FEDELISSIMI GRANATA

Sgrigna, avviso al Toro: "Torno al mio ruolo e vedrete cosa so fare"


 La punta: «Ho fiducia, il modulo di Ventura è molto intrigante» FRANCESCO MANASSERO TORINOL'unica certezza è che stavolta partirò da attaccante». Al ballo delle punte, che sta coinvolgendo il reparto offensivo dei granata, Alessandro Sgrigna è un felice assente. Nella sua casa di Vicenza dorme sereno, mentre i compagni di reparto sono in trepida attesa del loro futuro: domani è in programma l'incontro Petrachi-Lo Monaco per sbloccare la situazione Antenucci, trattativa che potrebbe coinvolgere Bianchi.Riavvolga il nastro dei fatidici 90 minuti finali della stagione. Sgrigna, di notte ha ancora gli incubi?«Mi chiedo perché sia finita così, ma non riesco a darmi una risposta: dicono che lo spogliatoio fosse spaccato, non è vero. Eravamo convinti di farcela, ma durante la partita contro il Padova ci siamo sciolti. La nostra prestazione è stata la fotocopia della stagione: ben al di sotto delle attese. In campionato siamo partiti male e recuperare si è rivelato sempre più difficile. Ora chiudiamo il capitolo: l'unico modo che conosco è fare un grandissimo campionato».Lei è arrivato punta e per scelta dell'allenatore ha finito quasi terzino. I tifosi ricordano solo i gol e il suo predecessore Abbruscato, finito a Vicenza nella stessa operazione, ha fatto 19 centri. Qual è la pagella di Lerda?«Non posso che ringraziarlo, mi ha sempre dato fiducia, gli auguro tutto il bene possibile. Fatta questa premessa, è vero che ho disputato tutta la stagione da tornante. Non l'avevo mai fatto, è stato molto dispendioso, quasi un calvario. Non si ripeterà più: voglio giocare nel mio ruolo. Sono sicuro che adesso sarà così. Da attaccante, mi ricordo ancora qual è la strada del gol».Ne ha fatti 79 in carriera, 6 quest'anno, 5 nel 2010. Cos'è successo nel 2011?«Che tra gennaio e febbraio ho avuto un calo fisico, mi capita da qualche stagione, non so perché. Poi quest'anno la situazione si è aggravata a causa della posizione in campo: la corsa dell'attaccante è diversa da quella di un esterno. Alla fine ho pagato dazio, anche con l'infortunio muscolare».Qualche tifoso l'ha accusata di scarsa personalità.«Chi l'ha detto non mi conosce e non è obiettivo. Non mi sono mai tirato indietro anche in un ruolo che non è il mio. Non ho mai fatto polemiche, zitto, al servizio dell'allenatore, con la coscienza pulita».Un anno di Toro: il club granata è in crisi come pare?«Per me il Toro è motivo di fierezza e di orgoglio, consiglierei a chiunque di venire qua».Conosce Ventura? Il suo gioco offensivo può essere la medicina per il Toro malato da oltre tre stagioni?«Spero sia l'uomo giusto. È un grandissimo allenatore, in grado di far riesplodere l'amore della gente. Il suo modulo è intrigante. A Pisa e Bari ha fatto scintille, ma non solo lì. Spero che anche a Torino ci faccia giocare così, alla grande».Sgrigna-Antenucci sarà la gallina dalle uova d'oro?«Io e Mirko ci conosciamo bene, ci frequentiamo anche fuori dal campo. Per caratteristiche possiamo completarci. Sì, può nascere il giusto feeling. Ma non dimenticate che c'è anche un certo Bianchi in rosa. I nomi nuovi che circolano? Ben vengano. Quest'anno ci sarà davvero bisogno di tutti».