Creato da EasyTouch il 05/09/2008

LA FATA IGNORANTE

Per chi ignora, le colline sono sempre in fiore.

 

Messaggi di Ottobre 2023

TRACCE DI UN TESTO DI CUI VOGLIO LA MATERNITA' ASSOLUTA

Post n°1124 pubblicato il 23 Ottobre 2023 da EasyTouch

all I deeply desire is...

Just  flying on a flower

be and enjoy being my only owner

time doesn't anna catch

any sense, that goal is impossible to reach

 

But youtions

as we are alive and as long as we dare

time teaches us who we were and who we are

 

That's insane

T

 

 
 
 

Ritenzione e ritenere

Post n°1123 pubblicato il 21 Ottobre 2023 da EasyTouch

-Ritegno di aver fatto del mio meglio. 

-Invece guarda io le farei questo e anche quello e le risponderei fottiti e se potessi le strapperei dalla testa quei quattro capelli che ero costretta ad acconciarle

-Ritieni di essere nel giusto rispondendo così? Io ritengo che sembri un'isterica, rientrava nel suo potere parlare in quella maniera e farti sentire una shampista per di più sogghignando all'affacciarsi del pensiero che quella professione te l'eri scelta propio tu, abdicando a te stessa e all'intelligenza, ora degnamente e con immensa maestria rappresentata da lei

-Uhhh chiudi quella boccaccia, non sai nemmeno cosa io abbia sopportato per poter fare quel lavoro, non te lo permetto, trattengo ogni tua licenza di insinuare

- Ahahah ridicola, sei solo ridicola  ritengo che l'unica cosa che hai dimostrato è di essere una piccola e stupida persona che invece di ritenere ragionevolmente, trattiene. Ritengo tu sia visibilmente piena di rabbie di ogni tipo.

(...)

 
 
 

Allenamento quotidiano: distilliamo

Post n°1122 pubblicato il 20 Ottobre 2023 da EasyTouch

Mi sono ritrovata a girovagare per i blog e i profili, come si girovaga tra le tombe e si sussulta quando l'iscrizione riporta date pazzesche, tipo qualcuno nato e morto nello stesso giorno. E chi non si ritrova ogni tanto a farsi un giro al cimitero? Eppure il Monumentale ha il suo perchè, ti narra concretamente le divisioni in classi che hanno creato la società in cui viviamo adesso. La distribuzione dei posti è come per i concerti allo stadio: parterre i poveracci e chi arriva prima meglio alloggia, tribuna 1 i piccoli borghesi, la 2 la media borghesia, al riparo sotto il porticato, i nobili nelle nicchie rialzate o in stanze sigillate accanto alla navata della chiesa. Invece che farmi un giro in centro a guardare le vetrine, mi faccio i giri al cimitero a guardare ritratti di persone vissute anche un secolo fa, cercando indizi per capire che sofferenze abbiano attraversato quelle persone che ormai sono solo un mucchietto di denti e ossa.  

Mi sono ritrovata ad affascinarmi vagando per le tombe che ci sono qui, i blog che frequentavo e leggevo con costanza: alcuni di loro si fermano al 2012. Ma i loro padroni si ricordano che hanno delle creature e degli embrioni abbandonati nell'etere?

Mi sono ritrovata a rileggere i miei commenti datati e mi sono compiaciuta della mia arguzia. Però, di più, mi sono sentita mancare cioè è come se avessi perso in questi anni l'abitudine all'abbandono perdendomi dentro un mare di appartenenze e attaccamenti. Non ce la faccio ad essere così virtuosa, non riesco ad abituarmi all'abbandono anche se ogni volta che mi si ripropone, io mi sento a casa.

Ci sarebbero miliardi di cose che vorrei dire ad alcune persone ma ormai sono abituata al fatto che tendo a drammatizzare e a ululare al passato, quindi mi incarto l'emozione di aver riletto alcune cose e la conservo per me, per quando penserò di essere stata sfortunata e sola. Ricordo di aver scritto un tempo qualcosa delle croste di formaggio da non dover mai accettare, ma queste sono proprio da conservare. Ripercorrendo alcuni tratti di strada qui,  mi sono anche messa alla prova:  lasciare andare rabbia, pensieri di concorrenza e stupidi paragoni e arrivare a distillare la creme de la creme delle croste di formaggio. E' per puro egoismo, non voglio più sentirmi banale quindi ho bisogno di disotterrare idee, anche non mie. Se a qualcuno non aggrada ricordo che non c'è copyright per gli spunti. 

