FRANCO's He(art)

di CARTA


La sensazione della carta. In questi momenti la sento rassicurante. Ne avvolgo 5-6 pezzi attorno al mio nido di dita, pronto per pulire la mia fessura. Abbandonate sul bidet 72 pagine di un settimanale sono solidali, ma non potranno mai abbracciarmi . La carta: una raccolta di ricordi neri d’inchiostro racchiusi in uno spazio bianco oppure  un leggero velo per pulire le merde del mondo. Lo sfondo delle fantasie, create coi colori coi segni, con ritagli incollati in modi improbabili per creare mondi (im)possibili; pieghe ed angoli che danno corpo ad un esile foglio; lo strumento perfetto per appuntare la propria vita: le  sensazioni di un minuto, le emozioni di un giorno, le estreme amarezze degli anni ; un promemoria per le cose importanti come per quelle che apparentemente non lo sono: il compleanno sperduto e la scadenza scaduta, il sentimento d’amore, per l’indirizzo e la direzione, per il numero giusto da giocare e quello sbagliato a cui telefonare.La carta è gentile, accoglie tutto quello che hai da darle: sole che la ingiallisce, polvere che la invecchia, lacrime di rabbia e di sentimento, pensieri da sfilare di mano al tempo che stinge, da salvare contro lo svaporare della memoria, si piega e accartoccia a tutte le tue voglie, non urla (se tu non la vuoi far urlare), non vive (se tu non riesci a farla vivere), non ti emoziona (se non vuoi farti emozionare.) E’ servizievole la carta, registra ogni segno , pensiero o umore del momento: se eri di fretta la scrittura sarà schizzata, se non avevi appoggio deformata, se è una cosa importante sarà ingigantita, tutto ti viene riportato a distanza di tempo com’era,  con lo spirito del momento che era, anche se oggi quello spirito, quel sentimento trascritto in un foglio, non c’è più. Ma se la offendi, la offendi e la bagni di lacrime, se la lasci lentamente affogare tra le ingiustizie e i soprusi, allora non si sente in obbligo di avvisarti, rimane gentile e silenziosa e d’un tratto…ti abbandona. Ti lascia nel disastro, muto e irreparabile, ti lascia e non proferisce un lamento, non schiuma di rabbia, non sventola rancore. Ti lascia nel disastro e basta e niente è più salvabile, risolvibile, riparabile. Niente. Niente potrà tornare più come prima, nella forma di prima, coi colori di prima. Niente. Io mi sento come la carta bagnata. Debole, irrecuperabile. Mi abbandonerò di colpo e niente sarà più salvabile, risolvibile, riparabile. Niente. Niente sarà più come prima, nella forma di prima.