Cuore e regole

Pensieri, ma non tanto belli


°°° Se una lumaca ti fa visitaGià da tre giorni di fila riesco a collegarmi ad internet; da non crederci! Sono più rilassato ora che per ben due giorni sto con delle persone: la mamma, il babbo ed il fratello. Quando sto con qualcuno, mi succede sempre. Non posso credere quanta tensione mi porto addosso quando sono solo, perché sono diventato così dipendente dagli altri? Lo sono sempre stato?Come mai sono diventato così vulnerabile. Dio mio, non mi sopporto più, non credevo di diventare così. Sono come un'ipersensibile sensore d'allarme . All'inizio uno pensa : Forte! Una cosa sensibilissima e sofisticata. Ma se per ogni mosca che vola quel sensore fa scattare l'allarme beh... è un grade rompi! Devo tarare il mio sensore, renderlo meno sensibile, ma come fare! Come fare a non notare le cose, le vicende, come fare a non entrare dentro di se quando il silenzio e la solitudine ti circondano? "Sei solo con te stesso e ti parli!" Quando mi fermo ed entro dentro me stesso e comincio a visitare l'esposizione di sentimenti ed eventi, tra bisogni e realtà ecco che improvvisa esce la tristezza lenta e viscida come una lumaca richiamata dalla pioggia che lascia ovunque l' irrispettoso segno della sua visita. Dovrei trovare un modo per assentarmi da me stesso, starmene fuori, non pensare. Fuggire da quello che è stato sempre un rifugio, una sicurezza: la mente, il pensiero, la spiritualità, l'interiorità. Fuggo perché non credo più, fuggo perché mi sono perso dentro i meandri delle idee e dei pensieri e non mi sono fatto del bene, fuggo perché le parole ed i concetti hanno celato la verità. Comincio a capire perché certe persone abbiamo bisogno di fuggire da se, dai propri pensieri dalla propria mente e dal cuore, perché cercano di stordirsi con ogni mezzo e si affidano al  bere, a sostanze alienanti oppure si drogano con ciò che  è socialmente più accettabile: il lavoro, il divertimento forzato... Tutto ciò che può illuderci di potersene stare fuori dalla vita. A volte quello che più o meno consapevolmente abbiamo prodotto dentro di noi diventa insostenibile ed insopportabile. Lo stordimento diventa un modo per far stillare piano piano la morte che fa ancora troppa paura. Fino a quando la deriva dell'esistenza diventa tale da far apparire la fine come una cosa desiderabile  e l'unica possibile via di uscita. Perché fuggire assentarsi dalla propria vita significa morire, dare le chiavi alla morte. Per vivere è necessaria energia, per sostenersi in vita è necessario l'impegno, la volontà, l'esistere è sempre azione. Quando questa forza viene meno tutto comincia a indietreggiare, fessurarsi, crollare e la luce che consumava viene vinta dalla passività della tenebra. Tutto finisce. Ma se ti rendi conto di tutto questo la morte ti può rendere libero, non hai più nulla da perdere ed ongi cosa ti viene regalata e una volta toccato il fondo non si può che risalire, poi anche riscoprire la leggerezza del vivere e rinascere a una vita nuova. Apri il pugno e la piuma che tenevi stretta potrebbe ricominciare a volteggiare tra le mani di Zefiro.