ANGEL HEART

CINOFILI SI NASCE


Corretta gestione del cibo Non affronteremo l’argomento del cibo, inteso come alimento, per quello fatevi consigliare dal vostro veterinario di fiducia, ma del cibo come strumento per migliorare e rinforzare la posizione gerarchica, in seno al branco. Come gia ho accennato nel precedente capitolo, risulta indispensabile dar da mangiare al cane con giuste regole. Una delle principali è proprio quella esposta nel racconto ,e che potrebbe essere riassunta come segue ‘ Il cibo del capo non sì tocca ‘ Se stiamo consumando cibo, noi soltanto, abbiamo il diritto di mangiare,ed è nostro preciso dovere , non elargirne ai soggetti di rango inferiore, sino a quando non ci siamo saziati a sufficienza. Un diverso comportamento risulterebbe un imbroglio per il cane. Dovremo poi inserire una serie di regole anche nella somministrazione dei pasti, con una sequenza , che terrà conto degli esercizi di obbedienza appresi fino a quel momento dal cane,per questo motivo introdurremo le regole gradualmente. La sequenza corretta e completa, al momento del pasto è la seguente; Con la ciotola in mano,ci rechiamo nel solito posto, dove somministriamo i pasti, diamo il comando di seduto e di resta , appoggiamo la ciotola a terra, e dopo qualche secondo e gli concediamo di mangiare. Con questa procedura il cane apprende che il cibo non è gratuito , ma si conquista con una corretta risposta ai comandi, impartiti da un soggetto di rango superiore. Per questo motivo se desideriamo concedere al cane un boccone del nostro cibo, lo possiamo fare, solo dopo aver ottenuto una corretta risposta ad un semplice comando, ad esempio quello del seduto, ma, sempre lontano dai nostri pasti. La corretta gestione del territorio Della corretta gestione del letto e del divano ho gia parlato nel precedente capitolo,altre azioni ,però, portano allo stesso fraintendimento, ad esempio chi per primo oltrepassa la soglia della porta di casa,sia in entrata che in uscita ,è da considerarsi di rango superiore,per uscire ed entrare correttamente da casa ,dobbiamo dare il comando di seduto e di resta al cane ,oltrepassare la soglia per primi e richiamarlo. Altra accortezza è di non permettere al cane di utilizzare tutto il territorio di casa, sarà sufficiente impedirgli di entrare in una stanza,per ricordargli che solo noi ,in quanto leader,possiamo usufruire di tutto il territorio. Corretta gestione della punizione Premesso ,che la punizione, non è un buon metodo educativo,ci sono momenti dove è necessario utilizzarla, ma se vogliamo che risulti efficace,dovremo osservare alcune regole. Per prima cosa quando decidiamo di punire il cane possiamo farlo solo nel momento stesso in cui compie l’atto che si vuol punire. Immediatezza è la parola d’ordine per una punizione efficace. Iniziamo così a smontare alcuni luoghi comuni spesso citati da , presunti esperti, “Se quando torni a casa il cane ha sporcato,prendilo ed infilagli il naso in ciò che ha fatto,così capirà che non è da fare” Questo ‘consiglio’ ,che sicuramente molti di voi avranno ricevuto è all’opposto di ciò che bisogna realmente fare. Se non pigliate il cane sul fatto è assolutamente inutile intervenire con punizioni,non capirebbe il motivo per cui è stato punito. Per meglio comprendere il concetto descriverò in modo schematico un esempio di corretta punizione per dissuadere il cane dall’azione di rosicchiare una penna. Il cane sta rosicchiando la penna ,in quello stesso momento lo sgridiamo con un secco e perentorio NO, se la sola voce non è sufficiente,prendetelo per la pelle,nella parte posteriore del collo , sollevatelo leggermente da terra,e ripetete il NO. Non appena il cane sputa la penna, la punizione deve cessare, ed il vostro comportamento dovrà essere neutro ed indifferente. Se insistete con la punizione ‘non dovevi farlo, sei un brutto cane cattivo ,guai a te se ci riprovi’ecc. ecc. non capirà l’esatto motivo per cui è stato punito,ma probabilmente penserà; “Se rosicchio la penna mi puniscono, se smetto di rosicchiarla mi puniscono, ma!!!! che incomprensibili esseri che sono sti umani” Cerchiamo di migliorare il nostro modo di comunicare e vedrete che il rapporto con il vostro cane migliorerà tantissimo. Potreste pensare che, se il tutto si riduce a queste due regole, è un giochetto gestire