LA FATA IGNORANTE

FROST

 Placebo, Song to say goodbye

Aggiusti il replay nel momento della partenza e sei sola a fare il salto, nessuno sa dirti se tornerai da dove parti e nemmeno se c'è un approdo. Tutti teorizzano un sicuro ritorno mentre tu riordini, o meglio, cerchi le migliori polaroid e ti accorgi che sei pigra pure in quel momento per ricordare, oltre ad una ridotta distanza di tempo, che cosa sono state le cose importanti, le persone importanti. Replay di nulla, cerchi i violini e l'organo, quelli ti piacciono, ma niente, non vengono nemmeno i Deep Purple a suonarti un intro, quella che ti immaginavi, quella su cui ti eri settata per sentirti diva sempre e comunque. Il replay se ne fotte di te e ti abbandona a tremori che cerchi di ignorare cercando solo quei pensieri sufficientemente pesanti da rimanere ancorati anche lassotto, dove i bocchettoni d'aria sono le finestre e l'unica cura consiste nell'eliminare accuratamente ogni traccia di vita batterica. Tu, ti accorgi che esisti perchè tremi ma non vivi, non puoi pensare perchè il pensiero non è di un corpo animale, che reagisce. La tua anima è un pò più in là a guardarti laggiù, senza fare nulla. Ti rendi conto della sua libertà e per tutta ripicca istintiva non piangi: vince ancora la carne, fa solo quel che serve. Trema. Provi ancora a frugare sul soffitto se ci è rimasto un residuo di pensiero, un odore, una qualsiasi maledettissima cosa che ti accenda o che ti spenga la mente. Tremi.