VIOLENZA SULLE DONNE

AVEVO 17 ANNI.....


Avevo 17, già compiuti,li avevo festeggiati in un ospedale psichiatrico, Paolo Pini di Milano - Via ippocrate, difficile dimenticare quella via, quel posto, eppure è li che che ho conosciuto Alda Merini, allora non era famosa come oggi, anche se qualcosa era stato già pubblicato, dividevamo la stessa stanza. Al Pini ci ero arrivata perchè in due anni avevo tentato di togliermi la vita per svariate volte, dal reparto Origgi di Niguarda ero andata a villa Turro, dopo un mese trasferita nel posto più bello del mondo: Il P. Pini, dove non eri più un essere umano, ma un numero da sperimentare, quante volte sono stata legata al letto, più cercavo di ribellarmi più venivo punita. Data la giovane età mi salvai, non mi fecero eletroscoh solo la cura del sonno. Quando dopo un anno uscii, mia madre pensò bene di mandarmi in Calabria, ero brava con i mezzi, sveglia, ma handicappata nei confronti dei ragazzi, ne avevo avuto uno, Mimmo, ma poi con la storia dell'ospedale mi aveva lasciato, si era scusato, ma nel mio stato non poteva più fare affidamento su di me per il futuro, il mio primo grande amore, nel momento del bisogno era volato......ci piansi non lo nego, lo odiai anche all'inizio, poi tutto passò, quella fu la mia grande delusione, ero ragazzina, figuriamoci, oggi se ci penso mi viene da ridere, all'epoca però per me fu un dramma. In Calabria avrei dovuto riposarmi, distendermi, il paese era tranquillo, così mia madre pensò bene di avvertire un suo caro amico: "Italo", di darmi un'occhiata,....mi guardò bene l'amico, profondamente quel maiale....all'epoca portavo delle minigonne da capogiro, scarpe con tacco alto, ero snella e giovane, carina è sola! Al mio paese destai scandalo, gli uomini si giravano a guardarmi, mi sbranavano con gli occhi, ero una di città, quindi si sa, quelle di città....ecc...ecc...Ero lì ormai da un mese, Italo una sera venne per invitarmi fuori, (era vecchio per me), aveva quasi 40 anni, un matusalemme, mi rifiutai adducendo delle scuse stupide, ed anzi gli dissi che era meglio che se ne andasse, cos' io sarei andata a letto; "da sola'", mi chiese? - Certo, da sola - gli risposi - cominciò a farmi un mucchio di domande, se avevo il ragazzo, com'era, mi piaceva, ci avevo già fatto l'amore, di uomini ne avevo visti?....ancora oggi quando ci penso mi viene da vomitare, cominciò ad avvicinarsi, a toccarmi, mi ribellai, ma lui era più forte, caddi sul letto con lui sopra, slacciò la patta, tirò fuori l'arnese.....mi strappò lo slip e cerco di violentarmi, ma io non volevo e tenevo le gambe per quanto possibile strette....lui venne, si alzò, ero tutta sporca, mi guardò si mise a ridere e mi disse che quella roba appiccicosa serviva per fare i bambini....cosa mi saltò in mente non lo so, presi le forbicine, erano sul comodino e le strisciai sul suo viso, vedo lui che si porta una mano sulla guancia, urla, il sangue che sporca tutto, io corro fuori e grido aiuto, la gente accorre, mi guardano, sono mezza nuda, gli abiti strappati, sembro un'ossessa.....mi portano dai carabinieri, viene un medico...resto nella caserma per quasi un giorno e mezzo, mia madre avvisata viene a prendermi, altro casino, lei urla contro di me: "Cos'hai combinato? Non ti vergogni?" - io devo vergognarmi, mamma  ma lui..... taci, taci la gente non deve sapere...già la gente non deve sapere, ma se ormai sono sulla bocca di tutti, andiamo via di notte, fuggiamo come se la colpa fosse mia. Per 32 due anni, non ci sono più  tornata, due anni fa quando sono arrivata in quel maledetto paese mi pareva che tutti si ricordassero, sicuramente non si sono dimenticati, ma questa volta non mi vergognavo, avevo capito che non ero colpevole, ma martire delle voglie di un paesanotto...ho camminato per  il paese con passo spedito, guardando in faccia tutte le persone che incontravo, la mia è stata una sfida; li guardavo e camminando mi sentivo superiore a loro, ed ancora adesso provo la medesima sensazione. La reazione di mia madre fu dovuta al fatto che scoprì che con il mio ragazzo avevo già fatto qualcosa perchè non ero vergine, quindi per lei la colpa era mia, visto che sapevo dovevo stare attenta. Il fatto per lei si chiuse così, non se ne parlò più. Stop. Finito! Per la Giustizia Italiana invece ci fu uno strascico giudiziario visto che avevo usato un'arma per difendermi, interrogazioni su interrogazioni, processo a porte chiuse a Catanzaro, perchè il fatto era accaduto in Calabria, condanna a....avete capito bene, fui condannata, io a 18 mesi per averlo sfregiato, lui a 10 anni per tentata violenza....dopo 5 anni era già fuori, LUI. Io venni condotta in riformatorio, presso il Nazareth di Milano a San Siro, vi rimasi solo un anno ma in quell'anno ottenni la fiducia delle suore, mi mandavano dal calzolaio a portare le scarpe da riparare.... ottenni dei benefici e credo che essere lì fu la mia salvezza. Qualche volta uscivo con le Madre Paola, sapevano che non avevo voglia di scappare e poi dove avrei potuto mai andare? Ero protetta da loro, ma purtroppo fui considerata tanto brava che quando mi recai al Tribunale dei Minori di Milano (Pres. Dr. Barbarito), assistente sociale, psicologo ed altre persone decisero di darmi "l'emancipazione anticipata"; allora si diventava maggiorenni a 21 anni, con questa declaratoria per la legge Italiana acquisivo gli stessi diritti e doveri di un maggiorenne. Mi aiutarono a trovare casa e lavoro, poi venne il giorno in cui dovetti lasciare tutto, nel salutare le mie suore piangevo, ora mi attendeva una nuova vita, dovevo camminare da sola, la vita mi attendeva, ero giovane e loro erano certe che sarei riuscita ad andare avanti. Sono tutta sudata, l'emozione nel raccontare questo pezzo di vita è stato immenso, è solo per pudore ho dovuto non scrivere alcuni passaggi, una cosa che ho sempre cercato di tenere nascosta, ecco allora il mio urlo che si alza forte, vibrante, pieno di vita, ora!......RIFLESSIONE: Mi è rimasta una paura che non so descrivere, in ogni uomo che si avvicina vedo un orco, non è facile per me, non voglio essere toccata, se un uomo mi sorride tremo, penso sempre ad una tresca, mi sento come un pesce pronto per essere adescato, una sensazione terribile, e sopratutto non ho fiducia nel sesso maschile, con tutto ciò mi sono sposata ed ho anche dei figli, ho cercato di rendere la mia vita uguale a tante altre donne, non è vero, tra l'apparire e l'essere c'è molta differenza, solo chi ha provato sulla sua pelle comprende di cosa sto parlando.(L'immagine è per gentile concessione di un'amica!)