Liberi come l'aria

Sulla Cattiveria


Non capirò mai la cattiveria gratuita che dalle bocche di tante persone viene fuori, ferendo o cercando di ferire chi gli sta vicino, chi non rientra nella loro cerchia di elite. Si parla degli altri, di come sono, ovvero di come si pensa che siano, senza nemmeno conoscerli. Si traggono conclusioni, dettate solo dalla propria distorta immaginazione, e non da fatti reali di cui si conosce capo e coda. Ho sempre vissuto le relazioni con gli altri in modo pacifico, prendendo tutto per buono, partendo da una visione “positiva”, di chi non conosco ancora. Per evitare che un’idea sbagliata su una persona possa portarmi a perdere l’opportunità di conoscere quanto è bella dentro, con tanto da donare ed insegnare. Non mi sono mai fatto un’idea degli altri, basandomi sulle parole di terze persone, ma ho toccato e provato con le mie mani, per conoscere fino in fondo e non fermarmi al (pre)giudizio che altri si sono già costruiti per chi sa quale motivo.. Pretendere che altri la pensino allo stesso modo, o si comportino come me, non è giusto. Ma mi chiedo se ci vuole poi così tanto a cercare di essere persone corrette. Come si fa, poi, a tornare a casa e dormire tranquilli, dopo che per tutto il giorno o quasi, non si è fatto altro che buttare veleno con le proprie parole e atteggiamenti? Come ci si può sentire a posto con la propria coscienza? Non dico di essere Santo,  e di non sbagliare mai, anche perché sbaglio 1000 e più volte al giorno. Ma la cattiveria, esercitata in modo gratuito e non, è una cosa che mi lascia tanto amaro in bocca. Specialmente se arriva da chi non te lo aspetti; da qualcuno cui non hai fatto nulla, o con cui hai sempre cercato di avere un buon rapporto. Se poi arriva da chi hai amato, fa ancora più male, portandoti a chiedere alla tua anima: Chi hai amato? E non è necessario fare o dire qualcosa di particolare; tante volte basta anche non fare o non dire.   Ma va bene così.. andiamo avanti.. incuranti, di chi, troppo fermo su se stesso, non farebbe che bloccare il nostro cammino, già difficile di suo.