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IL 4-4-2

Post n°25 pubblicato il 21 Ottobre 2009 da fossolese1945

Una delle cose più belle del giuoco del calcio è che tutti possono dire cosa ne pensano, indipendentemente dall’età dal sesso e dal livello culturale; non c’è libertà più autentica di quella che si vive in questo mondo.
Si pensi a quanto è stato scritto e detto sull’opportunità di scegliere un modulo: 4-4-2, 3-4-3,  3-4-1-2,  4-5-1.
È meglio uno o l’altro? Si adatta questo o quello? Tante domande alle quali bisogna cominciare a dare delle risposte il più razionali possibili.
Quanto offre il 4-4-2 come fase difensiva e come occupazione omogenea degli spazi del campo nella fase di non possesso palla, non lo offre nessun sistema difensivo. È opportuno rammentare infatti che il sistema di giuoco che viene “numericamente” indicato definisce il sistema difensivo, non altro. Negli ultimi anni il significato è stato allargato e oggi la formula numerica significa tutto: il primo numero sono i difensori, il secondo i centrocampisti il terzo gli attaccanti.
Primo quesito:
Come possono 3 difensori (di cui uno arretrato) occupare meglio e più spazio di 4 difensori?
Non credo sia geometricamente possibile.
Una delle conseguenze della disposizione con 3 difensori impone alla squadra l’obbligo di avere un solo esterno per fascia.
Secondo quesito
Che caratteristiche deve possedere questo esterno?
La logica direbbe:
• buona interdizione soprattutto quando fa il “terzino”;
• buona velocità per le azioni di contropiede e per guadagnare profondità;
• grande capacità di dribbling in prossimità dell’area avversaria;
• gran tiro per quando entra in area;
• gran capacità di crossare per quando arriva sul fondo del campo avversario.
Veramente c’è qualcuno che crede possa esistere un giocatore con capacità condizionali e tecniche tutte così evolute?
Io non credo.
Spesso questo ruolo da esterno è ricoperto da difensori laterali “riciclati” che fanno bene la fase di non possesso palla ma spesso non sono bril-lanti in fase di proposta commettendo grossolani errori di tecnica individuale .
Sbagliano molto (sono le statistiche a dirlo) per-ché gli viene chiesto molto sotto il profilo ener-getico e se si vuole salvaguardare lo spettacolo, l’efficacia e la pulizia del gesto, non si possono creare queste situazioni.
Quante volte deve percorrere la fascia l’unico esterno di una squadra durante una gara e con quale efficacia?
Troppe.
Il calcio a questa velocità è ormai iperspecializzazione del ruolo. E’ noto che quello che consuma energeticamente un difensore è diverso da quanto consuma un centrocampista o un attaccante. Ci sono concentrazioni di acido lattico diverse nei muscoli. Una diverso grado di lucidità comporta un conseguente grado di possibilità di gesto pulito Si sta già pensando, qualcuno già lo fa, a preparazioni mirate per difensori, centrocampisti e attaccanti. Solo questo atteggiamento della iperspecializzazione del ruolo porterà a velocizzare la qualità del gesto e renderlo sempre più spettacolare e appetibile dai mass-media.
Per continuare la nostra analisi possiamo affermare che davanti ai 3 difensori ci sono quasi sempre due centrocampisti centrali di “quantità” o interditori decisi che hanno essenzialmente due funzioni:
1) filtrare centralmente le azioni avversarie;
2) proteggere e supportare il trequartista cen-tralmente.
Il nocciolo della questione lo abbiamo raggiunto: questo squilibrio di squadra nasce per dare libertà al numero 10.
Ma siamo tutti sicuri che il nostro trequartista, n. 10, ispiratore o come lo si vuole chiamare, trae veramente vantaggio dalla posizione che assume in un 3-4-1-2 o 3-5-2?
Personalmente ritengo che quella posizione danneggi l’uomo di talento e qualità perché:
1) Il n.10 è troppo attaccato alla linea dei centrocampisti e troppo attaccato alla linea degli attaccanti;
2) Avendo di fatto 8 giocatori dietro la sua linea, il n.10 gioca in continuazione con le spalle alla porta avversaria.
3) I suoi compagni che dovrebbero con il loro movimento garantire dei suggerimenti da n.10 di fatto sono ancorati a compiti d’inter-dizione centrale o di sosta sterile, comunque non efficace lateralmente.
A che serve?
I gesti importanti, quelli che solevano la qualità del gioco del n. 10, dal “piattume” che caratterizza buona parte del gioco, in squadra sono quelli fronte alla porta avversaria, sono i momenti dell’esaltazione della giocata, del dribbling, della finta del tiro; il resto è noia pedante.
Se poi ad incontrarsi sul campo sono due squa-dre che adottano lo stesso modulo dei 5 centrocampisti, lì avremo tutti nello spazio di 35 metri!
Pensa che spettacolo, quanti calcioni (pardon verticalizzzazioni) avanti per saltare un centrocampo così affollato di mastini-interditori.
Ritengo che lo spettacolo calcistico, quello mediatico per intenderci, abbia bisogno di centrocampisti laterali di razza che sappiano saltare l’avversario, di difensori laterali che finita la fase di non possesso palla sappiano creare superiorità numerica con le loro sovrapposizioni.
Abbiamo bisogno di attaccanti che vengano incontro al pallone per creare situazioni di superiorità, dribbling e tiro. Spesso sentiamo dire che in ogni squadra serve un pivot che sappia distribuire palloni, che faccia da torre. Per favore , il pallone per quanto possibile giochiamolo a terra, è più eccitante, anche perchè il pivot è un giocatore del basket che, poco c’entra con il giuoco del calcio.
Per concludere a mio avviso 4-4-2 è meglio perché vengono esaltate le caratteristiche tecniche e tattiche dell’individuo. 4-4-2 è calcio vero il resto mi sembra solo confusione male organizzata. In molti non saranno d’accordo e me ne compiaccio perché il mondo del calcio è un mondo meraviglioso nel quale tutti possono dire la loro nella certezza democratica di essere contraddetti, io per primo.

 
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