Cuore e regole

E Bibbia e Tradizione


°°° Cattolici e protestanti a confronto 3: fondamento della TradizioneSe un gruppo di persone dovesse descrivere un’esperienza che ha vissuto ognuno di loro direbbe cose autentiche e vere ma con sfaccettature diverse perché ognuno ha vissuto l’esperienza dalla propria angolatura. Questo significa che l'esperienza di un evento non può mai essere efficacemente trasmessa con le parole, solo chi l'ha vissuta è veramente capace di partecipare al gruppo e più che raccontare ciò che hanno vissuto si cerca di evocare e rivivere gli avvenimenti che li hanno coinvolto. Ci sono parole, gesti, codici simbolici che solo chi era presente comprende veramente. Prima che gli scritti del Nuovo Testamento fossero stesi il deposito della fede era costituito dalla memoria viva della comunità. La comunità che custodiva la memoria di Gesù era perseguitata dalle stesse persone e istituzioni che avevano fatto uccidere Gesù, quel Gesù che essi hanno conosciuto, ascoltato, toccato, con il quale hanno mangiato, quel Gesù che è stato ucciso e alcune delle persone che essi avevano davanti avevano visto quel Gesù di nuovo vivo e poi lo avevano visto salire in cielo. Quel Gesù è il Signore (Hristòs Kyrios!). Egli che era figlio di Maria e fratello di tutti loro è vivo e presente alla destra del Padre. Lo Spirito che aveva promesso era disceso veramente e li aveva trasformati profondamente… se lo ricordavano bene, erano in tanti!   Gli apostoli e la prima comunità di Gerusalemme avevano condiviso un’esperienza che li aveva coinvolto totalmente e aveva sconvolto le loro esistenze. Quello che loro avevano vissuto era talmente forte e vivo che per i primi decenni queste persone non sentirono nemmeno il bisogno di “fermarla” con uno scritto. A forza di raccontare, di predicare e celebrare l’evento Gesù le memorie su Gesù si sono strutturate, standardizzate, sono state messe entro schemi memotecnici e sono state operate sintesi funzionali alla comunicazione. Le due citazioni che ho portato nel post precedente (1Gv 1, 1-4 e Gv 20, 30-31) fanno capire come la Scrittura sia frutto di una serie di scelte. Nella Scrittura non è stata riportata ogni informazione disponibile ma solo ciò che era funzionale ad una conoscenza e ad un annuncio di fede. Comunicare l'evento all'esterno, cioè a chi non l'ha vissuto è un esigenza del gruppo stesso ma esiste anche un'altra esigenza forse molto più forte, cioè quella di rivivere e rimettersi in contatto con gli avvenimenti che hanno generato la comunità. Dove possiamo trovare quindi quella parte fondamentale della memoria della comunità che ha la funzione di rivivere e mettere a contatto i membri della comunità con l'evento sorgivo? Continua nel prossimo post