FIORE DI LOTO

TI VOGLIO BENE PAPA'


 Tanti anni sono passati dal quel lontano 6 dicembre 1980, quando dal tuo bozzolo è venuta fuori una bellissima farfalla piena di colori e luci,e se ne è volatadove c'è sempre la luce, dove la notte non esiste, e dove Colui che ci Amaci tiene stretti a Lui. Te ne sei andato in silenzio, una polmonite ha indebolito il tuo cuore, e dopo due giorni di respirazione con l'ossigeno hai aperto le tue ali ed hai preso il volo, anche per te è stato difficile quel momento,noi eravamo tutti chini su di te ad urlare e a piangere, ma quando Lui cichiama, noi dobbiamo andare. Sai papà credo che in questi anni nonci siano stati giorni in cui io non ti abbia pensato, sei stato sempre neimiei pensieri, nei  momenti difficili, decisioni  difficili da prendere, gioie grandi, tu c’eri sempre, tu eri nei miei pensieri, e nel mio cuore. Quando ho detto il mio “si”,quando sono nati i miei figli, tu eri accanto a me, insilenzio come d’altronde lo sei sempre stato in vita,  silenzioso, taciturno,qualcuno affermava che soffrissi di misantropia, ma quale misantropianonostante i tuoi silenzi, le tue poche parole, eri sempre il primo adinvitare qualcuno a mangiare con noi, ti è sempre piaciuto condividere un piatto di pasta e un buon bicchiere di vino con amici e parenti , io poi con il passare degli anni avevo imparato ad apprezzare questi  tuoi silenzi, perché quei silenzi non erano vuoti ma erano ricchi disguardi, il cuore poi, non ha bisogno di parole per farsi comprendere.  Ricordi frammenti di vita insieme spesso riempiono la mia mente,ricordi  di una bambina felice curiosa, che aveva sempre voglia dilitigare e di farsi notare,  tu eri il mio principe, il mio eroe, maspesso eri anche quello  che ci puniva  severamente, ricordo un anno senza televisore perché Silvano  lo aveva rotto, senza contare i ceffoni perché tra ,me e Silvano era un continuo bisticciare, poi i ricordi di una vita fatta di semplicità e amore, come quelli diuna bambina che giocava a campana sotto casa e quando ilpomeriggio tornavi dal lavoro, ti correvo incontro ti abbracciavo, poi io saltellando e per mano ce ne tornavamo a casa, oppurequando indossavo un abito nuovo , quello era sempre un pretesto per andare a passeggio, ricordo un vestito che la mamma miaveva cucito era arancio di velluto  pieno di merletti, quella domenica mattina non era prevista la passeggiata, la mamma era tutta presa in cucina, io volevo proprio uscire,avevo quel bel vestito, allora tu mi hai guardato e senza tanteparole e mi hai detto di chiamare mio fratello,” e vai a passeggio”,, poi quando da bambina mi rifiutavo di mangiare la carne,  la mamma affermava che non c’era altro , ma tu la guardavi e le dicevi di farmi due uova al tegamino, volevi fare il duro manon sempre ci riuscivi.Ricordi poi di quando sei arrivato conl’auto nuova: eravamo ad aspettarti alla finestra ci avevi avvisato della novità, poi  sei arrivato la macchina eramolto bella, era una 1100 di due colori chiari,  e tu eri bellissimo altro che un pilota di formula UNO, e giù per le scale a vedere lamacchina ed ad abbracciare  il “pilota”. Tu sei stato sempre bellissimo anche se tra noi c’erano 38 anni di differenza,io più passavano gli anni più ero orgogliosa di uscire con te, pur nella tua grande semplicità eri sempre bellissimo, il tuo portamento elegante, il tuo fisico asciutto facevano di te un vero gentleman, le donne spesso ti guardavano, tu invece hai sempre avuto  occhi solo per noi, qualcuno raccontava che prima di sposarti eri un po’ irrequieto,  dopo però sei diventato il più fedele padre e marito, perché un uomo quando tradisce non tradisce solo la moglie ma tradisce anche i figli.  Ricordo unparticolare, quando ero già un adolescente ,un po’ maliziosetta come è normale in quell’eta'  ed uscivo con il nonno o con gli zii,loro, pur nella loro grande serietà, con la coda dell’occhio  qualchesguardo a qualche bella donna lo lanciavano tu no, tu mai.Poi c’erano le vacanze, tu lì fiorivi, diventavi ancora più bello,abbronzato, alto longilineo, non eri certo un palestrato masicuramente avresti fatto invidia a quei ragazzotti di oggi tutti gonfiati e rozzi, l’unica cosa negativa del periodo delle vacanze era, che te ne andavi a pesca la mattina presto e tornavi  con dei cefali pescati al porto, qualcuno vivo finiva nella vasca dabagno, gli altri ce li dovevamo mangiare altrimenti te la prendevi,ora te lo dico papà non erano di mio gradimento ma li ho mangiati per amore. Un’altra cosa che non dimenticherò mai di te, che fino a grandi continuavi a sbucciarci la frutta,  anch’io continuo a sbucciare la frutta ai miei figlianche se oggi sono grandi e mio marito che prima mi criticava  ora lo fa anche lui, sei contagioso papà. Il tempo passava ed io diventavo una donna via le trecce, vai con i capelli sciolti, le minigonne, il trucco, i