FIDELIS

Post N° 44


La ristrutturazione dell'Arma
Gli anni Sessanta sono anni di rilevanti cambiamenti per l'Arma dei Carabinieri. Il nuovo comandante, nominato il 15 ottobre 1962, è il generale Giovanni De Lorenzo, che si presenta con credenziali impeccabili. Di origini siciliane, si è laureato in ingegneria navale a Genova, ha combattuto con distinzione sul terribile fronte russo ed ha partecipato alla Resistenza come vicecomandante dei servizi d'informazione del CLN (Comitato Liberazione Nazionale). La sua esperienza concreta nel campo dell'intelligence si era sviluppata nel comando del SIFAR (Servizio Informazioni Forze Armate). De Lorenzo ritiene che il vecchio accordo Carcaterra vada profondamente rivisto. L'accordo, così chiamato nel gergo dal nome del capo della polizia Giovanni Carcaterra, aveva sancito la "ruralizzazione" dei CC nel 1954, concentrandone la presenza nelle province e nei piccoli centri. Questo accordo aveva di fatto penalizzato l'Arma con prevedibili effetti sul morale degli uomini, sulle dotazioni di mezzi e sullo stato delle caserme. Il nuovo Comandante Generale inverte decisamente la tendenza, grazie anche alle nuove direttive politiche e a una maggiore disponibilità di fondi. Con grande metodo le stazioni seguono il flusso di inurbamento nelle grandi città e al tempo stesso vengono rese familiari le sagome delle nuove auto, dette "gazzelle". Con un consistente battage pubblicitario si ricordano ai cittadini i nuovi numeri d'emergenza per chiamare i nuclei dei Carabinieri. E 200 nuove caserme rafforzano la presenza e rendono più vivibile l'attività degli uomini. Nel febbraio 1963 viene istituito presso il Comando Generale un ufficio Motorizzazione, poi trasformato in Direzione. Un flusso di ben 4.000 automezzi di tutti i tipi (dalle Giulie, ai natanti, agli elicotteri) comincia ad affluire ai reparti. Una rete autonoma di 400 depositi di carburante rifornisce 1.500 distributori autonomi nelle diverse caserme, in cui operano 2.450 militi nel ruolo di tecnici specializzati nella manutenzione di un grande parco mezzi e velivoli. Le telecomunicazioni vengono rivoluzionate. Basta con la vecchia rete radiotelegrafica e con alcune reti minori radiotelefoniche con apparecchi mediocri. Via libera ad una rete radiotelegrafica nuova di zecca per collegare divisioni, brigate e legioni con il Comando Generale. Ogni legione poi dirama la sua rete e questo permette comunicazioni veloci tra vertice e periferia. E poi avanti con una rete telefonica propria capace di funzionare all'avanguardia in teleselezione, integrata da telescriventi e fax. Il centro nevralgico è costituito da un Comando Trasmissioni, da un sofisticato ponte radio e da un potente cervello elettronico per la raccolta di dati e segnalazioni. Il livello scientifico delle investigazioni e la polivalenza dei CC sono incrementati con: la creazione di un centro investigazioni scientifiche; il potenziamento dei gruppi cinofili e sommozzatori; l'addestramento superiore di tutti i battaglioni mobili. Infine De Lorenzo vuole rimarcare anche la natura militare dell'Arma creando l'XI Brigata meccanizzata. Un'unità polivalente con 130 carri M?47 con cannone da 90 mm ed un battaglione di Carabinieri paracadutisti. E' il coronamento della sua opera, ma è anche l'avvio di serie inquietudini negli ambienti politici governativi e non. Gli avvenimenti politici dell'estate 1964 sono particolarmente tesi perché un nuovo governo di centro?sinistra fatica a formarsi (già nel marzo 1964 erano state avanzate esplosive interrogazioni parlamentari sull'operato di De Lorenzo al SIFAR). Nel dicembre 1965 De Lorenzo viene nominato Capo di Stato Maggiore dell'Esercito. Ma appena sei mesi dopo il ministro della Difesa Tremelloni scioglie il SIFAR, costituendo il nuovo SID (Servizio Informazioni Difesa), e nel maggio 1967 viene rivelata pubblicamente l'esistenza di un piano di prevenzione di disordini predisposto proprio da De Lorenzo nella calda estate del 1964 (Piano Solo). La commissione d'inchiesta nominata due anni dopo si spaccherà sull'interpretazione di quel piano: difensiva secondo la maggioranza, colpo di Stato pianificato nel giudizio della minoranza. In ogni caso l'indagine parlamentare sottolinea che, al di là della controversa azione del capo, l'Arma si è sostanzialmente mantenuta distante dall'iniziativa.