FLORESDEUSTAD

Gli specchi.


Questa canzone...sì...questa che stai ascoltando anche tu,ora, adessomentre leggi queste parole...la ritrovo dopo molto, moltissimotempo...e tutto torna in mente...Era una fredda, limpida mattina...e la quiete del mare a due passi da me,mi faceva socchiudere le palpebre perassaporare meglio l'odore del mare.Un brivido di freddo,e quel bar deserto,con le pareti di legno laccatocolor crema che incorniciavano grandi specchi antichi, con ricami dorati ormai logori,mi promettevano un caffè bollente,nero, forte e profumato....Entrando, ed ordinando distrattamenteil caffè, voltai le spalle al bancone,mettendomi a leggere superficialmentei titoli di uno sgualcito e troppo letto giornale buttatosu un tavolino...Ero in piedi...godendo del teporedi un enorme lampadario di cristallo,quando la filodiffusione mando' in onda proprio questa canzone che stai ascoltandoanche tu...E' bellissima......è rarefatta...interessante...corposa di note magiche..voce profonda...Senza nemmeno accorgermene,cominciai a tenere il tempo con un piede,senza staccare la punta dal pavimento...solo con il tallone...come faccio io.Il caffè portato dal camerire mi fecesollevare lo sguardo verso lo specchio che avevo di fronte,ed oltre alla sua presenza, nel riflessonotai una donna di spalle...La sua immagine di spalle mi incuriosì.La osservai bevendo il caffè,tenendo sempre compagnia al ritmodi questa meravigliosa canzone.Era sola...elegante senza eccedere.Misi a fuoco la mia visuale oltre lei,nello specchio che aveva di fronte,vidi che parte del viso era nascosto dauna tazza bianca e fumante che teneva con entrambe le mani...Mi osservava...e mi sorprese...mi osservava tenere il tempo in quel modo.Era strano pensai...due sconosciutiche si osservavano riflessi, dandosi le spalle,come se fossero in due mondi distanti...eppure così vicini...Due vite...due presenze....due strade che si incrociavano.Rimanemmo così qualche secondo, e poi...impercettibilmente, lei cominciò a tenereil tempo come facevo io...anche lei senza sollevare la punta...Alzai lo sguardo un po' sorpresonuovamente su di lei.I suoi occhi sorrisero un attimo......come divertiti...Non vidi le labbra...ma i suoi occhisorrisero, ne sono sicuro ancora adesso...Abbassò lo sguardo...uno...forse due secondi...e tornarono ad osservarmi nel riflesso.Io.... riflesso...lei riflessa...spalle contro spalle...un lampadario anticoilluminato che ci scaldava...e nell'aria questa canzone...Eravamo due perfetti sconosciuti,e senza alcuna parola stavamo ballando insieme,tenendoci stretti da uno sguardofisso..intenso e divertito..Un filo steso tra noi oltre il tempo......oltre lo spazio...oltre la ragione...Ballavamo lentamente...osservandoci dentro gli occhi......tenendoci strette a noi le altrui anime, in quel momento nude,prive di qualsiasi corpo fisico. Non esisteva caffè nero...lampadario illuminato......non esistevano specchi dorati......legni logori color crema...Eravamo solo due che ballavanouna canzone senza tempo...sospesi in uno spazio indefinito, ...maledettamente intenso...Ballamo così...fino al termine di questa canzone...poi...distolse lo sguardo, abbassandolo...e la trovai più bella che mai. Non feci in tempo nè a voltarmi...nè ad avvicinarmi a lei...scomparve in un attimo...senza voltarsi...scomparve.La cercai in tutti i riflessi...tra i ricami dorati...inutilmente...Forse avevo immaginato tutto,forse la magia di questa canzonemi aveva stregato...Si forse era così...Terminai di bere il caffè ormai freddo...Ero ancora in quello spazio senza tempo...Andai al bancone e pagai il caffè,e mentre andavo via, feci in tempoa vedere il cameriere togliereda sopra il banconeuna tazza bianca baciata da un ricordo di rossetto.FdU