FEDERALISMO VENETO

LA SINISTRA RITARDA IL VOTO PER PRENDERE LA PENSIONE!


«Andiamo a votare tra 8-10-12 mesi». Walter Veltroni, con la scusa della legge elettorale, ci riprova. La sinistra, o meglio il Partito democratico, che paga le conseguenze di venti mesi di Governo Prodi, di andare alle elezioni non ci pensa proprio. Tanto che, ancora ieri sera, è partito l’ennesimo appello del sindaco di Roma a Silvio Berlusconi per dar vita ad un Governo di “responsabilità nazionale”. Tirare a campare altri 10 mesi, tra una nuova bozza Bianco e una querelle tra il sistema tedesco o spagnolo, può allettare davvero tanti. Chi? Ma è ovvio, quel pattuglione di parlamentari di prima nomina che, se si andrà a votare ad aprile o a giugno, perderà il conforto di una ricca pensione (oltre tremila euro lordi). Per ottenere il vitalizio, che scatta solo dopo due anni, sei mesi e un giorno di legislatura, bisogna arrivare ai primi di novembre. In fondo basterebbe tirare a campare ancora una decina di mesi scarsi e voilà, il gioco è fatto: tutti a casa con un bel tesoretto per la vecchiaia. Alla faccia degli italiani che si barcamenano tra pensioni minime e stipendi da fame. Ma si sa, per il sindaco di Roma ultimamente non tira aria buona neanche su al loft: Prodi è caduto trascinandosi dietro tutti i filistei, il dialogo con Forza Italia sembra interrotto e la sinistra radicale si appresta a celebrare il divorzio dal Partito Democratico in nome del “no” alle missioni all’estero. Allora cosa rimane al Walter nazionale se non cercare di lisciare il pelo ai suoi parlamentari (guarda caso il gruppo con il maggior numero di esordienti) e a quelli del Cavaliere (che nella classifica degli a-rischio-pensione seguono a ruota)? E già, perché ad andare a vedere le liste dei deputati e senatori di primo pelo si scopre che proprio il Pd alla Camera ha 88 esordienti su 195 totali. Segue a distanza Forza Italia con 35 debuttanti su 132. È vero, ci sarebbe anche Rifondazione che su 41 deputati ne ha ben 30 di prima nomina. Magari anche loro ci faranno un pensierino. E magari ci sono pure quelli che, come già accaduto nel 1992 e nel ’94, sperano in una piccola sanatoria. D’altra parte con le mani in tasca i Palazzi romani non hanno mai lasciato proprio nessuno.