FIORE DI LOTO

TI VOGLIO BENE PAPA'


    ' TI
 Tra pochi giorni saranno  32 anni che te ne sei volato via, dal tuo bozzolo è venuta fuori una bellissima farfalla piena di colori e luci,e se ne è volata dove c'è sempre la luce, dove la notte non esiste, e dove Colui che ci Ama ci tiene stretti a Lui. Te ne sei andato in silenzio, una polmonite ha indebolito il tuo cuore, e dopo due giorni di respirazione con l'ossigeno hai aperto le tue ali ed hai preso il volo, forse anche per te è stato difficile quel momento, noi eravamo tutti chini su di te ad urlare e a piangere, ma quando Lui ci chiama, noi dobbiamo andare. Sai papà credo che in questi 32 anni non ci siano stati giorni in cui io non ti abbia pensato, sei stato sempre nei miei pensieri, nei  momenti difficili, decisioni  difficili da prendere, gioie grandi, tu c’eri sempre, tu eri nei miei pensieri, e nel mio cuore. Quando ho detto il mio “si”,quando sono nati i miei figli, tu eri accanto a me, in silenzio come d’altronde lo sei sempre stato in vita,  silenzioso, taciturno, qualcuno affermava che soffrissi di misantropia, ma quale misantropia nonostante i tuoi silenzi, le tue poche parole, eri sempre il primo ad invitare qualcuno a mangiare con noi, ti è sempre piaciuto condividere un piatto di pasta e un buon bicchiere di vino con amici e parenti , io poi con il passare degli anni avevo imparato ad apprezzare questi  tuoi silenzi, perché quei silenzi non erano vuoti ma erano ricchi di sguardi, il cuore poi, non ha bisogno di parole per farsi comprendere.  Ricordi frammenti di vita insieme spesso riempiono la mia mente, ricordi  di una bambina felice curiosa, che aveva sempre voglia di litigare e di farsi notare,  tu eri il mio principe, il mio eroe, ma spesso eri anche quello  che ci puniva  severamente, ricordo  un anno senza televisore perché Silvano  lo aveva rotto, senza contare i ceffoni perché tra ,me e Silvano era un continuo bisticciare, poi i ricordi di una vita fatta di semplicità e amore, come quelli di una bambina che giocava a campana sotto casa e quando il pomeriggio tornavi dal lavoro, ti correvo incontro ti abbracciavo, poi io saltellando e per mano ce ne tornavamo a casa, oppure quando indossavo un abito nuovo , quello era sempre un pretesto per andare a passeggio, ricordo un vestito che la mamma mi aveva cucito era arancione di velluto liscio pieno di merletti,  quella domenica mattina non era prevista la passeggiata, la mamma era tutta presa in cucina, io volevo proprio uscire, avevo quel bel vestito, allora tu mi hai guardato e senza tante parole e mi hai detto di chiamare mio fratello,” e vai a passeggio”, , poi quando da bambina mi rifiutavo di mangiare la carne,  la mamma affermava che non c’era altro , ma tu la guardavi e le dicevi di farmi due uova al tegamino, volevi fare il duro ma non sempre ci riuscivi.Ricordi poi di quando sei arrivato con l’auto nuova: eravamo ad aspettarti alla finestra ci avevi avvisato della novità, poi  sei arrivato la macchina era molto bella, era una 1100 di due colori chiari,  e tu eri bellissimo altro che un pilota di formula UNO, e giù per le scale a vedere la macchina ed ad abbracciare  il “pilota”. Tu sei stato sempre bellissimo anche se tra noi c’erano 38 anni di differenza, io più passavano gli anni più ero orgogliosa di uscire con te,  pur nella tua grande semplicità eri sempre bellissimo, il tuo portamento elegante, il tuo fisico asciutto facevano di te un vero gentleman, le donne spesso ti guardavano, tu invece hai sempre avuto  occhi solo per noi, qualcuno raccontava che prima di sposarti eri un po’ irrequieto,  dopo però sei diventato il più fedele padre e marito, perché un uomo quando tradisce non tradisce solo la moglie ma tradisce anche i figli.  Ricordo un particolare, quando ero già un adolescente ,un po’ maliziosetta come è normale in quell’eta'  ed uscivo con il nonno o con gli zii, loro, pur nella loro grande serietà, con la coda dell’occhio  qualche sguardo a qualche bella donna lo lanciavano tu no, tu mai.Poi c’erano le vacanze, tu lì fiorivi, diventavi ancora più bello, abbronzato, alto longilineo, non eri certo un palestrato ma sicuramente avresti fatto invidia a quei ragazzotti di oggi tutti gonfiati e rozzi, l’unica cosa negativa del periodo delle vacanze era, che te ne andavi a pesca la mattina presto e tornavi  con dei cefali pescati al porto, qualcuno vivo finiva nella vasca da bagno, gli altri ce li dovevamo mangiare altrimenti te la prendevi, ora te lo dico papà non erano di mio gradimento ma li ho mangiati per amore.  