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Creato da: FATTI2003 il 21/02/2006
UNA VITA DI RICERCHE! MIA MADRE... UNA SUORA

 

 

DAL BLOG DI PAOLA 9/9/1974

Post n°130 pubblicato il 11 Gennaio 2007 da FATTI2003
 
Tag: APPELLI

UN APPELLO IMPORTANTE. CHI E' NATO IL 6 GENNAIO 1984?

CIAO Ragazzi, oggi giorno PRIMA della Befana pubblico nel mio blog la lettera di un'amica che mi ha chiesto di farlo.Lei vive in Belgio, e' una giovane e dolcissima donna alla ricerca della sua prima figlia, nata proprio il giorno dell'EPIFANIA a Palermo il 06/01/1984. Diamo coraggio a questa signora; sono poche le madri naturali che arrivano a tanto, molte rimuovono per sempre quella parte della loro vita, troppo dolorosa, perche' lasciare un figlio non e' mai una cosa leggera. Altre non sanno cosa fare, magari pregano per lui tutte le sere, ma non si attivano. Anche perche' la legge impedisce a loro ogni informazione, se per noi e' impossibile, lo e' ancora di piu' per loro. Altre pensano che e' meglio cosi', non cercano per rispetto della loro vita (ed e' giusto, ma dall'altra parte, e' giusto conoscersi dopo tanti anni) etc.
Lei ha avuto l'intuito di provare la strada di internet e ha incontrato dei figli alla ricerca delle radici, ha avuto il coraggio di raccontare la sua storia, fregandose finalmente dei tabu e della vergogna, del silenzio impostole da anni, non e' affatto facile esporsi e raccontare cose tanto dolorose.

 
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Post N° 129

Post n°129 pubblicato il 11 Gennaio 2007 da FATTI2003

La crociata contro gli omosessuali 

La storia dell'omosessualità è la storia degli atteggiamenti della società nei riguardi di un comportamento che non è mutato granché dai primi riscontri storici ad oggi.
L’omofobia della Chiesa cattolica risponde alla necessità di impedire ai gay di entrare nelle sue fila, in quanto questo la porterebbe ad accettare le donne sacerdote, a ordinare i preti sposati e ad abolire il celibato ecclesiastico. Nella Bibbia troviamo infatti la descrizione realistica di episodi di omosessualità tanto numerosi da pensare che a quei tempi la gente li considerasse cose di ordinaria amministrazione. Questa che segue è una carrellata degli orrori nei quali mi sono imbattuto spulciando il libro che la Chiesa considera parola di Dio.

Quando Noè, risvegliatosi dall'ebbrezza, capì quello che suo figlio gli aveva fatto, lo maledisse e gli augurò di diventare schiavo dei suoi fratelli. 

Gli uomini di Sodoma erano perversi, peccavano, si abbandonavano alla impudicizia e  andavano dietro a vizi contro natura. Due angeli arrivarono colà sul far della sera.  Lot andò loro incontro, si prostrò con la faccia a terra e li invitò a passare la notte nella sua casa, ma quelli risposero di no.  Lot insistette ed essi accettarono. Egli allora preparò un banchetto. Al momento di andare a letto i sodomiti si affollarono intorno alla casa, chiamarono Lot e gli chiesero dove erano gli uomini che erano entrati in casa sua, perché volevano abusarne. La loro espressione testimoniava dei loro peccati. Lot disse al suo popolo che stavano commettendo un’infamia, perché quelli che si accostano con desiderio agli uomini più che alle donne sono dei trasgressori e il popolo che si dà alla turpitudine è un popolo ignorante. Gli angeli allora furono incaricati di annientare gli abitanti di quella città. 

Sara vide che il figlio di Agar l’Egiziana, quello che essa aveva partorito ad Abramo, scherzava con il figlio Isacco. 

Nel paese c’erano c’erano donne e uomini dediti alla prostituzione sacra

L’anima di Gionata s’era tanto legata a quella di Davide che lo amò come se stesso. L’angoscia lo stringeva. La sua amicizia gli era preziosa più che amore di donna. Gionata strinse con Davide un patto, gli diede il suo mantello, i suoi abiti, la spada, l’arco e la cintura. Partito il ragazzo, Davide cadde a terra e si prostrò, poi si baciarono l’un l’altro e piansero l’uno insieme all’altro. 

Il peccato non lo nascondono neppure! Hanno tirato a sorte il mio popolo e hanno dato un fanciullo in cambio di una prostituta e hanno venduto una fanciulla in cambio di vino. Si sono abbandonati a passioni infami. Le loro donne hanno avuto rapporti contro natura. Anche gli uomini si sono accesi di passione gli uni per gli altri, commettendo atti ignominiosi. E pur sapendo che gli autori di tali cose meritano la morte, non solo hanno continuato a farle, ma approvano chi le fa. Sono immorali e adulteri, effeminati e sodomiti, fornicatori, pervertiti e trafficanti di uomini che contaminano il proprio corpo.

 

La natura umana è quella che è. Atteggiarsi a moralisti non serve. Nessuno ha il diritto di dare la croce addosso alle minoranze. La Chiesa non pensi di organizzare crociate contro i gay. Avrebbe contro la stragrande maggioranza del popolo e subirebbe la più grave sconfitta della sua storia. Si ricordi che ha perduto tutte le crociate lanciate nel corso dei secoli e che, se perdesse pure questa, si indebolirebbe ancora di più nei confronti delle religioni che premono alle porte.   

 

 

 

 

 

 
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Post N° 128

Post n°128 pubblicato il 11 Gennaio 2007 da FATTI2003

comunicato stampa – da pubblicare e diffondere

Cristo fu inventato
sulla persona di Giovanni Di Gamala
La denuncia contro la Chiesa Cattolica nella persona
di un parroco è in esame al Tribunale dei Diritti Umani

STRASBURGO –Gesù Cristo non è esistito, ma è stato inventato dalla Chiesa ed è un personaggio di pura fantasia come lo sono i personaggi delle favole.” E’ quanto afferma  Luigi Cascioli lo studioso, ex seminarista, autore del libro-denuncia “La favola di Cristo – Inconfutabile dimostrazione della non esistenza di Gesù”. Secondo lo studioso i fatti presentati come veri dalle Sacre Scritture sono in realtà dei falsi. Primi fra questi quelli inerenti la figura di Gesù detto il Cristo che è stata costruita sulla persona di Giovanni Di Gamala, figlio di Giuda il Galileo della Casta degli Asmonei, sedicenti discendenti della stirpe di Davide.

