FEDELISSIMI GRANATA

Ventura: "Ho convinto Cairo al Toro è arrivata l'ora di seminare"


«Non serve a nulla arrivare in A e cambiare 9 elementi. Conto su Ogbonna. Prestiti? Uno solo» PAOLO BRUSORIO TORINOLa prima seduta di allenamento con il Toro è durata otto ore: Giampiero Ventura, come è andato il vertice con Cairo e Petrachi?«Una vera e propria full immersion. Abbiamo fatto un quadro completo di entrate ed uscite. Ho trovato il presidente attento, ricettivo».Tradotto: farà come dice lei e addirittura spenderà?«Abbiamo parlato e disegnato tempi e strategie. Per ora sono parole, ora ci impegneremo tutti per i fatti».Cosa ha chiesto al presidente?«Vogliamo costruire una squadra che raggiunga un obiettivo e che produca profitti. Il primo traguardo non può non essere la promozione; il secondo deve nascere da scelte che guardino avanti. Se vai in serie A e devi cambiare nove giocatori su undici è come se avessi fallito ugualmente».Quasi lapalissiano, ma in questi sei anni Cairo ha comprato giocatori bolliti e solo per il curriculum, rastrellato nelle serie minori. Ergo: come gli farà cambiare idea?«Ci ho lasciato un anno di vita ieri. Otto ore a parlarci sono tante, siamo usciti convinti di quel che vogliamo fare».Sicuro?«Guardi, il Toro non può diventare improvvisamente il grande Torino. Qui è arrivato il momento di concimare e poi seminare, bisogna creare uno zoccolo duro che ritorni a indossare una maglia conoscendone il valore. E non in maniera casuale».Nomi: a sentire i giocatori, tutti non vedono l'ora di giocare con i suoi schemi. Per quanti di loro c'è posto?«Non ho letto niente. Spalletti mi diceva sempre, «ma non li guardi i giornali?». Lui li vedeva alle sette del mattino e mi faceva la rassegna stampa. Non ho letto, ma in questo periodo si può dire tutto».Quanti giocatori cambierà?«Basta vedere quanti se ne andranno per fine prestito. Tutti verranno sostituiti».Piazza pulita, dunque?«I giocatori si dividono in quelli che vogliono arrivare e quelli che si credono già arrivati. Prenda Gabionetta: quello che conosco io ha personalità e qualità e a Crotone l'ha dimostrato. Proprio l'opposto di quello che ho visto contro il Padova: è a un bivio».Bianchi: discorso chiuso?«Direi di sì».Conta su Ogbonna?«Tutti i tifosi contano su di lui. Ogbonna gioca titolare nel Toro, in serie A farebbe la riserva e uno come lui deve entrare nel calcio che conta dalla porta principale. In più, per il discorso dei profitti, un conto è venderlo dopo una promozione, un altro dopo un campionato simile».Cairo, lo «specialista» nei prestiti. Disposto a lavorare con giocatori in mano ad altri club?«In linea di massima no. Solo se sono determinanti a raggiungere un obiettivo. Ma solo con diritto di riscatto. O anche di controriscatto: mal che vada la società porta a casa dei soldi».Cairo contestato: un problema in più?«No. È il calcio, se a Torino non fai risultato non puoi pretendere applausi».Ventura, ma la storia del mister libidine, come nacque?«Cosa vuole, dopo 19 squadre allenate mi piace veder frullare la palla e sentire i miei che dicono “peccato sia finita la partita”».Che cosa la diverte?«I gesti tecnici. La rovesciata di Riva contro il Vicenza, Platini, Maradona, Messi.E nella vita?«La vita tutta, la mia è adrenalina pura. Anche per questo ho scelto il Toro».