Un’altra cosa che non dimenticherò mai di te, che fino a grandi continuavi a sbucciarci la frutta,  anch’io continuo a sbucciare la frutta ai miei figli anche se oggi sono grandi e mio marito che prima mi criticava  ora lo fa anche lui, sei contagioso papà. Il tempo passava ed io diventavo una donna via le trecce, vai con i capelli sciolti, le minigonne, il trucco, i primi capricci, poi quelli erano anni difficili ed io non ero certo un tipo tranquillo, qui cominciarono a nascere le prime incomprensioni, e devo dire che se anche eri molto permissivo con le minigonne ed il trucco, a differenza della mamma che  lpassava il tempo ad allungarmi le gonne ed io quando uscivo le giravo in vita per farle diventare  più corte, per quanto riguardava le uscite o andare a ballare eri un vero dittatore, prima il rientro la sera era per le 20.00, poi per le 21.00 e nei casi eccezionali per una festa o mangiare una pizza il rientro era perentorio non oltre le 21.30 con punizioni e rinunce  in caso di trasgressione, ricordo che nei periodi pre-elettorali mi vietavi perfino di recarmi a Roma  per acquisti o per una passeggiata, eri terrorizzato dagli attentati e dai disordini, quelli erano gli anni 70 e per me una ragazzina belloccia e con tante idee di indipendenza tutto questo era un vero incubo, gli anni passavano, arrivarono i primi amori, ma apriti cielo, nessuno andava bene, e quei pochi che frequentavano la casa li trattavi con distacco e freddezza, eppure tra noi c’erano delle intese fatte di gesti e di sguardi d’amore.  Tutto fino al giorno prima del tuo volo in cielo, tu eri seduto sul tuo letto d'ospedale, ti avevano da poco tolto l’ossigeno, non volevi mangiare niente, la nonna ti aveva mandato del brodo caldo, ma tu niente, sul comodino c’era un frutta, una bella pera matura, ti ho chiesto:”papà per favore mangia almeno questa”, tu hai fatto cenno di si con la testa, fino a poco prima eri tu a sbucciarmi la frutta ora io per la prima  e l’ultima volta in vita mia ti sbucciavo una frutta , l’ho sbucciata e te l’ho data, tu lentamente e forse anche un po’ nauseato l’hai mangiata, forse l’hai mangiata solo per farmi felice, poi ho preso la tua mano e senza tante parole l’ho accarezzata e stretta forte, te ne stavi andando, dopo poche ore te ne saresti volato via. Quelli sono stati i momenti più brutti, in quei periodi ho fatto perfino le sedute spiritiche, la disperazione era tanta, poi un po’ i ricordi di una vita insieme un po’ le storie che  raccontavano su te  amici e parenti, ed un po’ il tempo che passava, la ferita causata dalla tua dipartita  seppur lentamente guariva. Sai papà quanto ho sorriso quanto mi raccontavano episodi curiosi della tua gioventù, come quello che ti eri  venduto  una partita a pallone per una cena in un ristorante romano, insomma avevi fatto perdere la tua squadra per una cena, tranquillo papà oggi ne fanno di peggio. Poi la bella storia di solidarietà  che invece mi ha fatto commuovere  e che tu non mi avevi mai raccontato.Era  l’8 settembre 1943  la nostra città Frascati veniva bombardata dagli Americani che cercavano di cacciare i tedeschi poiché  vi era in quel tragico periodo, la sede del comando tedesco del feldemaresciallo Kesslring,  130 Boeing  americani, meglio conosciuti con il nome di Fortezze volanti, sganciarono ben 1300 bombe su Frascati un terzo della città venne distrutta, persero la vita circa 606 civili accertati e 700 soldati tedeschi, e in quelbombardamento ahimè venne colpito anche il ricovero dove si trovavanocredendosi al riparo centinaia e centinaia di frascatani, tutti morti, gli ingressi dei ricoveri poi erano bloccati con materiale e detriti di tutti i tipi, erano giornate molte calde e nessuno voleva andare a tirare fuori i cadaveri che dopo pochi giorni emanavano cattivo odore, c’era rischio di epidemie e non c’erano certo i mezzi di oggi, i militari poi avevano altro da fare allora , il parroco allora  chiese  aiuto ai giovani della piccola città martoriata, e tra i pochi che si fecero avanti c’eri tu papà, a casa cercarono dissuaderti , ma niente ti fece cambiare idea, e con uno straccio davanti alla bocca tu poco più che un ragazzo,esile e magro, insieme agli altri volontari tiraste fuori centinaia di cadaveri dando una degna sepoltura a chi aveva trovato la morte in quel luogo.Questa è una lettera fatta di tanti piccoli frammenti di vita, vita semplice forse banale ma che  vanno a comporre come in un puzzle una parola sola scritta con la maiuscola "AMORE"."Amore" quando guardo i tuoi nipoti, i miei figli, tutti e tre forse per strano caso della vita  hanno qualcosa di te: Giovanni il tuo fisico e le tue gambe lunghe muscolose e ben fatte, Emanuele il tuo  naso aquilino  i tuoi occhi  neri intensi  e il tuo sguardo profondo un po’ come la canzone della Nannini “Bello, Bello ed impossibile con gli occhi neri ed il suo sapore mediorientale” , ed infine Davide la tua bocca meravigliosa ed il tuo mento volitivo,  grazie papà . Ti abbraccio mio meraviglioso papà  ti voglio bene , un bacio                                        La tua scodataP.S. scodata così mi chiamavi,sai, non ne ho mai capito il significato   Lettera già pubblicata qualche anno fa, sempre nella ricorrenza della scomparsa del mio meraviglioso papà.