I fatti. Don Enrico Righi, parroco-rettore della ex diocesi di Bagnoregio (Viterbo), scrisse in un giornale che Gesù nacque da Maria e Giuseppe e visse in carne ed ossa. Cascioli, in base a questa dichiarazione, l’11 settembre 2002 sporse querela contro la Chiesa Cattolica, nella persona di don Righi, per abuso della credulità popolare (Art. 661 C.P.) e sostituzione di persona (Art. 494 C.P.). Il 27 gennaio 2006 il Tribunale di Viterbo archiviò il caso benchè il prete non portò alcuna prova ammissibile dell’esistenza di Cristo. Da marzo 2006 gli avvocati di diritto internazionale Giovanni Di Stefano e Domenico Marinelli dello Studio Legale Internazionale di Roma si occupano del caso Cascioli, dopo essersi occupati di casi importantissimi: Saddam Hussein, Kennedy, Lady Diana, George W. Bush, Roberto Calvi Banco Ambrosiano, Milosevich,Tariq Aziz, Telekom Serbia. Il 18 marzo 2006 Cascioli ricorre al Tribunale dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo: la pratica N. 14910/06 della “non esistenza di Cristo” è ora in fase di esame. “Ripongo molta fiducia nel Trubunale dei Diritti Umani e nel mio avvocato Giovanni Di Stefano affinchè il processo venga finalmente aperto in Italia” commenta Cascioli. “Inutile che la Chiesa, il Vaticano si ostini a tacere; se possiede le prove concrete dell’esistenza storica di Cristo le esibisca all’umanità. Un paio di miliardi di persone che hanno seguito la dottrina indicata dalla Chiesa attendono una risposta. Chiara. Cristo è esistito oppure no? Se la Chiesa si ostina a tacere sull’esistenza di Gesù significa solo che non avendo prove concrete essa è ben consapevole e cosciente che Cristo è un personaggio di fantasia e quindi la Chiesa sta imbrogliando l’umanità nella consapevolezza di farlo.

Cosa significa per il cristianesimo dimostrare che Cristo non è esistito? Commenta Cascioli: “Sarebbe la fine della Chiesa. Significa cancellare dogmi fondamentali sui quali si basa il cristianesimo e il cattolicesimo. Scomparendo la figura di Cristo uomo che sarebbe venuto sulla terra per riscattare il peccato Originale, la dottrina cristiano-cattolica crollerebbe all’istante. Le conseguenze immediate: scomparirebbe il sacramento dell’Eucarestia. Nessun prete potrà più dire: “Questo è il corpo di Cristo”, cioè il corpo di un personaggio mai esistito. Oltre che una dichiarazione ridicola e assurda diverrebbe una truffa perseguibile per legge in tutti i paesi, come per chiunque inventasse l’identità di una persona inesistente e la proponesse come vera. La Chiesa non potrà mai più avvalersi del dogma della Transustanziazione, cioè il vino e il pane che si trasformerebbero nel momento della consacrazione nel “sangue” e nel “corpo di Cristo”, cioè nel sangue e nel corpo di un personaggio mai esistito. Diverrebbe impensabile diffondere il dogma della Santa Trinità: Dio-Padre, Dio-Figlio e Dio-Spirito Santo dal momento che il Dio-Figlio risulterebbe essere un personaggio non esistito. E questi sono solo alcuni tra i tanti dogmi e assiomi della fede che andranno in pezzi sciogliendosi come neve al sole”. Si tratta di una denuncia contro la Chiesa Cattolica, sottolinea Cascioli: “la Chiesa sostiene un’impostura basata su falsi documenti, quali la bibbia e i vangeli”.

Axteismo di Ennio Montesi

 

 
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Post N° 126

Post n°126 pubblicato il 11 Gennaio 2007 da FATTI2003
 

La pena di vita di Piero Welby

 

Scritto da Eleonora Palma   

mercoledì 10 gennaio 2007

L’8 gennaio il Presidente Emerito della Repubblica, Francesco Cossiga, ha dichiarato alla stampa di voler sporgere alla polizia giudiziaria regolare denuncia contro il dottor Michele Riccio per omicidio del consenziente consumato nei confronti del dottor Piergiorgio Welby


Il Senatore a vita vuole promuovere l’azione legale per chiarire in maniera definitiva il trattamento giuridico dell’eutanasia nel nostro ordinamento.

Chiarire in maniera definitiva? Trattamento giuridico dell’eutanasia? Nulla della fattispecie eutanasia integra la scelta di Welby. Assolutamente nulla. Ma le voragini che si sono aperte in punto di diritto, in un paese che ha recepito ma non ancora ratificato la fondamentale Convenzione di Oviedo, alzano polveroni di incertezza.
Il giudizio di un giudice – un essere umano, come tutti – soggetto solo alla legge – che non c’è, o non c’è abbastanza – e inevitabilmente alla sua coscienza, potrebbe formarsi, grazie allo strumento chirurgico dell’interpretazione (nel nostro ordinamento siamo lontani anni luce dal brocardo in claris non fit interpretatio) su basi abnormi, proprio come nella denuncia di Cossiga.

Intanto nessuno parla più di Welby, la notizia è stata relegata nelle pagine interne di un televideo. La macchina mediatica ha tirato avanti. Per scherzo del destino l’attenzione si è spostata su una condanna a morte. Immagini mentre si pranza o si cena, in mondovisione. Chi penzola dalla forca meritava la pena di vita, lunghissimi anni in pochi metri quadri in compagnia dei propri pensieri, forse rimorsi, non un’agonia di cinquanta secondi, in prima pagina, con conseguente dibattito se sia stato sedato o no, criminologo, politico, medico anestesista presenti in studio, applausi del pubblico, lei è favorevole o contrario?.

