FEDELISSIMI GRANATA

Riaprono i cancelli ai tifosi Per il Toro solo silenzio


In 500 all'allenamento: tregua armata dopo le contestazioni. Uno striscione alla Sisport: «Noi ci crediamo... E voi?» GIANLUCA ODDENINO Nessun incitamento e niente insulti: il silenzio che doveva regnare a Superga il 4 maggio, per l'anniversario del Grande Torino, si è manifestato ieri pomeriggio alla Sisport. Un po' a sorpresa, in verità, visto che il Toro riapriva gli allenamenti appositamente per poter contare sulla spinta calorosa e generosa dei propri tifosi in vista dello spareggio col Padova. Ma evidentemente i 72 giorni consecutivi di lavori a porte chiuse, insieme ad una stagione che ha regalato più dolori che emozioni, hanno raffreddato un popolo che vuole ottenere risposte concrete sul campo e non è più intenzionato a concedere fiducia ad occhi chiusi. Per la partitella in famiglia, contro la Primavera di Asta, ieri pomeriggio si sono presentati in 500 sugli spalti: ragazzini, ultrà in ordine sparso, anziani sostenitori, famiglie con bambini e i tradizionali habitué. Una folla eterogenea che ha accolto l'ingresso in campo della squadra di Lerda senza un applauso o un fischio, ma con un gelido silenzio che significava una cosa sola: ora tocca a voi riconquistarci. Una teoria che trovava applicazione in un piccolo striscione artigianale appeso sulla balconata: «Noi ci crediamo… E voi?». La risposta dovrà arrivare a stretto giro di posta, possibilmente tra tre giorni all'Olimpico.I giocatori granata sono apparsi un po' spaesati dallo strano clima della Sisport. Abituati agli applausi scroscianti di agosto o alle feroci offese di marzo (dopo la sconfitta casalinga col Livorno), l'indifferenza non se l'aspettavano ed ha lasciato il segno. Solo per i nove gol segnati in partitella da Bianchi e compagni sono partiti gli applausi di rito dalla tribuna: il minimo sindacale e se qualcuno nella società sperava di poter ricreare il clima di cinque anni fa, prima della finale Torino-Mantova, si è sbagliato di grosso. La tifoseria granata si è sentita tradita in questi anni da troppe attese e troppe promesse non mantenute. E mai il confine tra la ripresa della speranza e la fine dei giochi era apparso così labile come in questi giorni: battere il Padova è sia l'obiettivo minimo del Toro che il primo gesto per ricucire con i tifosi. Che in ogni caso riempiranno l'Olimpico per un atto di fede, senza però firmare cambiali in bianco ad una squadra che si è bruciata un'infinità di jolly.La prevendita procede sempre a ritmo sostenuto: sono già stati venduti 15 mila biglietti sui 20 mila disponibili (ci sono anche 5.236 abbonati e 1.500 tifosi arriveranno da Padova), con curve e distinti praticamente esauriti. Il tutto esaurito, però, profuma di incognita e non nasconde la tregua armata che si è instaurata tra tifosi e squadra. Senza dimenticare Cairo, che nel ballottaggio più duro di sempre punta a riconquistare i tifosi moderati o ancora indecisi grazie ad un Toro protagonista ai playoff. Non arrivarci neanche, quindi, sarebbe la fine di tutto.