FRANCESCA DARIMA

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Cogne/ Tutte le accuse alla Franzoni. Riprende il processoLunedí 26.03.2007 09:00LO SPECIALE DI AFFARIAscolta l'audio della telefonataCogne/ Il sondaggio: per quasi la metà degli italiani Annamaria è innocente. E secondo te? Partecipa al sondaggio. Vota Cogne/ La Cassazione, il processo resta a Torino Caso Cogne/ La telefonata di Annamaria Franzoni al 118. Il testo Caso Cogne/ Il criminologo Lavorino ad Affari: "Lo hanno ammazzato con un oggetto" Dopo mesi di interruzione riprende nell'aula 6 del Tribunale di Torino, il processo di Appello ad Annamaria Franzoni, condannata in primo grado a trenta anni per l'omicidio del figlio Samuele. Sono le giornate della requisitoria del procuratore generale Vittorio Corsi. Quella di ieri è stata una requisitoria dura, che ricostruisce la tragica mattina del 30 gennaio 2002, quando il piccolo fu ucciso a Cogne nel letto dei genitori. Oggi invece tocca alla perizia sul pigiama. L'arringa dell'avvocato Paola Savio, difensore di Anna Maria Franzoni, è stata fissata per il 2 e 3 aprile. SAMUELE UCCISO CON UN MESTOLO PER UN CASTIGO IN 20 SECONDI -  "Depositerò brevi memorie sull'arma nel corso della mia discussione: la mia tesi è che l'arma sia un mestolo o, una - mestola -, come dice Giorgio Franzoni in una telefonata". Sono fredde e dirette le prime parole della requisitoria del  procuratore generale. Il piccolo Samuele Lorenzi  è morto durante "un atto di castigo". Il magistrato ha ricostruito il delitto dicendo che Samuele era disteso sul letto dove l'assassino, nell'ultima è salito con entrambe le ginocchia. "E' stato un delitto d'impeto collegato a una rabbia allucinante", ha detto Corsi. Il bimbo sarebbe stato ucciso con sette colpi inferti in quindici-venti secondi.   Annamaria poi avrebbe poi coperto Samuele con il lenzuolo senza essersi ancora resa ben conto di quello che aveva fatto. Alle 8,15 la donna avrebbe raggiunto Davide che era in giardino per accompagnarlo al pulmino. Poi sarebbe tornata, avrebbe lavato l'arma ("se non l'aveva fatto prima"), oppure l'avrebbe portata fuori nel calzino mancante (riferito al fatto che nella casa risulta sparito un calzino della donna) o l'avrebbe messa in un posto dove qualcun altro sarebbe andato a prelevarla, oppure, ancora, l'avrebbe rimessa a posto appesa a un chiodo o in un cassetto. Poi, alle 8,28, la chiamata al 118. Secondo Corsi, inoltre, Annamaria avrebbe nascosto la casacca insanguinata sotto il piumone perchè "farla sparire avrebbe destato sospetti". La rabbia che le ha fatto colpire Samuele si inserisce, secondo il procuratore, in un contesto di estrema ansia che Annamaria stava vivendo: la notte aveva dormito malissimo, aveva davanti a sè una giornata molto impegnativa da sola in un posto bellissimo, ma isolato.