Qualcosa si muove nei Palazzi? Il Ministro della Salute, Livia Turco, ha annunciato un disegno di legge delega per l’attuazione della Convenzione di Oviedo. Convenzione che ha il compito di regolare i difficili rapporti fra diritti dell’uomo, medicina, biologia, trattamenti sanitari e ricerca. È un testo coraggioso ma sconosciuto ai più (in Italia). Un testo che toglie al mondo religioso e confessionale il predominio in materia di etica. Forse l’anima non c’è ma confini e diritti per la dignità umana si.
Cardine della Convenzione è il consenso libero e informato, un vero e proprio diritto inviolabile all’integrità della persona, con conseguente possibilità di rifiutare qualsiasi trattamento sanitario, tranne in caso di pregiudizio della salute pubblica. Un’ulteriore specificazione, in positivo, del nostro articolo 32, modernissimo per i tempi, della Costituzione. Dal consenso informato discende (quello sì da normare con urgenza) il testamento biologico, per portare a conoscenza del medico la propria opinione in caso di impossibilità di esprimerla, per orientare la scelta dei parenti, chiamati a dare il consenso al nostro posto.

Piergiorgio Welby, quando si è rivolto a tutti noi era perfettamente lucido. Le sue lettere sono state pubblicate su giornali e recapitate alle più alte cariche dello Stato. Non è Terry Schiavo. Per di più già dieci anni fa, prima di essere attaccato al respiratore aveva negato il suo consenso, in caso di crisi respiratoria, all’utilizzo di macchine per la ventilazione. Chi gli è stato accanto non se l’è sentita e Welby non è morto alla prima crisi severa (come invece è successo a Luca Coscioni, che aveva espresso le stesse volontà).
Per dieci anni ha manifestato le medesime volontà, in piena consapevolezza, reclamando un suo diritto inviolabile. Non ha potuto materialmente impedire il trattamento sanitario, aveva tutto il diritto di interromperlo. E invece si è parlato di tutt’altro, sbandierato con orrore un improbabile diritto alla morte, ci si è fatti scudo con l’indisponibilità della vita, nel caso di specie del tutto inapplicabile e incostituzionale.

Ci sarà una perizia per stabilire se la sedazione in via venosa abbia influito sul decesso, avvenuto per crisi respiratoria o se abbia solo permesso al paziente di non soffrire in attesa del sopraggiungere della morte naturale. Nel primo caso la fattispecie potrebbe integrare l’omicidio del consenziente e il medico sarà rinviato a giudizio.
Difficile credere che un luminare abbia potuto agire in maniera così pericolosa per la sua libertà personale. Intanto, per fortuna, fra una carta bollata e l’altra, dovunque egli sia, Piergiorgio Welby riposa in pace, senza primi piani da mandare nel tg delle otto.

 

 
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Post N° 125

Post n°125 pubblicato il 11 Gennaio 2007 da FATTI2003
 
Tag: APPELLI

lunedì, gennaio 08, 2007

 

MENORA’ EBRAICA a fianco del CROCIFISSO

Caro Amico e cara Amica siete invitati a partecipare…


martedì 30 gennaio 2007 alle ore 9:00
al Tribunale dell’Aquila


si terrà dinanzi al GUP l’udienza preliminare
a carico del magistrato Luigi Tosti
IMPUTATO
di omissioni di atti di ufficio
per essersi rifiutato di tenere le udienze
a causa di mancata autorizzazione
ad esporre la
MENORA’ EBRAICA a fianco del CROCIFISSO

amici, associazioni, intellettuali, parlamentari

e giornalisti (senza bavaglio)
sarete testimoni dello storico momento!
Striscioni, bandiere, stendardi, cartelli e volantini saranno i benvenuti.
È gradita una mail ad:
axteismo@yahoo.it per segnalare la propria presenza.
Aiutaci inoltrando questo messsaggio ai tuoi amici.


“Onesto è colui che cerca di adeguare
il proprio pensiero alla verità delle cose.
Disonesto è colui che cerca di adeguare la verità delle cose
al proprio pensiero”. Antico detto arabo

 

 
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Post N° 124

Post n°124 pubblicato il 10 Gennaio 2007 da FATTI2003
 
Tag: MEMORIE

Un magnifico post di Silvius che racconta le sue esperienze traumatiche alle scuole medie gestite dai gesuiti.

“Dateceli dai cinque ai dieci anni e saranno nostri per tutta la vita”

(J. De Maistre)

…Ed io sono scampato a raccontarvela

Anch’io come Ismaele (nel Moby Dick di Melville, dopo la lotta col Leviatano) “sono scampato a raccontarvela”: sono scampato alla tela di ragno della Compagnia di Gesù dopo aver frequentato, da esterno, le scuole elementari e medie presso un istituto di gesuiti.
Il clima era quello dell’ultimo scorcio degli anni 50 dello scorso secolo, un tempo in cui le città mostravano ancora alcuni segni dei bombardamenti anglo-americani e aleggiava nell’aria, oltre al ricordo della guerra da poco conclusa, l’attesa di quella - che si temeva prossima e atomica - contro il blocco sovietico. Mentre le aree urbane si avviavano a diventare il centro della modernità e del consumo, sulle facciate di molte case non s’erano ancora scolorite del tutto le rosse scritte “W Garibaldi”, memoria delle elezioni del decennio precedente in cui la DC aveva trionfato sul Fronte Popolare; invece andava scomparendo l’antica e dignitosa Italia agricolo-patriarcale, per dar luogo alla nuova società volgarotta e industriale degli anni del boom economico.
Prima del 1960 lo stipendio di un insegnante si aggirava intorno a 30.000 lire mensili, un chilo di carne costava 800 lire e con 30 lire si poteva acquistare un caffè o il quotidiano.
Da poco aveva cominciato a diffondersi, la televisione (limitata solo dal suo costo proibitivo - circa 40.000 lire per un Radio-Marelli nazionale). Nelle case provviste del magico apparecchio si radunavano la sera i parenti ed i vicini di casa - le sedie in fila come nei cinema - per assistere ai telequiz, o agli ingenui programmi di “varietà”- coi fondali dipinti, come nei teatrini parrocchiali - le ballerine vestivano una gonna, lunga oltre il ginocchio, sopra una calzamaglia scura che valeva ad evitare ogni concupiscenza …
Il potere politico, oramai saldamente democristiano, aveva affidato alla TV una missione: la tutela morale del paese in senso cattolico-integralistico. Proprio per vigilare sulla integrità degli italiani, alla presidenza della RAI era stato imposto Filiberto Guala, cattolico militante proveniente dall'Azione Cattolica.. Guala andava a messa ogni mattina e prendeva ordini direttamente dal Vaticano; concluso il mandato, nel 1960,  decise di farsi frate trappista.. La storia della Rai lo ricorda come autore del regolamento interno che bandiva parole equivoche come “membro” (non si poteva neanche dire "membro del Parlamento"), "seno" (neppure in senso figurato, come "in seno all'assemblea"), "parto", "vizio", "verginità" e "alcova"…
Le parole "gravidanza" e "suicidio" venivano rispettivamente sostituite con "lieto evento" e "insano gesto"…  I telegiornali del tempo erano quasi interamente incentrati su inaugurazioni di sagre e fiere e su pose di prime pietre da parte dei potenti dell’epoca - burosauri democristiani indissolubilmente legati alle gerarchie ecclesiastiche - e quando sul monitor appariva Eugenio Pacelli sulla sedia gestatoria, tra immensa folla, ieratico, alto e rigido come un fuso, ad impartire la benedizione con sguardo metallico e terribile, le donne di casa cadevano in ginocchio segnandosi …

