Cuore e regole

Nodi


°°° continuare a vivereQuando la mia ex ragazza mi contattò, in lacrime e nella disperazione, oramai più di due mesi fa ne fui felice. Ne fui quasi lusingato. Alleluia! aveva bisogno di me!Ero disposto ad addossarmi la sua vita, il suo terribile carattere. Avrei finalmente potuto dimostrarle quanto l'amavo. Forse sarei riuscito a mostrarle il mio vero valore a lei che mi disprezzava perché non ho una casa di proprietà, perché non sono un bancario, perché non posso impormi con la mia posizione economica... perché per ora non la facevo mangiare con le fottutissime forchette d'argento. Sacrificandomi per lei avrebbe capito dove guardare per capire chi ero. Non mi avrebbe disprezzato per la mia diponibilità ad aiutare il prossimo, perché facevo "il missionario", come diceva lei. Forse volevo fare un miracolo con lei. Sapevo che lei non mi avrebbe mai reso felice, non è mai stata capace di farlo nemmeno con se stessa. Raramente mi ha fatto sorridere. Lei non mi era amica. Avrei voluto spendermi per lei. Non importa se il figlio non sarebbe stato mio. Non importa se per parlare con lei avrei dovuto sempre scegliere parole semplici, univoche, evitare metafore e allegorie per essere sicuro che lei mi capisse. Le avevo fatto un dono: me stesso, e lei per forza doveva tenermi con se. Forse volevo salvarla. Forse lei era la mia missione ed io non sopportavo di fallire. Forse in tutto ciò non c'era amore ma orgoglio, non riuscire ad accettare di essere stato rifiutato, rifiutato senza essere riuscito ad esprimermi, senza averle fatto vedere com'ero. Volevo aiutarla per ottenere finalmente, dal suo cuore, udienza. L'ho aspettata...Alla fine mi ha telefonato dalla Francia: "Voglio andarmene via, mi trasferirò a Viareggio, staremo insieme" "No, G. non posso più farlo, non sono più libero, un mese fa l'avrei fatto ma ora non posso più." Silenzio. Sarebbe stata una bellissima rivincita. Quella mattina nella quale doveva abortire, accompagnata senza tatto dal padre del bambino,un estraneo! in una città straniera, senza soldi senzaparlare la lingua, senza casa a Milano dove tornare, senza più lavoro, senza poter tornare a casa ... senza niente e nessuno, completamente sola con l'orribile macchia di aver ucciso suo figlio... quella mattina non ebbi un minimo di soddisfazione, il giorno prima di ferragosto una donna sola in una piazza di Tolosa tremava di freddo. Non c'era niente che mi desse soddisfazione. Sotto la doccia piansi a lungo.Presi il telefono e telefonai alla persona più vicina a me in questo momento, mi rispose la voce calda quella che mi ha dato la forza di superare un'insidia pericolosa, che mi avrebbe tolto il sorriso. Io non avevo motivo d'avere freddo. Si ho pianto, piangevo per lei, per la sua disavventura. Quella oramai non era più la mia storia.La mia storia aveva una nuova melodia.