EukleidaS

Verso una teoria del...disordine


Stamattina mi sono svegliato nel caos più totale. No, non mi avevano rapito nel sono. Ero proprio nella mia stanza, e c'era anche il caos. E l'ho fatto io! Come sempre d'altronde.Osservando ho notato però che il mio è un caos ordinato. Sì, lo so che dicono tutti così, ma è vero. Nella mia stanza funziona così: le cose migrano da un posto all'altro per circa una settimana fino a trovare pace più o meno definitiva. Mi spiego meglio: le cose che entrano nella stanza finiscono inevitabilmente sul letto o sulla scrivania (stadio 1), dove giacciono indefinitamente finchè non mi servono il letto o la scrivania. Da lì poi passano gereralmente a formare mucchi ordinati (non ridete, è vero) sul pavimento (stadio 2), da dove è facile prendere le cose e controllarle perchè ti stanno tutte belle parate davanti. Il guaio è che il mercoledì è giorno di pulizie, e il pavimento va sgombrato! Ecco che "le cose" si preparano ad una nuova migrazione: impilate sul cassettone o sulla stampante (stadio 3). Lì decantano per qualche tempo, almeno quelle cose che sopravvivono al principio della selezione naturale e riescono a non essere buttate o usate come carta da appunti e ricominciare il ciclo. Quelle cose che sopravvivono, dicevo, forse (e dico forse) vengono sistemate al loro posto provvisorio (stadio 4) o definitivo (stadio 5). In realtà, a dire il vero, nessun posto è definitivo, considerato che fra un mese dovrò impacchettare tutto quanto (stadio 6) e trasferirlo a Palermo (dove dovrà essere messo nella mia stanza e ricominciare il ciclo) o sempre qui ma nella stanza che avrò l'anno prossimo (e quindi ricominciare il ciclo da capo).Domanda finale: ma perchè continuo a tentare di mettere ordine?