L’edificio dei gesuiti, con le sue vetrate policrome e i salottini in broccato, era austero e in penombra; sacricuori, crocifissi e madonne ti guardavano dolenti da ogni angolo. Ogni mattina, appena in classe, si diceva l’avemaria prima della lezione. Il primo basilare insegnamento impartito ai bambini era l’idea di colpa e il timoroso rispetto di una scala  gerarchica di cui si comprendeva immediatamente di occupare l’ultimo gradino.
Sugli scolari regnava il maestro - di solito un laico, un poveretto scartato ai concorsi statali e grato del misero stipendio dei preti - un pò più su di lui stava il padre prefetto, che però sottostava al padre-ministro che, a sua volta, era sottoposto al padre-preside, che prendeva ordini dal padre-rettore; ma chi c’era più su del rettore? Più su ci stava il vescovo, poi il generale dei gesuiti, il cardinale, il papa e infine il dio onnipotente dalla barba bianca del catechismo … ; Nella mia fantasia infantile immaginavo tutti questi personaggi, dal cielo alla terra, darsi la mano in una catena ininterrotta che puntava il dito su di me, povero scolaro delle elementari.
I Gesuiti, organizzati secondo il loro modello militaresco, educavano all'intolleranza, all'ipocrisia e alla cieca obbedienza “perinde ac cadaver”.. La loro pedagogia fortemente autoritaria, basata interamente sulla sorveglianza poliziesca e sulla repressione, generava un clima costante di delazione e di sospetto. Ma i guasti non si limitavano all’ambito scolastico: il  dichiarato tentativo dei “reverendi padri” era quello d’occupare tutti gli spazi della vita del fanciullo, proponendo un modello chiuso di società, di modo che la personalità si sviluppasse in direzione di una necessaria obbedienza alla gerarchia religiosa in generale e gesuitica in particolare..
Le lezioni non si esaurivano nella mattinata perché, uscendo alle 12,30, si tornava a scuola dalle 14,30 fino alle 17,30 per poi correre a casa per i compiti, mentre le interrogazioni erano vere e proprie prefigurazioni di quel “giudizio finale” che attendeva ognuno.
L’educazione totalizzante dei gesuiti, cercava manipolare le giovani menti, inculcando, accanto al senso di colpa, l’idea  d’appartenere ad una elite che avrebbe costituito la futura classe dirigente.
La Compagnia di Gesù mirava a formare cittadini remissivi, che non si ponessero troppe domande, supinamente sottoposti alla Chiesa: incolori pecore del gregge, dotate di poche idee, rigidamente sotto controllo.
Questo sistema si dispiegava nella costrizione a rigidi comportamenti di sottomissione - l’odioso baciamano ai “reverendi padri”, il silenzio assoluto durante la messa, lo scendere le scale composti ed allineati in fila per due - la cui mancata osservanza dava luogo alle temute ”punizioni”, la più comune delle quali era quella di non poter tornare a casa dopo la conclusione delle lezioni ma di dover rimanere una o due ore in silenzio, e a digiuno, sequestrati in una apposita aula sotto l’occhiuta sorveglianza di un prefetto.
La delazione era incoraggiata e l’ipocrisia premiata, mentre era normale prassi
annientare ogni voce fuori dal coro.
Un rigido sistema classista regolava l’assegnazione dei posti in aula: il primo giorno di scuola occorreva dichiarare la professione del padre (al tempo la madre era generalmente casalinga), venendo collocati di conseguenza in posizione prossimale, o distale, rispetto alla cattedra.
La dogmatica didattica gesuitica consisteva nell’assimilazione acritica di nozioni che poi venivano continuamente richiamate, tanto che era normale ultimare il “programma” entro il “secondo trimestre”, riservando il tempo scolastico residuo ad una continua ripetizione meccanica. In breve lo studio era tutto
tranne che un invito alla ricerca, alla critica ed al pensare. Le domande non erano incoraggiate, anzi accolte con fastidio, così come le letture di libri extrascolastici: quando, in un tema, ingenuamente dichiarai la mia passione per Verne e Salgari, dei quali avevo letto molti romanzi d’avventure, venni severamente ammonito perché questi pericolosi libri avrebbero potuto “guastarmi la testa”.
I gesuiti poi si rivelavano diabolicamente abili nell’apparire falsamente aperti alle istanze del mondo esterno, fornendo immediatamente, per ogni settore potenzialmente “pericoloso”, la loro versione di parte che veniva imposta come “l’unica vera“ e accettabile. Amavi il calcio? I preti organizzavano campionati interni. Ti piaceva il cinema? Il sabato pomeriggio veniva organizzata una proiezione cinematografica. Il film era immancabilmente “Quo Vadis”, “Marcellino pane e vino” (con l’atroce Pablito Calvo), o “Gerusalemme liberata”; però seguiva, un breve cartone di “topolino”, che io aspettavo sempre con piacere. In ogni caso, affisso al muro, si poteva leggere l’index di tutti i film in programmazione esterna, elaborato dai Centri Cattolici Cinematografici: questo bollava con “escluso per tutti” opere come “La dolce vita” e con “per adulti con riserva” le farse di Totò e Peppino.
Ogni occasione poi era buona per rastrellare denaro. In primavera venivano organizzate le “fiere missionarie”, spesso corroborate dalla visita di un apposito prete “missionario in Madagascar”: dopo aver costretto ogni alunno a donare giocattoli o altri oggetti - in genere paccottiglie - si procedeva all’estrazione a sorte dei biglietti preventivamente consegnati ad ognuno per la vendita tra amici e parenti: più blocchetti vendevi, più venivi pubblicamente elogiato. Tuttavia, tra le tante riffe organizzate dai preti, io preferivo quella dell’uovo di cioccolato gigante, che aveva luogo ogni anno a Pasqua, perché conteneva come sorpresa nientedimeno che una (al tempo) rarissima, e costosa, radio a transistor giapponese…

