FIORE DI LOTO

IL DISCORSO DELLA LUNA


  3 Giugno 1963 moriva il Papa buono:Giovanni XXIII, Le sue ultime parole sul letto di morte rivolte al suo segretario, Loris Francesco Capovilla, furono«Perché piangere? È un momento di gioia questo, un momento di gloria” ,ecco questo era papa Giovanni,  un Papa eletto già vecchio, un papa che  sarebbe dovuto  essere di transizione e che invece ha portato alla chiesa una ventata di primavera, un profumo di santità.Papa Roncalli  con il nuovo Concilio comprese che bisognava ,rinnovare la Chiesa per renderla più adatta ad annunciare il Vangelo alle nuove generazioni;    ricercare le vie per l’unità di tutte le chiese  cristiane; rilevare ciò che c’è di buono nella cultura contemporanea aprendo una nuova fase di dialogo col mondo moderno, cercando soprattutto “ciò che unisce”. Giovanni Paolo II defini questo concilio:” un’intuizione profetica” del suo promotore.Io ho dei ricordi molto sbiaditi, ero piccolissima, quando morì, ma i miei genitori che hanno vissuto in quei tempi, quando ne parlavano i loro occhi si illuminavano di una luce diversa. Mio padre poi amava in modo particolare “il discorso della luna”, non so quante volte me lo abbia letto, io credo di aver amato questo papa prima ancora di conoscere e comprendere le sue parole ed il suo operato.Appena aperto il blog ho pubblicato come primo post, “il discorso della luna”, ora a distanza di anni voglio riproporlo, è un discorso adatto ai giorni d’oggi, un discorso di speranza e d’amore,  proprio quello che manca nella nostra società.
“ Cari figlioli, sento le vostre voci. La mia è una voce sola, ma riassume la voce del mondo intero. Qui tutto il mondo è rappresentato. Si direbbe che persino la luna si è affrettata stasera - osservatela in alto - a guardare a questo spettacolo. Gli è che noi chiudiamo una grande giornata di pace. Di pace. "Gloria a Dio e pace agli uomini di buona volontà". Ripetiamo spesso questo augurio! E quando possiamo dire che veramente il raggio, la dolcezza della pace del Signore ci unisce e ci prende, noi diciamo "Ecco qui un saggio di quello che dovrebbe essere la vita, sempre, di tutti i secoli, e della vita che ci attende per l'eternità". Dite un poco: se domandassi, potessi domandare a ciascuno "Voi da che parte venite?", i figli di Roma, che sono qui specialmente rappresentati, "Ah, noi siamo i vostri figlioli più vicini, voi siete il Vescovo di Roma". Ma voi, figlioli di Roma, voi sentite di rappresentare veramente la Roma caput mundi, così come nella Provvidenza è stata chiamata ad essere, per la diffusione della verità e della pace cristiana. In queste parole c'è la risposta al vostro omaggio.La mia persona conta niente, è un fratello che parla a voi diventato padre per la volontà di Nostro Signore, ma tutti insieme, paternità e fraternità, è grazia di Dio. Tutto, tutto! Continuiamo dunque a volerci bene, a volerci bene così, guardandoci così nell'incontro: cogliere quello che ci unisce, lasciar da parte quello, se c'è, qualche cosa che ci può tenere un po' in difficoltà. Niente. Fratres sumus. La luce che splende sopra di noi, che è nei nostri cuori, che è nelle nostre coscienze, è la luce di Cristo, il quale veramente vuol dominare con la grazia sua tutte le anime.Stamattina è stato uno spettacolo che neppure la Basilica di San Pietro, che ha quattro secoli di storia, non ha mai potuto contemplare. Apparteniamo quindi ad un'epoca nella quale siamo sensibili alle voci dall'alto, e vogliamo essere fedeli e stare secondo l'indirizzo che il Cristo benedetto ci ha fatto. Finisco dandovi la benedizione. Accanto a me amo invitare la Madonna santa e benedetta, di cui oggi ricordiamo il grande mistero. Ho sentito qualcuno di voi che ha ricordato Efeso e le lampade accese intorno alla Basilica di là, che io ho veduto coi miei occhi - non a quei tempi, si capisce, ma recentemente - e che ricorda la proclamazione del dogma della Divina Maternità di Maria. Ebbene, invocando Lei, alzando tutti insieme lo sguardo verso Gesù benedetto, il Figliol Suo, ripensando a quello che è con voi, a quello che è nelle vostre famiglie, di gioia, di pace, e anche un poco di tribolazione e di tristezza, la grande benedizione. Accoglietela di buon animo. Questa sera lo spettacolo offertomi è tale da restare ancora nella mia memoria, come resterà nella vostra. Facciamo onore alle impressioni di questa sera! Che siano sempre i nostri sentimenti come ora li esprimiamo davanti al cielo e davanti alla terra. Fede, speranza, carità, amore di Dio, amore di fratelli, e poi tutti insieme, aiutati così, nella santa pace del Signore, alle opere del bene.Tornando a casa, troverete i bambini. Date una carezza ai vostri bambini e dite "Questa è la carezza del Papa". Troverete qualche lacrima da asciugare, dite una parola buona: "Il Papa è con noi, specialmente nelle ore della tristezza e dell'amarezza". E poi tutti insieme ci animiamo cantando, sospirando, piangendo, ma sempre, sempre pieni di fiducia nel Cristo che ci aiuta e che ci ascolta, continuare e riprendere il nostro cammino.Così dunque vogliate attendere alla benedizione che vi do e anche alla buona notte che mi permetto di augurarvi, con la preghiera però che non si cominci... solamente... Oggi noi iniziamo un anno, un anno, chissà... speriamolo bene! Il Concilio comincia e non sappiamo quando finirà, potesse finire prima di Natale, ma forse forse non riusciremo a dir tutto, a intenderci su tutto bene. Ci vorrà un altro ritrovo, ma se il ritrovarci così deve sempre allietare le nostre anime, le nostre famiglie, Roma e tutto quanto il mondo tutto intero, vengano pure questi giorni, li aspettiamo in benedizione”.Questo discorso venne pronunciato dal nostro caro Papa Giovanni in modo spontaneo ed improvvisato, in occasione del XXI Concilio ecumenico, alle migliaia di persone raccolte in Piazza San Pietro.  Questo discorso commosse il mondo intero per la chiarezza e la semplicità dei contenuti, ma di una profondità e forza di fede, un discorso che non veniva dall'uomo, ma da Dio, credo veramente che Giovanni XXIII sia stato un profeta, un illuminato da Dio  Ancora oggi, riascoltando la sua voce, una sensazione di nostalgica gioia irrompe nei nostri cuori…sembra di averlo ancora qui tra noi, tra la sua gente , uomo buono e umile, innalzato agli onori di Dio,ancora non Santo per la Chiesa ma sicuramente Santo agli occhi di Dio e della  sua gente .