Ora devo andare a fare delle cose con le mani, la testa l'ho mossa abbastanza.

 

 
 
 

Riza, che sembra il nome di un biscotto

Post n°1121 pubblicato il 19 Ottobre 2023 da EasyTouch

Ma se nella vita non dobbiamo migliorare allora che vita è?

Voler migliorare è autoimporsi una strada che forse non va bene. E farò bene a scrivere questi pensieri? Perchè pensare troppo è incollare etichette che non si staccheranno mai più mentre tu vuoi liberarti. Incontro un sacco di persone durante il giorno, le incontro senza incontrarle, che è il massimo della vita per me, grazie a questa cosa che l'uomo sapiens ha concepito, l'internet. Ascolto migliaia di video, vocal coach, maestri buddisti, psicoterapeuti e motivatori, mentre pulisco la stanza che adoro pulire perchè mi piace sentire l'odore di pulito mentre vado in bagno, il bagno, la mia stanza, l'acqua che scorre, che toglie, che lava, che cammina mentre io non mi muovo.

Però, ecco, Raffaele, uno dei miei ultimi incontri, in questi giorni mi dice: non pensare- incollare ma filma, filma la scena e guardala nel suo insieme, guarda te che sei attore in uno scenario con tante cose, uno scenario complesso. E constata. Cosa fai, cosa pensi, stai male? Stai bene? ok. Stacce.

Di tanto in tanto userò le stesse parole di Raffaele che ho letteralmente sbobinato prima, perchè credo che ste cose siano la svolta, se le faccio davvero. Ah sai cosa? Ancora mi limito a sognare di muovermi fisicamente ma non lo faccio. Anche oggi sono rimasta chiusa in casa sbandando un pò di quà e un pò di là e cercando di riprenderemi perchè so che arriva sera e molto presto. Ahhaa che pagliaccia. Bene così. Però adesso mi sovviene un'immagine. Raffaele dice che le immagini le possiamo far uscire: io da bambina, inquieta come poche, con le gambe sul muro e tanta immaginazione di riuscire a camminarci sopra come Raffaella Carrà, testa all'ingiu' contro ogni regola fisica. Quanto mi divertivo a sfidarmi in cose impossibili e fisiche mannaggia, fisiche. Perchè da bambina io volevo ballare. Fare la ballerina, saltare e fare bene i passi. Quella bambina non l'ho più rivista. Se penso di ballare adesso non mi piace nemmeno più ma la musica, quella non riesco a toglierla. 

Non lo so, intanto riprendo lo sbobinamento.

Smettere di credere in certezze. Il disagio non è da cancellare subito con l'azione. Se si impara a constatare e non pensare, si entra nel regno dove c'è qualcosa dentro che agirà secondo la mia natura. Essere presente a ciò che accade. Stiamo male perchè guardiamo con gli occhi della somiglianza. Constatare è guardare, non paragonare, guardare e creare il vuoto. Se soffri constati che c'è il dolore e basta.

Insicurezza: le cose che tu vedi fragili, gli errori e le delusioni non hanno bisogno di esplorazione nè di elaborazione. Tutti dimentichiamo una cosa molto importante: la nostra vita sarebbe niente se non fosse che noi possediamo un centro, un seme, che è nella nostra terra e aspetta di crescere. Non potrai mai per nessun motivo uscire dall'insicurezza ragionandoci su.

Nei disagi ci si nasconde e nel nascondimento ci avviciniamo al nostro nucleo. Quelli che noi chiamiamo problemi non esistono ma esiste arrivare ad essere la pianta che sei. Il daimon percorre la tua strada verso il tuo destino, se lo sguardo si posa sugli altri su quello che gli altri vogliono da te, i modelli dell'opinione corrente, se pensi che sei così perchè hai subito qualcosa da bambino e sei segnato, non ce la farai mai. La percezione dei disagi che arrivano: signora provi a perdersi per davvero, in un labirinto senza uscita. Il labirinto come spazio mitico. Dentro c'è un filo di Arianna che ti guida fuori dalle opinioni comuni. Cosa fare? Spazzare via tutte le opinioni e pensieri che si hanno e dirsi io mi sto perdendo. Chiudere gli occhi e cammninare senza saper dove andare. Cammina cammina cammina, non trovo la strada, il mio centro non vuole le strade che percorro. Non vuole quello che voglio, il mio centro vuole che ti allontani da lui e constati senza colpevolizzarti. Non dirti smetterò di farlo e che non vai bene, semplicemente guarda ciò che accade e lo sguardo diventa vuoto di intenzione. 

