Cuore e regole

Nodose soluzioni


°°°l'ennesima quadratura del cerchioVediamo di rispondere al commento di Lulla.1. il divorzio o una separazione di per se non è un peccato poiché una separazione, una mancata convivenza pur non essendo una situazione virtuosa non lede irreversibilmente il sacramento del matrimonio. Si spera sempre (e spesso inutilmente) che i due coniugi si possano riappacificare e riprendere la vita coniugale. Di per se questo è possibile. Sarebbe diverso se uno dei coniugi avesse compiuto degli atti contro la/il compagno allora è ovvio che egli è responsabile della separazione e non potrebbe semplicemente continuare a ricevere la comunione coe se nulla fosse. Queste situazioni vanno valutate caso per caso ...come sempre! Le regole sono valide sempre ma la vita ed il bene delle persone è superiore quindi il sacerdote dovrebbe farsi educatore e guida sempre a servizio della persona e non della regola. Però, ripeto, le regole ci sono.2. Quando ci si mette con un altra persona la situazione è diversa perché si compie un atto d'infedeltà verso il coniuge, visto che il vincolo sacramentale esiste anche se sono separati. Quindi non importa se la nuova relazione sia continuativa o meno importa il fatto che si ha avuto una relazione extraconiugale. Una relazione così, avere un'amante, si può avere anche se i due non sono separati. Infatti non c'è differenza. Tutto sta se quella persona è in grado di ritornare sui suoi passi o no. 3. La convivenza extraconiugale (sia prima del matrimonio che in seguito ad una separazione) aggiunge un altro elemento che è lo scandalo. Quindi un parroco/sacerdote può, anzi, deve negare la comunione quando la convivenza o la relazione è di dominio pubblico poiché dare la comunione vorrebbe dire approvare agli occhi dell'assemblea liturgica tale situazione. Per contro, se nessuno conosce questa situazione il fedele potrebbe fare la comunione, come accade spessissimo, d'altronde, ma questo è un atto arbitrario e di per se insensato. Chi è in peccato non è in comunione con Dio quindi chi la prende celebra una menzogna. Se non si approva ciò che la Chiesa dice non si può "rubare" ciò che la Chiesa fa.La questione non è tanto se una persona può fare o no la comunione ma se può ricevere l'assoluzione nella confessione. Per ricevere l'assoluzione è necessario il sincero pentimento e il dolore per il peccato ed è richiesta l'intenzione di non commettere più quel peccato e di riparare al danno come possibile.Il sesto comandamento "non commettere atti impuri" non è stato abolito anche se oramai tutti se ne infischiano allegramente, dovrà farlo Dio, eventualmente, e non la Chiesa che non ne ha potere e quindi non lo fa.PS Ci sarebbero delle distinzioni e delle precisazioni... ma se può bastare... mi fermerei