Cuore e regole

L'ultima uscita


°°°situazioni di vita e appunti sul guardarobaEra da tanto che non partecipavo ad un matrimonio. Di solito li vivevo da un lato diverso, ieri invece ero li (all’apparenza) come semplice invitato. Non volevo andarci, mi pesava e trovavo ogni scusa dentro di me per non esserci. Una era che non sapevo come vestirmi. Non ho un vestito da festa. Forse non si pensa al fatto che un frate che esce dal convento deve rifarsi il guardaroba. L’abito religioso risolveva un sacco di problemi. Sotto il saio si poteva portare un po’ di tutto, roba vecchia, rattoppata ecc. Comunque un abito religioso costa quanto un vestito firmato. È vero che molto spesso si riciclano quelli dei frati defunti o di chi, come me, li ha lasciato nell’armadio. (Ricordo quella mattina e quel gesto simbolico.) Se poi si considera che il sandalo più usato era quello della Birkenstock … beh, cara la mia povertà! Il marrone era  un colore che odiavo. Marrone, sempre vestiti marroni, mi si regalava roba color grigio, nero, blu scuro… Avrei avuto una gran voglia di vestirmi di rosso, giallo, verde, azzurro… mi viene spesso voglia di ricoprirmi di colori. Il rosso mi sta bene, ricordo le donne in chiesa che mi facevano sempre i complimenti quando vestivo il rosso per la messa. Hahaha! Prima o poi troverò dei jeans rossi così come li penso io. Purtroppo non posso sbizzarrirmi troppo con i colori ed i vestiti. Se uno è alto ed ha dei lineamenti molto maschili (quelle particolari spigolosità tanto sexy alle donne) può permettersi di giocare con le fogge dei vestiti, con i colori, con i capelli, io ritengo di dover seguire qualche regola in più… sigh! Almeno non sono più rotondetto come lo ero da frate. Diciamo che tutto quello che ho passato mi ha aiutato a conquistarmi una linea che prima non avevo… anche perché in certi momenti non è che si è molto di appetito. Nei mesi a cavallo tra la mia vecchia e nuova vita persi 15 chili e anche per questo mi trovai a rifarmi un guardaroba. Ora devo cercare di mantenerla per motivi economici. Ah, il matrimonio… dunque, una cosa molto bella! Semplice e chic. Villa dei genitori, cena a bordo piscina immersa nell’enorme parco, musiche composte per l’occasione dai colleghi musicisti di Milano, Philadelphia e New York. Una festa bellissima per tutti. Viva gli sposi! Ecco la scena in chiesa che sintetizza il motivo perché avrei voluto prenderli a schiaffi. Durante la celebrazione lo sposo era rivolto ed inclinato verso di lei, la guardava e cercava il suo sguardo. Quella persona, il suo sposo desiderava in tutti i modi coinvolgerla in quel momento cosi grande e magico, voleva renderla complice di quel sentimento che pubblicamente esprimevano. Raramente incontrava il suo sguardo sempre rivolto dalla parte opposta, lei ogni tanto gli rivolgeva un assente sorriso, gli concedeva la mano passivamente e lui la traeva a se e la stringeva. C’è stato un momento nel quale lei è fuggita con lo sguardo forse perché non riusciva a corrispondere con la stessa intensità. Per lui è stato come una pugnalata e da quel momento su di lui è sceso un velo di tristezza. Li guardavo con rabbia e dolore. Povero sposo solitario. Dopo l’ho abbracciata con affetto, “che bella che sei! Che serata meravigliosa!” non sapevo cosa augurarle e lei sapeva bene il perché. Io ho avuto la fortuna di passare una piacevole serata chiacchierando e scherzando con la vicina di tavola newyoskese mezza brilla che ad un certo momento sembrava avere particolari intenzioni…  non m’interessava, non ci sapevo fare? Boh! È gia la seconda volta che mi capita negli ultimi giorni… Al concerto una mi dice all’orecchio: “Mi fai fare un giro dopo?” “Certo!” e lei: “Grazie!” Mezzo concerto a pensare cosa vorrà, cosa fare! La codardia e la saggezza, la virtù e l’imperizia combaciano… vorresti convincerti di una cosa ma sospetti di essere un'altra.