Molte persone si svalutano perchè sono troppo fortì e non vogliono vedere la propria indipendenza preferendo aggrapparsi a rocce che stanno franando. Ma ciò che ci ha condotto fino qui sono certezze che non compaiono in superficie.

Programma

io non ho un progetto

io non mi conosco e non mi voglio conoscere

io mi affido a qualcosa di sconosciuto e non penso di migliorare e mandare via l'insicurezza

Quanto sono diventato più sconosciuto rispetto a ieri? Nella giornata è accaduto qualche volta che non avevo niente da dirmi.

Guardare. Rimanere presa e catturata dalla meraviglia di una cosa esterna. L'insicurezza è riconoscere che sei in viaggio, che il passato è passato e non torna più, le cose che vuoi non dipendono da te, riconoscere che sei viva adesso, che sei troppo banale e c'è una meraviglia che non sta scendendo in campo, l'essere banale ti fa male dentro, e riconoscere che vuoi essere come tutti gli altri e che non sai stare sola. 

senza il parere di nessuno goccia dopo goccia l'insicurezza svanisce

Sei fatto di inverni, estati, primavere, autunni, di colpi di vento e di sole. Di tutto.

La felicità dell'incertezza e dell'insicurezza. Quando viene l'incertezza viene per spazzare via quello che ti sei messa in testa che vuoi. L'identità che ti sei messa in testa.

Quelli che tu chiami errori sono le prove dell'anima per arrivare alla meta. Il nostro nucleo è fatto per produrre le azioni che ci appartengono e che sono nostre da migliaia di anni.

Le azioni nitide che c'erano da bambini, riprenderle.

Io ora sto giiocando sotto il portone seduta sul sasso dello scalino vicino alla bicicletta e aspetto che smetta di piovere per rimettermi in sella e fare un giro per andare in cascata a cantare. Più o meno. Ero solitaria anche da bambina. Amavo il vento sulla pelle, meno lo sforzo fisico, ma il brivido che provavo quando lanciavo la bicicletta mi faceva sentire protetta e in movimento. Potevo volare. Amo gli aeroplani e li guardo sempre. Mi danno la sensazione di sorpresa.

Horus, il falco, gli uccelli, l'aria la libertà insieme all'acqua e al senso di protezione. Ho sempre immaginato moltissimo, situazioni, spettacoli, luoghi aperti, giochi condivisione, sfide da riprendere da dove mi ero fermata il giorno prima per completare lo schema, la bellezza e disegnarla. Ecco che fa capolino anche Marco, la cosa più bella che abbia mai alimentato nella mia testa, la sua un'immagine che volevo concretizzare solamente  disegnando il suo volto perfetto ma non volendo affrontare una relazione con lui. Mi sarei massacrata, ma sono riuscita a crearmi un mondo protetto dove poterlo guardare e riguardare ogni volta che volevo, in tutta la sua maledetta terribile bellezza. Marco è stato un terremoto assurdo dentro di me. Il volto perfetto esteticamente ma talmente imperfetto in micro movimenti ed espressioni da rovinarmi e dannarmi l'anima per non riuscire a guardarlo quando lo avevo di fronte a me. Marco, una mia costruzione, un episodio da rivivere innumerevoli volte e da portarmi per sempre con me a dispetto di tutti e anche di Marco stesso. Marco che compare smepre nei momenti in cui attraverso molte difficoltà. Lui che era la perfezione imperfetta e terribile. 

Non so nulla di me. Non so chi sono oggi e se quella bambina abbia ricevuto delle risposte adeguate. Ora so che le domande non le poneva lei ma la sua natura che è la stessa che sono adesso. 

In viaggio come ignota verso l'ignoto.

La pagliaccia risponde 

A-I -U-T O. 