Tre volte alla settimana c’era la messa (a spese della “ricreazione”), il clima era cupo - specie a Pasqua - terrorizzavano i bambini con l’idea del peccato mortale e della perdizione. Di quei riti ricordo l’odore dell’incenso e i canti melensi e sempre uguali: “… sono stati i miei peccati, Gesù mio perdon pietà …”
Settimanalmente venivamo forzati alla confessione, nel corso della quale si veniva invariabilmente indagati sugli “atti impuri”...
Il fatto che i confessori fossero spesso gli stessi religiosi insegnanti rendeva doppiamente odioso questo strumento di controllo. I preti facevano risaltare quale grande onore fosse fare il chierichetto; e come non fosse poi che poca cosa in confronto a ciò che ci avrebbe atteso se mai avessimo risposto alla “chiamata che Gesù ci aveva forse già fatto…”
in terza media ci fecero partecipare, assieme ai liceali, ad una macabra ritualità tipicamente gesuitica: ci deportarono per tre giorni in una loro casa fuori porta, per i famosi “esercizi spirituali”. Ricordo un turbinio di funzioni religiose alternate a molte ore in cui ognuno  da solo, nel chiuso della cameretta assegnatagli, veniva invitato a riflettere intensamente sul martirio di Cristo, fino a sentire su di sé, in un parossismo masochista auto-ipnotico, le molteplici sofferenze che i propri peccati (?!!) avevano procurato al crocifisso “morto per salvarci dalla morte eterna”. Invece di educarci ad affrontare la vita, i buoni padri tentavano sadicamente di trasmetterci la loro mortifera paura della vita; propagavano coscientemente i semi della patologia psichica - incoraggiando sia il “fioretto” che il più impegnativo “voto” - per radicare nelle menti l’inclinazione al pensiero magico, la colpa, la coazione e la ritualità ossessiva. Un apposito tesserino registrava confessioni, buone azioni, fioretti e servizi da chierichetto, assegnando punti differenziati: alla fine dell’anno, superato un certo punteggio, si aveva diritto a un regalo.
Ricordo molte figure di preti; di nessuno, o quasi, ho una memoria positiva: alcuni, laureati, insegnavano le materie più “pericolose” come Filosofia o Scienze onde diffonderne la versione gesuitica; altri, tra i più capaci, erano politicanti che sguazzavano intrigando tra le famiglie cittadine influenti, approfittando del loro ruolo di confessori e custodi dei segreti di letto, per accrescere il proprio potere personale …. Qualche prete manifestava tratti francamente sadici. Ricordo un giovane prefetto obeso ed eunucoide, che, per mancanze minime, aveva l’abitudine di stringere tra pollice ed indice il lobo dell’orecchio fino a che il malcapitato non si inginocchiava per il dolore insopportabile.
Di un altro prefetto, incline al paranormale, ebbi notizie molti decenni dopo, quando una donna mi raccontò di aver partecipato a “gruppi di preghiera” da lui organizzati a domicilio. Alla “preghiera di guarigione” il prete aveva fatto seguire l’ispezione minuziosa dell’appartamento della poveretta, fino a che non aveva trionfalmente rinvenuto un fiocchetto rosso, prova inconfutabile, a suo dire, della “fattura diabolica” origine  dei disturbi psichici della donna …
C’erano infine i “padri spirituali” con i periodici colloqui individuali che avvenivano nel chiuso delle loro camere private: di quello dei liceali, ascetico e tormentato, appresi in seguito (dai miei ex compagni) l’omosessualità nascosta; ricordo ancora, invece, i colloqui con l’altro, grasso e anziano, che si occupava dei più piccoli: la sua tonaca puzzava di sudore stantio e, mentre ci esortava al “timor di dio”, aveva l’odiosa abitudine di appioppare viscide pacche sulle gambe...
In prossimità del traguardo della licenza media i preti presero a moltiplicare i loro sforzi manipolativi, cercando di influenzarci in tutti i modi per evitare abbandoni: non facevano che ripeterci quale grande fortuna fosse per noi frequentare il loro istituto, al riparo dai pericoli esterni...
Non sempre però i condizionamenti clericali, per quanto raffinatissimi, sortiscono il loro scopo: nel mio caso tutte quelle costrizioni, assurdità, incongruenze, ipocrisie e meschinità ebbero l’effetto inopinato di sviluppare in me un sano spirito critico; fu così che - nonostante gli inevitabili sensi di colpa - la mia principale meta divenne quella di sottrarmi a quell’ambiente patogeno. Era il 1965 e confusi aneliti di rinnovamento già iniziavano ad agitare il mondo giovanile; intanto avevo cominciato ad investire i miei pochi spiccioli nell’acquisto del mensile “Linus” che arrivava solo all’edicola della stazione: vedevo un mondo vero, vivo e vitale all’esterno, una realtà ampia e variegata di cui partecipavano pure quelle gradevoli, ma lontane, entità che erano per noi le ragazze...
Avvenne così che, dopo aspri dissidi, potei assaporare il dolce, e difficile, sapore della libertà convincendo i miei ad iscrivermi in un Liceo-Ginnasio statale..

