Cuore e regole

Synballo 2


                                    °°° La mentalità del cristianesimo tradizionaleIl linguaggio della spiritualità predilige il simbolo così come lo fa la liturgia che è eminentemente simbolica. Sia la spiritualità che la liturgia lasciano il mistero intatto perché queste riguardano l’ esperienza più che una comunicazione di concetti. La liturgia e la spiritualità sono un immergersi nel mistero più che enunciazione del mistero, per questo fanno uso di simboli. La spiritualità e la liturgia vogliono mettersi in contatto con il mistero, lo contemplano, si lasciano illuminare dalle mille sfaccettature che esso possiede e si nutrono del mistero. La teologia si preoccupa di descriverlo, di esplicitare i contenuti e questo è un'operazione che in parte aiuta a capire e penetrare il simbolo ma dall'altra parte la teologia lo tradisce perché gli pone limiti, la teologia offre delle chiavi di lettura univoche e gli toglie la sua componente emotiva. La spiritualità ama il simbolo perché nella vita interiore noi abbiamo bisogno di riferimenti che aiutino l’intuizione, nessuno può farci veramente da guida nel nostro mondo interiore. Tutti si limitano ad indicarci la soglia ma solo noi possiamo attraversarla. Certo, ci sono i riferimenti concettuali, razionali, morali ma come si svolge questo processo interiore, come si evolve alla fine può essere descritto solo attraverso metafore. La metafora è quella che comunica un "oltre", la metafora è quella che ci sprona a superare la soglia del razionale, della banale realtà e cerca di farci entrare nel processo dell'intuizione. Accettare la metafora vuol dire entrare nel mondo del non-verbale ossia in un mondo di simboli.Per es. come potremmo descrivere il progredire nella spiritualità: è un scendere nell'abisso oscuro accogliente e caldo del proprio cuore oppure è un salire ed un innalzarsi alla luce splendente della verità oppure è un cammino faticoso e insidioso sotto la nube splendida della presenza del Divino. Questi tre esempi mostrano un diverso linguaggio diverso che intende la medesima cosa.