primi capricci, poi quelli erano anni difficilied io non ero certo un tipo tranquillo, qui cominciarono a nascere le primeincomprensioni, e devo dire che se anche eri molto permissivo con le minigonne ed il trucco, a differenza della mamma che  passava iltempo ad allungarmi le gonne ed io quando uscivo le giravo in vita perfarle diventare  più corte, per quanto riguardava le uscite o andare a ballare eri un vero dittatore, prima il rientro la sera era per le 20.00,poi per le 21.00 e nei casi eccezionali per una festa o mangiare unapizza il rientro era perentorio non oltre le 21.30 con punizioni erinunce  in caso di trasgressione, ricordo che nei periodi pre-elettorali mi vietavi perfino di recarmi a Roma  per acquisti o per una passeggiata,eri terrorizzato dagli attentati e dai disordini, quelli erano gli anni 70e per me una ragazzina belloccia e con tante idee di indipendenza tuttoquesto era un vero incubo, gli anni passavano, arrivarono i primiamori, ma apriti cielo, nessuno andava bene, e quei pochi che frequentavano la casa li trattavi con distacco e freddezza, eppure tranoi c’erano delle intese fatte di gesti e di sguardi d’amore.  Tutto finoal giorno prima del tuo volo in cielo, tu eri seduto sul tuo letto d'ospedale, ti avevano da poco tolto l’ossigeno, non volevi mangiare niente, la nonna ti aveva mandato del brodo caldo, ma tu niente, sul comodinoc’era un frutta, una bella pera matura, ti ho chiesto:”papà per favoremangia almeno questa”, tu hai fatto cenno di si con la testa, fino a pocoprima eri tu a sbucciarmi la frutta ora io per la prima  e l’ultima voltain vita mia ti sbucciavo una frutta , l’ho sbucciata e te l’ho data, tulentamente e forse anche un po’ nauseato l’hai mangiata, forse l’hai mangiata solo per farmi felice, poi ho preso la tua mano e senza tante parole l’ho accarezzata e stretta forte, te ne stavi andando, dopo poche ore te ne saresti volato via. Quelli sono stati i momenti più brutti, in queiperiodi ho fatto perfino le sedute spiritiche, la disperazione era tanta, poi un po’ i ricordi di una vita insieme un po’ le storie che  raccontavano su te  amici e parenti, ed un po’ il tempo che passava, la ferita causata dalla tua dipartita  seppur lentamente guariva.Sai papà quanto ho sorriso quanto mi raccontavano episodi curiosidella tua gioventù, come quello che ti eri  venduto  una partita apallone per una cena in un ristorante romano, insomma avevi fattoperdere la tua squadra per una cena, tranquillo papà oggi ne fannodi peggio. Poi la bella storia di solidarietà  che invece mi ha fatto commuovere  e che tu non mi avevi mai raccontato.Era  l’8 settembre1943  la nostra città Frascati veniva bombardata dagli Americani checercavano di cacciare i tedeschi poiché  vi era in quel tragico periodo, la sede del comando tedesco del feldemaresciallo Kesslring,  130 Boeing  americani, meglio conosciuti con il nome di Fortezze volanti, sganciarono ben 1300 bombe su Frascati un terzo della città venne distrutta, persero la vita circa 606 civili accertati e 700 soldati tedeschi, e in quelbombardamento ahimè venne colpito anche il ricovero dove si trovavanocredendosi al riparo centinaia e centinaia di frascatani, tutti morti, gli ingressi dei ricoveri poi erano bloccati con materiale e detriti di tutti itipi, erano giornate molte calde e nessuno voleva andare a tirare fuori i cadaveri che dopo pochi giorni emanavano cattivo odore, c’erarischio di epidemie e non c’erano certo i mezzi di oggi, i militari poiavevano altro da fare allora , il parroco allora  chiese  aiuto ai giovanidella piccola città martoriata, e tra i pochi che si fecero avanti c’eri tupapà, a casa cercarono dissuaderti , ma niente ti fece cambiare idea, e con uno straccio davanti alla bocca tu poco più che un ragazzo,esile e magro, insieme agli altri volontari tiraste fuori centinaia di cadaveri dando una degna sepoltura a chi aveva trovato la morte in quel luogo.Questa è una lettera fatta di tanti piccoli frammenti di vita, vitasemplice forse banale ma che  vanno a comporre come in un puzzle una parola sola scritta con la maiuscola "AMORE"."Amore" quando guardo i tuoi nipoti, i miei figli, tutti e tre forse per strano caso della vita  hanno qualcosa di te: Giovanni il tuo fisico e le tue gambe lunghe muscolose e ben fatte, Emanuele iltuo  naso aquilino  i tuoi occhi  neri intensi  e il tuo sguardo profondoun po’ come la canzone della Nannini “Bello, Bello ed impossibile congli occhi neri ed il suo sapore mediorientale” , ed infine Davide la tuabocca meravigliosa ed il tuo mento volitivo,  grazie papà .Ti abbraccio mio meraviglioso papà  ti voglio bene , un bacio                                       La tua scodataP.S. scodata così mi chiamavi,sai, non ne ho mai capito il significato 
  Lettera già pubblicata qualche anno fa, sempre nella ricorrenza della scomparsa del mio meraviglioso papà.