 
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Il Condizionale

Post n°123 pubblicato il 10 Gennaio 2007 da FATTI2003
 

 

Scritto da Alteredo   

mercoledì 10 gennaio 2007

Libertà religiosa: protestanti ed ebrei accusano la Chiesa cattolica di voler tornare ad un sistema in cui «una religione prevale sulle altre».
Al primo giorno di audizioni sul progetto di legge sulla libertà religiosa, scoppia la polemica fra la Cei e i rappresentanti dell´ebraismo e del protestantesimo italiani. Benzina sul fuoco è l´affermazione del segretario della Conferenza episcopale monsignor Betori, secondo cui «nell´attuale quadro costituzionale l´eguale libertà di ogni confessione religiosa non implica piena uguaglianza», poiché possono esserci «discipline giuridiche differenziate». Suscita anche proteste la tesi della Cei che la nuova legge non dovrà provocare «una proliferazione indiscriminata» delle Intese fra Stato e comunità religiose.
Insorge Paolo Ricca, uno degli esponenti storici della Chiesa valdese: «E´ doveroso che lo Stato sia imparziale verso le confessioni religiose». Ricca aggiunge che diversità legittime non possono riguardare questioni come i finanziamenti, i permessi di costruire locali di culto, la concessione di terreni: «Se si accetta il principio di diversità di trattamento, c´è il rischio di una discriminazione».
Duro il portavoce della Comunità ebraica romana, Riccardo Pacifici, secondo cui le parole di Betori «portano le lancette indietro» nella società italiana: «Qualora l´obiettivo fosse che una religione prevalga sulle altre, sarebbe un fatto gravissimo e inaccettabile».
L´esponente ebraico non vuole disconoscere la sensibilità della grande maggioranza dei cittadini cattolici. «Non faremo mai battaglie – dice – per apporre i simboli ebraici o togliere quelli cristiani», ma non si può tornare a una «sottomissione come ai tempi del Papato».


(tratto da un articolo di Marco Politi pubblicato su Repubblica di mercoledì 10 gennaio 2007, a pagina 11)

 

 
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SPIEGAZIONE

Post n°121 pubblicato il 19 Dicembre 2006 da FATTI2003
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UN PRINCIPE UNA SUORA UN INCESTO

Post n°120 pubblicato il 19 Dicembre 2006 da FATTI2003
 
Foto di FATTI2003

 
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La lente

Post n°119 pubblicato il 18 Dicembre 2006 da FATTI2003
 
Tag: MEMORIE

 

 

 

La monaca è rimasta a Monza

 

Unica testimonianza della sua venuta al mondo, 72 anni fa, è una targhetta al collo: “Pio Istituto Santo Spirito di Roma – Darima Francesca N.N. n. 34710”. Niente madre, niente padre. Poi, 5 anni fa, la rivelazione: “Mia madre è una suora dell’ordine di San Giuseppe di Chambery, ha 90 anni ed è ancora viva”.

Francesca Darima ha raccontato la storia della sua vita e della sua lunga ricerca (della madre) in un libro drammatico e sofferente, “Le celate”, Fabio Croce editore.
“Le Celate” è il nome con cui veniva identificato il reparto dei misteri dell’ospedale San Giovanni in Vaticano, luogo appunto deputato a far partorire anonime nobildonne e giovani monache di Monza.

Sua madre è ancora viva. Francesca questo lo sa con certezza, ma non sa molto altro. Se non che finalmente vuole conoscere la donna che l’ha messa al mondo. E presto anche, perchè l’età della suora-genitrice non fa pensare a grandi margini di tempo.

Però, ecco l’inghippo: il Vaticano si oppone all’incontro tra madre e figlia. Si oppone, perchè Francesca è figlia del peccato di una sposa del Signore. E lo fa tenendo ben chiusa in convento la suora dell’antico misfatto, lontana dagli occhi della figlia.

Ricordate la Monaca di Monza o, più recentemente, il film Magdalene di Peter Mullan, Leone d’oro a Venezia 2002? Quella storia era ambientata in Irlanda, dove i conventi-lager per giovani peccatrici e ragazze madri sono stati definitivamente chiusi (solo) dieci anni fa. Ma anche noi abbiamo avuto le nostre piccole Magdalene. E oggi risentiamo degli strascichi di quella cultura dell’omertà e della “segregazione del peccato”.

È il caso di Suor Marianna, così si chiamava all’epoca in cui partorì Francesca. Ora il suo nome è Anna Napoli. Quello originale, all’anagrafe, non si sa. La figlia ormai settantenne ha scoperto queste poche notizie grazie all’aiuto di Corrado Augias e della trasmissione Chi l’ha visto?. Ma soprattutto grazie a due spie amiche che hanno indagato nascostamente a suo favore: il cardinale Giuseppe Guerri e il colonnello dei Carabinieri in pensione Giuseppe Finelli, che hanno aiutato la Darima, anche economicamente, e inizialmente in modo anonimo. “È stato Finelli ad aver visto i documenti contenuti negli archivi del tribunale dei minorenni relativi alla mia nascita – spiega la Darima – dai quali ho scoperto il nome di mio padre, il principe Colonna, morto nel ’47, ma non quello di mia madre, perchè il colonnello non me l’ha mai voluto dire”.

È proprio in Vaticano che è nata Francesca Darima. Nata e abbandonata al contempo, con un documento non firmato ma con su scritto che la madre dichiara di non voler riconoscere la bambina. Il padre era il principe Marcantonio Colonna. La madre, una giovanissima suora musicista (suonava l’organo): Suor Marianna. Scandalo inaudito! Questo riconoscimento (di paternità/maternità) non s’aveva da fare, né allora né mai. E infatti il principe Colonna si guarda bene dal riconoscere la figlia. Mentre la giovane suora fu immdiatamente trasferita in un convento di clausura, quello delle Benedettine. Peccatrice. Meglio nasconderla. Stile Magdalene appunto, o quasi.

Adesso Suor Marianna / Anna Napoli sconta gli ultimi anni della sua vita nel convento di San Giuseppe ad Aosta, lontano dalla figlia che vive a Roma.
Ovviamente Francesca ha tentato in più occasioni di varcare la soglia del
monastero, una volta anche accompagnata dalla troupe di Chi l’ha visto. Ma – racconta – “l’identità di mia madre mi è stata nascosta dal vescovo di Aosta, Giuseppe Anfossi”. Francesca va a parlare con Anfossi. Che prima sembra volere venirle incontro, poi pretende di vedere i documenti e il certificato di nascita: ma Francesca è un NN, ed è proprio questo il punto.

La settantenne figlia della lussuriosa colpa ha anche tentato la via principale: scrivendo ai cardinali Ruini e Sodano, al presidente Ciampi, e al vescovo di Frosinone Salvatore Boccaccio: “Ruini mi ha risposto dicendo che avrebbe fatto di tutto per aiutarmi, poi ha rimesso tutto nelle mani del vescovo di Aosta”. Sodano resta silente. Ciampi ovviamente fa sapere che non è compito del Capo dello Stato fare ricerche di questo tipo. Boccaccio “prima mi dice che mi avrebbe aiutato, poi, al secondo incontro, fa finta di non sapere di cosa stessi parlando”.

