alcuni psicologi ritengono di curarla ma, nella realtà è difficilmente reversibile. Se si trattasse di diversità il diritto dovrebbe tutelare tutti i diritti civili del diverso senza distinzione di sesso.  Tutti i diritti quali il matrimonio e la possibilità  di adottare un bambino o quanto altro. Addirittura, alla stessa maniera delle donne, si dovrebbero adottare dei sistemi per garantirne la rappresentanza (analogamente alle quote rosa), la salvaguardia e l’armonico ampliamento (minoranze etniche e linguistiche).  Se si tratta di anomalia, e io la penso così, bisognerebbe non discriminare la persona, concedere i mezzi affinché, anche in presenza di un handicap, l’individuo possa realizzarsi al meglio.  Quindi concedere   i diritti individuali che a torto gli vengono negati senza legittimare la loro diversità.

Cercami:  http://blog.libero.it/controchiesa/  Scrivimi: avamposticulturali@libero.it

 

 

 
 
 
 

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