FIORE DI LOTO

"IO SONO RICCA PERCHE' LIBERA"


  Da bambina non amavo la storia, troppe date, troppi nomi da ricordare, mio padre al contrario, la adorava, la casa poi era piena di libri di storia , Montanelli era il suo preferito,io amavo mio padre ecosì anch’io senza alcuna imposizione ma quasi per amore familiare, con il passare del tempo ho imparato a leggere ed ad apprezzare i suoi libri di storia.Da un po’ di tempo a questa parte più di  qualcuno afferma  che i testi di storia oggi siano faziosi, che la storia sia scritta dai vincitori e di conseguenza alterata e di parte.Io non voglio entrare in polemica né con la storia dei vincitori né con la storia dei vinti. Io oggi voglio scrivere la storia vissuta del secolo passato dei miei nonni, in particolare delle mie nonne, due donne eccezionali di cui ho pubblicato qualche tempo fa un post, episodi di quel post li trascriverò anche qui, per favore non  accusatemi di essere ripetitiva. Credetemi ora è fondamentale il copia-incolla.Torniamo alle mie meravigliose nonne, loro erano delle donne non molto dediche a carezze e coccole fisiche, le loro carezze erano fatte di storie e racconti, destinate si al mio cuore ma principalmente alla  mia mente,  , loro avevano lavorato fuori dell’ambito familiare, avevano contribuito insieme ai loro mariti a crescere e costruire un futuro per loro figli. Io poi, da parte della mia nonna paterna ero l’unica nipote femmina, di conseguenza per me c’eranonon solo le attenzione per la bambina  di casa, ma credo che lei riponesse in me,  sogni e aspettative di una straordinaria donna di fine ottocento per le nuove generazioni del mondo femminile,   era una donna molto bella , ma la sua forza non era il fascino ma il coraggio, l’intelligenza e la determinazione.Lei sosteneva  che il fascismo fosse stato un crimine contro l’intera popolazione, chiudere delle persone in prigione o chiuderle in uno stato fascista era praticamente la stessa cosa e le conseguenze della  dittatura fascista se non con il suo sangue, lei le aveva comunque vissute e subite sulla sua pelle, poichè con l’iniziò del fascismo inizieranno per la sua famiglia i primi e gravi problemi: mio nonno impiegato statale, non per essere iscritto a partiti,o movimenti rivoluzionari, ma solo per essersi rifiutato di iscriversi al fascio perse il lavoro, la scuola poi le rimandava i figli a casa, poichè lei si rifiutava di fare indossare loro la divisa  fascista, ma lei più determinata che mai, li rimandava a scuola senza divisa e  con il grembiule. Al negozio passava qualche prepotente al potere a riscuotere qualcosa, ma lei con il suo coraggio lo cacciava, la beneficenza affermava la faccio a chi dico io, non riempio la pancia ai prepotenti e violenti, e cosi era, era dura e forte con i prepotenti di quell'epoca e generosa con i deboli, con i poveri.Quanti dispetti, furti, danni al negozio durante la notte dovette subire da questi signori, ma lei rimase sempre dignitosamente forte, nei suoi racconti dal suo volto non trapelava  mai paura ma grande forza e determinazione, si è vero in molte occasioni era certa che avesse messo a rischio la vita sua e della famiglia, ma lei era così, non avrebbe mai potuto fingere, e poi diceva sempre che Dio ci aveva fatto creature libere e noi tutti, oggi come ieri avevamo il dovere di lottare per la libertà ,senza di essa non c’è dignità,e si finisce per  diventare delle bestie se si sarebbero accettati  i giochi perversi di quegli infami, che sono stati per il nostro paese solo portatori di devastazione e morte.Da parte della nonna materna invece ero la prima nipote, la maggiore e di conseguenza ero ritenuta la più grande, la più responsabile, ideale per ascoltare e comprendere storie di vita vissuta.Lei forse il fascismo l’aveva vissuto più passivamente, ma la sua sofferenza anche perché non reattiva credo sia  stata maggiore. Quando mi raccontava le storie di quel periodo, il suo viso da dolce e rassicurante che era normalmente, diventava cupo e duro, la sua bocca carnosa diventava quasi sottile, e i suoi occhi profondi ed intensi si riempivano di lacrime, lei mi raccontava che durante quegli anni bui  dalle persiane socchiuse della sua casa situata al centro del paese non molto lontana dalla sede del fascio,  assisteva molto frequentemente a scene di efferata violenza, loro, gli squadroni fascisti  giravano  spavaldi per il paese, e muniti di bastoni e manganelli pestavano a sangue fino qualche volta anche ad uccidere, chiunque avesse solo dichiarato di avere opinioni diverse dalle loro.Lei avrebbe voluto intervenire fermare quegli scempi, aprire le finestre urlare, buttare dalle finestre secchi d’acqua , ma come poteva farlo ?  Aveva dei bambini piccoli, delle volte le sembrava quasi percepire l’odore del sangue, tanto era forte la sensazione di dolore, che questi signori procuravano solo a guardarli agire contro dei giovani inermi. Il dolore, il tonfo al cuore che le procurava nel sentirli anche solo passare sotto la sua casa, i loro slogan senza significato,le facevano    gelare il sangue.Anche se  la sua più grande paura era quella  di vederli dirigersi alla casa di  fronte, un istituto di suore che ospitava nei seminterrati, decine e decine di ebrei, fortunatamente però questo non avvenne mai. Poi finì la guerra , il paese fu grazie a Dio liberato dal nazi-fascismo, ma la sua casa essendo stata bombardata ,lei con la sua famiglia ,da sfollati, furono costretti a vivere fino alla ricostruzione della loro abitazione  in un  paese limitrofe, da dove  ogni mattina lei era costretta a prendere il tram per recarsi nel suo laboratorio di maglieria a lavorare , un tram pieno di donne ,anche loro dirette al lavoro, tra queste vi erano molte giovani  comuniste, si comuniste, niente di tenero allora, forse imbruttite anche da decenni di fascismo e di violenze, e qui niziarono i problemi,,all’inizio queste signore  provarono  solo a convincerla con slogane chiacchiere, molte chiacchiere .ma lei non condividendo discorsi ed idee cercava di tagliare corto ,non rispondendo spesso alle loro  provocazioni.Un giorno però la iniziarono ad insultare e le urlarono :”Anche tu sei una poveraccia, una morta di fame  anche tu lotti per vivere, perché non vuoi capire? “ Una di loro arrivò perfino a lanciarle una borsa piena di roba ,procurandole un livido su un braccio. A quel punto mi disse mia nonna:" finii di subire, mi voltai verso di loro dicendo: “IO SONO RICCA PERCHE’ SONO LIBERA” ", continuò ancora : “anni di regime di sofferenze non vi hanno cambiato, povere e morte di fame, lo siete, e rimarrete così, schiave e vittime di ideologie del terrore “. Quel giorno tornò a casa con un livido su un braccio ma felice e serena, e da quella volta in poi, nessuno mai più la insultò sul tram, impararono perfino a dirle buongiorno. Io è cosi che voglio essere ricca di libertà, e a chi mi dice  di essere una catto-comunista, ribadisco:"no io sono solo una  cristiana libera, la mia testa, la mia mente non si farà mai manipolare da vecchi politici pervertiti e corrotti, io la lezione di civiltà dalle mie nonne   l'ho appresa.  LE MIE NONNEPost n°113 pubblicato il 13 Marzo 2012 da soleluna140