Dopo aver tentato anche la strada del Tribunale per i minori, ora a Francesca Darima non resta che ricorrere la Corte europea dei diritti dell’uomo a Strasburgo: “Ed è quello che farò”, promette.

Le pagine de “Le Celate” sono l’unica cosa che resta della testimonianza e della lotta di questa donna che ancora non si dà per vinta. Un libro denso e duro come l’ostilità d’Oltretevere.

www.lalente.net

 

 

 

 
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ARTICOLO SUL TEMPO DEL 14.12.2006

Post n°118 pubblicato il 15 Dicembre 2006 da FATTI2003
 

Il principe, la suora e il sogno di Francesca Darima

HA PIÙ di settant’anni e un sogno grande di bambina, senza rughe: conoscere sua madre, la donna più importante della sua vita. È il desiderio di Francesca Darima. La sua storia l’aveva già rivelata nel suo primo libro, «Le celate». Ora ne ha scritto un secondo: «Un principe, una suora, un incesto» (sempre di Fabio Croce Editore, 109 pagine, 13 euro), che sarà presentato domani alle 21 al Caffè Letterario in via Ostiense 83. Il sottotitolo è di due parole: «Storia vera». Francesca sa che sua mamma nel 1934 fu ricoverata nell’ospedale San Giovanni, nel reparto chiamato allora «le celate», dove segretamente partorivano nobildonne e religiose. Sa che sua madre era una giovane suora, dice messa incinta dal padre, il principe Marcantonio Colonna. Un incesto. Francesca sa che lei venne al mondo lì, in quel reparto. Poi più niente. Il buio. E lei boccheggia, scrive: ai prelati del Vaticano che ancora oggi potrebbero aiutarla a rivedere la donna che tanto cerca; ai Colonna, ai quali assicura che lei non vuole mettere mano su alcun bene materiale e che chiede solo di sapere; e ai tanti che le mandano lettere per condividere il proprio dolore, per dirle che come lei sono figli delle «celate» e che anziani ancora cercano la madre. Francesca dice di averla trovata, ad Aosta, in un convento delle benedettine: quasi centenaria e cieca. Dal 2000 a oggi è andata in Val d’Aosta undici volte. Nel libro, tra le tante lettere scritte da Francesca, c’è una scritta nel 2002 dal parroco di San Paolo fuori le mura alla madre generale e alla superiora del convento. Per Francesca. «Come parroco le sono stato vicino e l’ho aiutata nella ricerca. Vi raccomando, che le concediate la grazia di riabbracciare la sua mamma. È ora che queste due anime sofferenti s’incontrino». Sono passati 4 anni e Francesca aspetta ancora. F.D.C.

 

 
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Prete missionario arrestato a Cagliari

Post n°117 pubblicato il 05 Dicembre 2006 da FATTI2003
 

Autore: (Cagliari, 4 dic. (Adnkronos) - Un prete di Villamassargia (Cagliari), don Marco Dessi', e' stato arrestato con l'accusa di pedofilia dai carabinieri del comando provinciale di Cagliari in esecuzione di un mandato di cattura internazionale. Il religioso e' stato ammanettato a casa della sorella, ad Iglesias, dove si trovava da alcuni giorni per effettuare dei controlli sanitari. I fatti per il quale il prete e' finito in manette sarebbero accaduti in Nicaragua, dove don Marco da oltre 30 anni era impegnato in diverse missioni umanitarie, in particolare, in favore dei bambini. 

 
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Sostieni la lotta di Piergiorgio Welby

Post n°116 pubblicato il 04 Dicembre 2006 da FATTI2003
 

PREGO TUTTI COLORO CHE LEGGERANNO QUESTO POST DI ANDARE A FIRMARE OGNUNO DEVE POTER SCEGLIERE DI MORIRE CON DIGNITA'. GRAZIE A TUTTI

Partecipa allo sciopero della fame
nelle giornate di lunedì 5 e martedì 6 dicembre

lo puoi fare a questo link http://www.lucacoscioni.it/eutanasia_welby/form.php 

da lunedì in sciopero della fame anche Emma Bonino

 
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E si lamentano per Crozza

Post n°115 pubblicato il 27 Novembre 2006 da FATTI2003

Autore: Hereticusimmagine

Spagna e Italia: due paesi a forte tradizione cattolica.

Il primo si è scrollato di dosso tutto il ciarpame e la polvere stagnante di 40 anni di franchismo.

Il secondo, sta sempre più piegandosi alle ragioni e ai desiderata della chiesa.


Clicka su Crozza


 
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Il predofilo del giorno

Post n°114 pubblicato il 27 Novembre 2006 da FATTI2003
 

Autore: HereticusimmagineABUSI SESSUALI SU BAMBINO, PARROCO 88ENNE CONDANNATO A 15 ANNI

Messina, 24 nov. (Apcom) - Il Tribunale di Barcellona P. G. (Messina) ha condannato a 15 anni di carcere e 3 anni di libertà vigilata don Alessandro Restuccia, 88 anni, ex parroco della frazione Canneto di Lipari, sospeso dalle autorità ecclesiastiche duraate le indagini, per violenza sessuale su un minore. Assieme al parroco il Tribunale ha condannato anche la madre del minore a 5 anni di carcere perché avrebbe consentito gli abusi. Le violenze subite dal minore (all'epoca dei fatti aveva 5 anni) - secondo quanto accertato dai pm messinesi - risalgono ad un periodo compreso tra il 1996 e il 1998, quando la madre del piccolo, una donna francese sposata con un pescatore di Lipari, svolgeva il ruolo di perpetua del prete. A denunciare gli abusi è stato il padre durante la procedura di separazione.


http://www.la7.it/news/textnews/dettaglio.asp?id=31099&cat=1

 
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Pronta a Bolzano una chicca per i pedofili

