Cuore e regole

Pesare e soppesare cercando risposte


°°° Rileggendo vecchie lettere  Ho trovato una vecchia lettera che scrissi a mo' di relazione nel settembre 1995. Era la relazione che feci al mio Maestro di formazione dove spiegavo quello che stavo vivendo e nella quale chiesi un anno di riflessione, si, già allora. E'incredibile quanto poco abbia fatto in questi dieci anni. Come non si fugge da se stessi e dalle cose che vanno affrontate. Chiesi di poter lavorare, era il desiderio di sperimentare la vita "normale." Era un modo per mettermi in azione senza stare solo a pensare in astratto. Lavorai per sei mesi al Cottolengo di Firenze. Fu un esperienza molto bella.Mi vedevo ogni tanto con la ragazza che amavo e alla quale non dissi mai ciò che provavo; cosa avrei potuto dirle, che non so che fare? Solo qualche mese fa le ho confidato cosa sentivo per lei. "Noi ci stupimmo molto per il fatto che decidesti di continuare." Già, anch'io mi stupisco come allora ebbi tutto davanti agli occhi e non ebbi la capacità di capirlo. Se le avessi detto allora quello che sentivo? Avrei perso un amica? Era veramente questo quello che temevo? Avevo paura di farle del male? Glielo avrei fatto? Avevo paura che lei mi dicesse che sente qualcosa per me, e quindi...? Oramai sono domande inutili. Andavo da un frate che mi faceva da guida spirituale ma non mi aiutò granché o forse ero io che non sapevo farmi aiutare. (Ora è sposato con due figli, ma questo non c'entra.) Pregavo e studiavo.Rileggendo la lettera mi ritrovo con gli stessi dubbi d'allora, la ricerca di una risposta,  ma non ce ne sono. Dio non mi ha mai parlato. Tantomeno ora. Mi sono successe cose, ho vissuto esperienze. Iniziai a "leggere" i fatti che mi accadevano, li interpretavo, trovavo nessi e significati. Divenni molto bravo a fare interpretazioni e commenti plausibili.  Ma alla fine non facevano che riflettere le mie attese, fornivano alibi alle mie paure... Insomma tutti questi "segni" non facevano che parlarmi di me, ma io non lo sapevo. Dio non ci dice cosa dobbiamo fare. Siamo noi che scegliamo. Bisogna assumersi la responsabilità della propria vita, delle scelte. Portarle avanti da soli, per noi stessi... fino a quando non si rivelano per quello che sono o fino a quando noi non lo vogliamo più.  Certo, nessuno è legato a me, posso farlo con libertà. Nessuno piangerà. Forse alla fine le risposte provengono dal fatto che il tempo, le esperienze vissute hanno plasmato il cuore, forse è quella la risposta che Dio da... e se invece fosse solo vita?