FIDELIS

Post N° 34


Il dopoguerra Come cambiano i Carabinieri
Il decreto legislativo luogotenenziale n. 603 del 31 agosto 1945 stabilisce che l'Arma dei Carabinieri comprenda: un Comando Generale, tre comandi di Divisione, sei comandi di brigata, 21 comandi di legione territoriale, una scuola centrale, una Legione Allievi, quattro comandi di raggruppamento di battaglioni mobili e 12 battaglioni mobili. Il decreto dispone inoltre che alla legione territoriale di Roma siano subordinati un gruppo squadroni carabinieri ed uno squadrone guardie dei re. Alla dipendenze della Legione Allievi viene posta la banda dell'Arma. Rispetto all'organigramma con cui si era entrati in guerra (fissato con la legge n. 368 del 9 maggio 1940) sono spariti: il comando Albania, uni brigata, sette legioni territoriali ed il gruppo per l'Egeo. Queste rinunce sono dovute non soltanto alle perdite territoriali imposte da un relativamente oneroso trattato di pace, ma anche alle mutate esigenze di servizio. I battaglioni risultano infatti triplicati poiché devono controllare una situazione socio?politica particolarmente agitata. La forza organica, con un tetto di 65 mila uomini, include: 2.306 marescialli maggiori, 3.757 marescialli capi e d'alloggio, 4.7,53 brigadieri, 3.164 vicebrigadieri, 6.636 appuntati, 39.165 carabinieri e 3.151 allievi carabinieri. Restano 2.068 ufficiali che non sono menzionati, ma il provvedimento reca la riserva di introdurre con successive disposizioni i ruoli appositi e le riduzioni necessarie.
A integrazione del decreto n. 603 del 31 agosto 1945, il decreto n. 857 del 9 novembre 1945 emana le norme relative al reclutamento della truppa, reintroducendo la ferma di tre anni per i carabinieri effettivi e la leva di 18 mesi per i carabinieri ausiliari. Ovviamente il reclutamento degli effettivi non può essere affrontato con criteri di neutralità: per l'Arma, come per tutta la pubblica amministrazione, si pone un problema relativo alle persone coinvolte nella Repubblica di Salò. Nel luglio 1944 un decreto legislativo luogotenenziale ha introdotto principi severi in materia di epurazioni, stabilendo con l'art. 17 che "gli impiegati pubblici che dopo l'8 settembre 1943 hanno seguito il governo fascista o gli hanno prestato giuramento o hanno collaborato con esso sono dispensati dal servizio". Nel maggio 1945, dopo che il Comando Generale ha invitato (con ampia pubblicità sui quotidiani) i carabinieri sbandati che non abbiano prestato giuramento alla repubblichina GNR (Guardia Nazionale Repubblicana) a presentarsi nelle caserme di appartenenza, viene annunciata un'inchiesta per stabilire le responsabilità individuali di ogni milite durante l'occupazione.
Il capo del governo Ferruccio Parri (già dirigente del CLN) ha espresso con chiarezza gli obbiettivi dell'inchiesta: "Nel Nord le vecchie forze di polizia sono screditate ed invise, almeno tutte quelle che non sono state al nostro fianco nella lotta. Con noi vi sono stati molti carabinieri, ad esempio, ma non tutti. ( ... ) Tutti costoro possono naturalmente rimanere, ma essi soltanto". IL BATTAGLIONE MOBILE. Condurre un'epurazione a fondo nell'apparato statale comporterebbe una paralisi parziale della burocrazia e degli organismi e implicherebbe una massiccia immissione di elementi partigiani nei quadri dello Stato, un'eventualità del tutto sgradita agli alleati ed ai sostenitori dell'assetto politico determinatosi nel regno del Sud. Oltre che a rinfoltire gli organici, il governo si preoccupa di ricostituire un decente parco mezzi. Nel 1945 vi è soltanto una vettura ogni 140 carabinieri; un autocarro ogni 822; una motocicletta ogni 70 ed una bicicletta ogni 65. Il rapporto fra veicoli e uomini è di 1 a 44. Il totale delle disponibilità è di 5 mezzi corazzati, 79 autocarri, 466 macchine, 929 motocicli e 996 biciclette. Una stima della capacità di tutti i motoveicoli a pieno carico rivela come solo 5,302 uomini siano mobili (l'8,1 per cento dell'intera forza). Insomma la guerra ha completamente messo in ginocchio l'Arma sotto il profilo della mobilità, cancellando gli sforzi compiuti, in direzione della motorizzazione, nel ventennio fascista. Ancora una volta il carabiniere deve fare soprattutto affidamento su se stesso. La situazione migliora notevolmente nei tre anni successivi come dimostra la tabella in questa pagina. Nel giro di quattro anni il 56,4 per cento della forza disponibile è trasportabile su un mezzo motorizzato e una forza d'urto massima di 27.160 uomini è rapidamente dislocabile con i camion lungo la penisola di cui 9.000 appartenenti ai famosi battaglioni mobili (pari al 13 per cento di tutta la forza). La creazione degli stessi battaglioni mobili non rappresenta in sé un'idea completamente nuova. Già nel 1920 era stato stilato un progetto di costituzione di questa tipologia di unità, abbandonato nel 1923, quando ormai il regime fascista non aveva più bisogno di formazioni concepite anche per la repressione ed aveva steso una rete di controllo che le rendeva inutili. Nel dopoguerra l'idea torna drammaticamente di attualità e, nonostante i bilanci all'osso, il governo non lesina gli sforzi. I Carabinieri restano equipaggiati soprattutto delle armi più moderne disponibili alla fine della seconda guerra mondiale, tra cui il celeberrimo MAB (Moschetto Automatico Beretta), facilmente distinguibile per i due grilletti all'interno del ponticello. Più carente, soprattutto rispetto ai reparti della Celere, è rimasto l'equipaggiamento per il controllo dei moti di piazza. Ma gli sforzi compiuti per rimettere in sesto l'Arma sono ampiamente ripagati. Gli omicidi scendono: 1.373 nel 1947, 1.069 nel 1948, 849 nel 1949, 774 nel 1950. Un andamento analogo si verifica per ogni altro genere di crimine. I Carabinieri non si risparmiano: 46 caduti e 734 feriti nel 1947; 72 morti e 585 feriti nel 1948; 40 deceduti e 572 feriti nel 1949; 34 scomparsi e ben 1.139 feriti nel 1950. Un prezzo molto alto per difendere la legge e la libertà. Approfondimento:Il parco mezzi dell'Arma 1946 1947 1948 Mezzi corazzati 158 190 264 Autocarri 857 1215 1358 Automobili 766 829 897 Motocicli 1688 2252 2981 Biciclette 4966 7096 9096