correttamente la punizione. In realtà è in effetti abbastanza semplice, basta applicare correttamente le regole, alcune cose però ci complicano un tantino la vita. La prima ,il cane apprende per condizionamento,cioè dovremo ripetere quella determinata azione più volte,prima che il cane la comprenda e la utilizzi appieno,si dice più volte, perché non abbiamo un numero di volte fisso per una determinata azione,dipende da svariati fattori,ma sappiamo che se azioni uguali fra di loro, sono ripetute più volte dal cane, scatta il condizionamento e quindi l’apprendimento . Non diamo l’appellativo di testone al nostro cane se non ha compreso una certa cosa, forse le ripetizioni sono insufficienti oppure il nostro modo di comunicare non è corretto. La seconda,analizziamo in modo preciso l’azione descritta in precedenza; Il cane sta rosicchiando la penna ,lo sgridiamo con un secco e perentorio NO, il cane sputa la penna ed il nostro comportamento sarà neutro ed indifferente. Dopo un certo numero di ripetizioni dell’azione descritta,il vostro cane avrà imparato che : ” I suoi leader non vogliono che rosicchi la penna ” ho sottolineato i suoi leader non vogliono perché ha capito esattamente questo, quindi quando i suoi leader non ci sono ,lui, si sente autorizzato a rosicchiare la penna, voi tornate , la molla, non sta facendo il furbo o il dispettoso, ma semplicemente obbedisce a ciò che gli è stato insegnato ” I suoi leader non vogliono che rosicchi la penna ” Quindi ,se la punizione arriva da un preciso ed identificabile soggetto, il cane apprende che ,quel determinato soggetto, non vuole che lui faccia… ,e non porterà a totale estinzione il comportamento indesiderato. Perché questo accada dovremo intervenire con una punizione che può essere definita remota, e non collegabile ad un preciso soggetto che la infligge. Facciamo un esempio,sappiamo che il cane rosicchia volentieri la nostra, solita ,povera, penna,ed allora con feroce premeditazione, la cospargiamo di un liquido repellente, in commercio ne esistono di vari tipi, fate attenzione non tutti sono efficaci, e lasciatela in bella mostra. Il cane vivrà , l’azione, nel seguente modo: ” Ecco la mia penna preferita,controlliamo se nei paraggi si aggira quel tipo che ogni volta mi sgrida,ok tutto tranquillo ,ora mi faccio una bella rosicchiata, ptuuu!!!! mamma mia che schifo……….mmmmm riproviamo, ptuuu!!!! e si è proprio vero non fanno più le penne di una volta , sarà meglio smettere di rosicchiarle”. Probabilmente non è proprio quello che il cane pensa, ma sicuramente il risultato sarà quello, ed il cane non rosicchierà più le penne. Questo, è,ovviamente solo un esempio di come applicare la punizione remota, ma con un pò di fantasia e di cvorretta tecnica potremo utilizzarla in tantissime occasioni,e per aiutarvi vi farò altri esempi. - Il cane è in cortile e abbaia per attirare la nostra attenzione. Se usciamo e lo sgridiamo, un pò d’attenzione ,comunque, gli è concessa,ed infatti smette solo per pochi minuti poi ricomincia ad abbaiare. Se invece di uscire a sgridarlo, senza farvi vedere, gli tirate un palloncino pieno d’acqua, il classico gavettone,proporzionato alle sue dimensioni ,non dobbiamo annegarlo,vi garantisco che dopo poche volte non abbaierà più. Il tutto funziona perché il cane mostrava un comportamento,abbaiare, per raggiungere uno scopo,attirare l’attenzione,ma, avendone raggiunto uno completamente differente,un bagno d’acqua, non ripeterà più quell’azione. - Il cane si precipita alla porta abbaiando e saltando ogni volta che suonano il campanello. Facendo finta di leggere o compiere normali faccende domestiche, ignoro il comportamento del cane e mentre continuo nella mia azione gli tiro un giornale o un’ altro oggetto, sia chiaro che l’azione deve sorprendere il cane e non provocargli dolore, andrò poi ad aprire la porta continuando ad ignorarlo ed invitando l’ospite a fare altrettanto , fino a quando il cane non si sarà calmato,solo in quel momento gli rivolgeremo attenzione e lodi. Tutto questo vi fa capire che è preferibile lavorare sullo stimolo che porta il cane ad esibire quel comportamento, se una certa azione non porta al successo sperato, cibo,attenzione o quant’altro, ma al fastidio di riviste che volano, acqua che cade dall’alto o all’essere ignorato, il cane non la ripeterà più.