Cuore e regole

Symballo


°°° Protestanti e cattolici a confronto... sembrerà stranoQuante parole servono per descrivere un gesto? Quante parole servono a dire tutto ciò che un bacio riesce a dire? Parole superflue che nulla aggiungono a ciò che è detto. Questo vale anche per un’immagine o una qualsiasi altra cosa che per noi non è banale o neutra.  Tutto ciò che possiede un contenuto implicito diventa un simbolo. Un vino diventa simbolo di un territorio perché esso non è banale succo d’uva fermentata ma in se quel vino rappresenta il lavoro, l’arte di chi lo produce, la storia, la stagione. Egli contiene profumi e colori che noi interpretiamo come appartenenti a un paesaggio, agli odori del suolo, delle piante circostanti. Quel vino contiene in se molti messaggi e siamo noi a poterli leggere, interpretare, descrivere a seconda del tempo e di ciò che abbiamo passato in quella regione e la qualità del legame che abbiamo con essa. Non c'è comunicazione più perfetta di quella che usa il simbolo. Il simbolo è la sintesi di tanti elementi diversi sia razionali che non. Il simbolo possiede un contenuto intrinseco che va oltre le parole necessarie a descriverlo. Il simbolo è capace di  trasmettere concetti ma va anche oltre perché è in grado di accendere emozioni  esso è un linguaggio emotivo. Un sapore ci può mettere in comunicazione con fatti che abbiamo vissuto. I fichi secchi accompagnati da un bicchierino di grappa mi hanno fatto ricordare mio nonno e nessuna altra cosa me lo fa ricordare così vivamente. I fichi secchi che chiunque mangia senza pensare per me sono diventati portatori di un ricordo a me caro, sono diventati il linguaggio della memoria e non un semplice alimento. Anche altri sapori e odori in questi giorni di feste penso abbiano risvegliato in noi ricordi cari oppure ci hanno deluso proprio perché non ci hanno messo in contatto con niente di tutto ciò che speravamo. Quanti pensieri sono riemersi in me questi giorni mentre visitavo chiese profumate d'incenso, profumo denso di significati per i quali è impossibile cercare parole. Portare al naso il profumo dell'incenso vuol dire ripercorrere con la mente episodi, eventi che solo io conosco ma com'è per me così anche per altri questo profumo ha altri significati. Un unica sostanza odorosa si carica di significati che coincidono, si contraddicono e completano. Il profumo dell'incenso diventa linguaggio che accende emozioni e parole nascoste nel nostro intimo.  Quando nel post precedente ho parlato della bambina che affermava che Dio non legge ne scrive ma con le sue mani crea io sono rimasto colpito dal fatto che in fondo non sono le parole, soprattutto quelle scritte, scarne, povere senza intonazione, senza il volto espressivo di chi le pronuncia, senza inflessioni, non sono quelle parole a rappresentare la perfezione della comunicazione di Dio.