FIORE DI LOTO

2 NOVEMBRE 2007 MORIVA DON ORESTE BENZI


IN RICORDO DI DON ORESTE UOMO DI FEDE, DI OPERE E DI SPERANZAPER GLI ULTIMIDue cose non si dimenticheranno mai di lui, la sua tonaca lisa ed il suo sorriso 
 Il giorno  prima  della  sua  morte aveva detto  durante un omelia  « Nel momento in cui chiuderò gli occhi a questa terra, la gente che sarà vicino dirà: è morto. In realtà è una bugia. Sono morto per chi mi vede, per chi sta lì. Le mie mani saranno fredde, il mio occhio non potrà più vedere, ma in realtà la morte non esiste perché appena chiudo gli occhi a questa terra mi apro all’infinito di Dio. »Don Oreste Benzi, il prete fondatore dell’Associazione Comunità Giovanni XXIII che ha speso la sua vita per aiutare poveri, abbandonati, bambini senza famiglia e disadattati, prostitute schiavizzate, non poteva immaginare, mentre pronunciava quelle parole, che il momento di chiudere per sempre gli occhi in questo mondo sarebbe arrivato così presto. Grazie alla sua associazione  ragazze salvate dalla prostituzione,  bambini senza famiglia ,sono tornati a sorridere.Già nei  primi  anni  del  suo  sacerdozio  nasce in lui  la convinzione dell’importanza di aiutare gli adolescenti e di realizzare attività che favoriscano «un incontro simpatico con Cristo», fonda  cosìl’associazione Giovanni XXIII. Si batte per trovare una famiglia ai bambini gravemente handicappati che vengono abbandonati, poi si concentra sui tossicodipendenti, apre case di accoglienza nella sua parrocchia di Grottarossa, una frazione del comune di Rimini. È un prete tutto d’un pezzo, che non si toglie mai la tonaca e il colletto romano di plastica. In tonaca don Oreste va per le strade di notte, accompagnato dai suoi volontari, per cercare di convincere le prostitute a cambiare vita, offrendo loro un rifugio e una possibilità concreta di riscatto. Quella tonaca diventa sempre più lisa e rattoppata. Con addosso quell’abito nel 2003 Benzi ha accompagnato al cospetto di un commosso Papa Wojtyla un’ex prostituta nigeriana ammalata di Aids.Un’altra delle sue battaglie e quella contro l’aborto. Anche la sera prima di morire aveva organizzato veglie di preghiera davanti ai cimiteri per i «bambini mai nati», richiamando l’attenzione su questo fenomeno e sulla necessità di permettere la presenza di operatori volontari nei consultori per cercare di convincere le donne a non abortire. Don Oreste Benzi, il vecchio sacerdote romagnolo con la tonaca lisa, lascia oltre duecento case famiglia in Italia, sei case preghiera, sette case di fraternità, quindici cooperative sociali per inserire persone svantaggiate, sei centri diurni per valorizzare persone con handicap gravi, trentadue comunità terapeutiche. La sua associazione, è presente in Albania, Australia, Bangladesh, Bolivia, Brasile, Cile, Cina, Croazia, India, Kenya, Romania, Russia, Tanzania, Venezuela e Zambia.