 
 
 

Circa la Home

Post n°1120 pubblicato il 18 Ottobre 2023 da EasyTouch

Tornare qui quando voglio è come tornare a casa dei genitori quando hai vent'anni. Solo che nessuno ti apre la porta, nessuno ti abbraccia, nessuno ha preparato il tuo piatto preferito e nessuno si disturba a chiederti se hai fatto un buon viaggio. 

E' tutto come una volta. La stessa schermata di nuovo post che ora sembra del pleistocene. Poi "Inserire un'immagine dal peso max di 100k"  è roba da medioevo! Vorrei vedere poi, un utente di  instagram o di tik tok, quanto tempo resisterebbe anche solo nella schermata delle impostazioni. Troppi scritti. Dove sono le dirette? I contenuti sarebbero degli scritti? 

Per me invece questo scenario è un sollievo: è tutto invariato, a parte qualche template, l'ordine di apparizione del profilo e poche altre cosucce trascurabili. Sono a casa mia. 

Però. Scrivo due righe e poi guardo facebook e le notifiche sul cellulare, vado avanti di altre due righe e mi accorgo che colleziono talmente tanti errori che forse è meglio se posto un disegnino del mio stato. Stato. 

Lo stato. Uno oggi posta il suo stato, un reel, un video, un tik tok. Nessuno che posti un pensiero. Istantanee, fotografie di piatti, cieli e mari tutti vuoti. Post it attaccati al frigorifero senza alcun ordine cronologico, senza didascalie, senza alcuna spiegazione. Solo qualche "ciao Raga" "bella zia" "noi" e tanti tanti cuoricini e faccine che sorridono.

Se nel lontano 2008, quando mi sono iscritta qui, mi avessero detto che stavo costruendo la mia identità scrivendo sul blog, mi sarei messa a ridere e mi sarei pure vergognata perchè la ritenevo un'attività puramente ludica. Scrivere qui, leggere i commenti, simulare identità, pensare a nick name giocare a stanare le mie personalità (sono a guardare la risposta ai miei stati su fb ancora....oh quanto sono figa mi rispondono e mettono i like...in tre...) dicevo....ecco questo gioco che utilizzavo durante il lavoro, tra una cosa e l'altra, mi ha aperto finestre che adesso fatico anche solo a pensare. 

Quanta tristezza. Arrivare qui e dover togliere le ragnatele alle mie dita e ai miei pensieri. Ho solo 15 anni in più ma mi pare di avere raggiunto l'età mentale di 80. Non sono in grado di stratificare nè il mio ragionamento, nè il mio scritto. Non sono più in grado di organizzare un post soddifacente, mentre sono perfettamente in grado di attaccar briga sotto i post di qualcuno o di pubblicare foto o battute senza troppa cura, facendo dipendere la qualità della mia giornata dal numero di like ricevuti. E, non contenta, mi permetto pure di fare l'infastidita mentre mi faccio fagocitare da tutto questo senza opporre resistenza.

Non voglio più guardare al passato con nostalgia. Vorrei assegnare al mio passato virtuale-spirituale il posto che si merita, un gran bel posto e non un post. Ma poi andare avanti con maggior caparbietà e volendo esigere da me stessa scritti sempre diversi e di valore. Come faceva la vecchia giovane Easy. 

Quando entro nel blog incontro tre persone che sono state centrali nella mia vita e che ora sono morte. Mia mamma, Fabio e Xab. Ma è vero che incontro anche tanti altri fantasmi che sono ancora in vita, nel mondo di instagram e fb ma che qui ormai non sono più nulla se non una data e un numero di commento. A tutti non devo più nulla e non voglio dire nulla.

C'è solo una persona a cui devo molto e nei confronti della quale ho un obbligo di risposta quotidiana. Easy. Tenterò di venire qui alla tua porta più spesso. Non ho molte scuse per non farlo se non quella che odio gli obblighi, ma a fronte del fatto che dovrei fare attività fisica quotidiana perchè la mia età ora lo pretende, preferisco avere la scusa che dovevo passare a trovare un'amica, chè accendere il pc nuovo adesso richiede poco più di trenta secondi.

Ora rileggo quanto sono peggiorata.

Credo che anche per quest'anno sia tutto.

 
 
 

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