Contro la Chiesa2

A morte ....... (dicono)


Quest’articolo sarà forse l’ultimo sui “DICO”.Spero che sia l’ultimo perché il confronto è diventato una lotta, uno scontro.Uno scontro tra chi ubbidisce a fini nobili e chi li strumentalizza.Una lotta tra chi sembra non voler capire quali siano i termini di un confronto e chi non li capisce.Vorrei fare una sintesi delle posizioni che oggi si confrontano. Non citerò alcun documento, spero di essere fedele e chiaro nell’esposizione, poi mi auguro che chi leggerà dia un suo contributo.Le varie posizioni sulle unioni civili e omosessuali sono sostanzialmente tre: I pacs, i dico e la cosiddetta via proposta dalla direttiva CEI.I sostenitori dei Pacs, sostengono che, le unioni di fatto e la coppie omosessuali, sono delle famiglie equivalenti alla famiglia convenzionale. Quindi riconoscimento ideologico e giuridico, identici diritti sia civili che assoluti. La legittimità dell'adozione. Sostanzialmente una legge che dichiari la legittimità etica di tali unioni e la loro equivalenza assoluta con la famiglia convenzionale. Questa ipotesi è stata adottata in Spagna.I sostenitori della linea cosiddetta della CEI, dichiarano che è giusto riconoscere taluni diritti privati alle unioni di fatto e omosessuali. Tale riconoscimento può essere attuato attraverso il diritto civile, utilizzando le leggi esistenti e apportando eventualmente alcune modifiche (sempre nel codice civile). I diritti su cui si punta l'attenzione sono quelli della successione ereditaria, nei contratti e la rappresentanza medica. La questione di scontro, sta nel fatto, che viene considerato gravemente dannoso il riconoscimento ideologico e giuridico alle unioni di fatto ed omosessuali. Per rendere chiaro questo concetto utilizzerò per analogia le legge sull’aborto: la normativa italiana ritiene l’aborto un reato, però in taluni casi lo depenalizza. Quindi ritiene ideologicamente e giuridicamente illecito l’aborto (è un reato), ma nei casi contenuti nella legge lo rende possibile depenalizzandolo.I “DICO”, ritengono di conciliare le due posizioni. Pur riconoscendo uno status giurino alle unioni di fatto e omosessuali gli riconoscono solo i diritti civili e personali. L’altra questione che suscita attrito, è la posizione espressa dalla Chiesa, le posizioni sono sostanzialmente tre: Chi la crede illegittima, che legittima ma il credente non deve essere vincolato, chi la ritiene vincolante. I sostenitori dell’illegittimità dichiarano, che la Chiesa è uno stato estero che cerca di intromettersi in maniera teocratica nelle decisioni di uno stato sovrano. Si richiamano all’indipendenza dell’Italia, ritenendo che la religione non deve intromettersi con nessun mezzo nelle decisioni laiche dello stato.Altri dichiarano, che la Chiesa può dire quello che vuole, ma i parlamentari credenti, essendo vincolati dalla costituzione, devono rispondere a tutti i cittadini. L’ingerenza si ravvisa quando la Chiesa richiama alla coerenza col proprio credo.Chi ritiene vincolante la direttiva della Chiesa, sostiene che un parlamentare credente, ha l’obbligo morale di rispondere alla propria coscienza e quindi al proprio credo. Le leggi la costituzione non devono essere subite passivamente ma orientate attivamente. Chi elegge un parlamentare credente pretende che sia coerente col proprio credo. Per quanto mi riguarda (l’ho gia detto), sono del parere che la legge italiana debba limitarsi a riconoscere i diritti privati alle unioni civili e omosessuali, che la Chiesa ha il diritto di diffondere il suo magistero e che i parlamentari credenti debbano rispondere alla propria coscienza e al proprio credo. Voglio solo sottolineare che la Chiesa non condanna mai l'individuo ma il suo comportamento. Se il parlamentare cattolico non dovesse seguire le indicazione della Chiesa è libero di farlo, sarà un problema della sua coscienza che dovrà discutere col proprio confessore.Mi fa solo pensare il fatto che la stampa si accorge solo oggi di averla combinata grossa. Leggo oggi, che forse il clima di odio scaturisce dalla disinformazione da parte dei media, non mi piace dirlo "ma io l'avevo già detto". Quando c'era da lapidare la prostituta Gesù disse: "chi non ha peccato scagli la prima pietra", alcuni giornalisti oggi dicono: "non l'ho scagliata io la prima pietra" e si spolverano le mani per non essere scoperti.In ogni caso mi picerebbe che leggeste anche tutto quello cho scritto sull'altro blog:contro la Chiesa http://blog.libero.it/controchiesa