Post n°113 pubblicato il 27 Novembre 2006 da FATTI2003

Autore: HereticusimmagineLa curia di Bolzano ha in animo di proiettare durante il periodo dei mercatini di natale, un video che delizierà tutti coloro che mostrano un "particolare" interesse per l'infanzia. L'iniziativa, alquanto discutibile, visto che il protagonista del fimato è un bambino reale completamente nudo, ha suscitato polemiche roventi. Anche alcuni esponenti della chiesa non hanno apprezzato l' "opera d'arte", ma ciò nonostante, il video sarà regolarmente trasmesso.
Un gesù bambino biodissimo e con gli occhi azzurri. Quando si dice che ognuno si ritaglia il proprio dio a seconda dei gusti personali!  Un piccolo dio che sarebbe piaciuto tanto ad Hitler, ma che non mancherà di essere molto apprezzato dai predofili,  che canteranno estasiati:
"Tutti vanno alla capanna per vedere cosa c' è.
C' è un bambino tutto biondo proprio come piace a me"

da La Repubblica di oggi:

Bolzano, polemica su un video dell'artista Demetz: "Troppo new age". E Milano si fa avanti: "Lo proiettiamo noi"
"Via dal Duomo quel Gesù bambino biondo e tutto nudo, attira i pedofili"
Dalla Chiesa critiche anche alle atmosfere evocate dalle immagini
"Più che al Natale fanno pensare al Signore degli anelli
BOLZANO - Opera d'arte o video al limite della pedofilia? La polemica sta infiammando in questi giorni Bolzano: c'è un video - che sarà proiettato in duomo durante il mercatino di Natale - in cui si vede un Gesù bambino biondissimo, con gli occhi azzurri, completamente nudo, che gioca davanti alla telecamera e che alla fine allarga le braccia e lascia cadere la testa sul petto, come se fosse crocifisso.

Lo hanno proiettato in anteprima in curia giovedì scorso, e subito si sono levate le proteste. Rudi Benedikter, vicepresidente del consiglio comunale di Bolzano, è trasecolato: "Mi ha scioccato. Una inaccettabile commercializzazione della Chiesa, attraverso un bimbo la cui immagine è al limite della pedofilia. Anzi, ai pedofili piacerà parecchio". Parole pesanti, che vengono confermate dal teologo Paolo Renner, uno dei sacerdoti più seguiti in Alto Adige: "Una rappresentazione pseudocristiana, in stile new age, assai distante dalla tradizione e dal messaggio natalizio".

Nessuno, in curia, si sarebbe aspettato questo gran polverone. Avevano commissionato il video a un giovane artista altoatesino di fama, Aron Demetz, per cercare di strizzare l'occhio (quello cristiano, s'intende) al milione e passa di visitatori che ogni anno affollano piazza Walther, il salotto buono di Bolzano, nel periodo del mercatino di Natale. "Sono tutti felici con i loro pacchettini, però è sempre mancato l'annuncio religioso", spiega don Thomas Stürz.

Unico protagonista del cortometraggio è Egon, un bimbo biondissimo, con gli occhi azzurri, etereo, evanescente. E completamente svestito. E' immerso in una nebulosa dissolvenza che ne fa intuire le forme, più che mostrarle. In realtà il video di Demetz non aveva neppure questa dissolvenza ed è stata inserita di tutta fretta: i responsabili della curia pensavano - così - di evitare le polemiche.

Bolzano covo di bacchettoni? Chi la pensa così è Alessandro Riva, critico d'arte e consulente di Vittorio Sgarbi al Comune di Milano: "Se a Bolzano sono così ottusi da scambiare l'ultimo video di Aron Demetz, artista di grandissima sensibilità, per un'opera "scioccante", "inquietante" "di cattivo gusto" e persino "al limite della pedofilia", noi a Milano siamo pronti ad accoglierlo, magari, se la Curia lo permette, proprio all'interno del Duomo. Sono sicuro che l'arcivescovo Tettamazi vedrà in un'opera così poetica, delicata e di intelligente reinterpetazione dei più puri valori cristiani un perfetto simbolo del Natale".

Alla fine, il video non lascerà l'Alto Adige e il Duomo del suo pomposo capoluogo: nonostante la pioggia di critiche, don Thomas Stürz conferma che verrà proiettato con l'apertura del mercatino, prevista per giovedì prossimo.

Ma chi è in realtà il bambinello new age? "E' semplicemente mio figlio", sorride Demetz, l'artista finito suo malgrado nella bufera. Lui, che arriva dalla tranquilla Val Gardena, voleva solo contribuire a creare un po' di spiritualità in mezzo agli sfavillii del mercatino di Natale. "Lo vogliono a Milano? No, questo video è stato concepito per Bolzano e lì deve rimanere". Tanto, c'è da giurarci, la fila dei turisti curiosi che si riverserà in duomo è già garantita.

(26 novembre 2006)

 
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LE CASE DEL PAPA

Post n°112 pubblicato il 27 Novembre 2006 da FATTI2003

http://www.radicali.it/newsletter/view.php?id=76372&numero=4597&title=NOTIZIE%20RADICALI

Andate a leggere l'articolo di mario staderini, consigliere comunale a Roma.

Si tratta dell'emergenza abitativa della capitale.

1) sfratti

2) speculazioni immobiliari

3) richiesta di un censimento dei proprietari

"Il caso di Roma è paradigmatico: nella conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa, cui ha partecipato anche il consigliere comunale della Rosa nel Pugno Gianluca Quadrana, oltre al censimento abbiamo chiesto la verifica dell’attuazione della delibera n. 110/2005 del Consiglio comunale, che impegna il Comune a “promuovere incontri con la proprietà di alloggi sfitti per proporre un accordo che preveda, ove possibile e necessario, destinazione di quota parte alla locazione a canone concordato e solidale per un periodo di tempo da definire in sede di stipula di accordo”.

Come si fa a promuovere accordi con i grandi proprietari di alloggi sfitti se non si ha la mappa di chi sono?"


Ed ecco che di fronte a questa legittima richiesta  la stampa si scatena scrivendo:


"i Radicali vogliono le case del Papa”, sottolineando che censimento a Roma significa svelare l’immenso patrimonio facente capo al Vaticano e agli enti religiosi controllati dalla Santa Sede".


Immenso patrimonio facente capo al vaticano.

Andate a leggere l'articolo per avere un'idea di cosa significa tutto questo.

*riduzioni fiscali

*sfratti per adeguare le abitazioni a luoghi di soggiorno e così via...

E c'e' ancora qualcuno che difende questi privilegi. Spero che questo mio post non venga considerato frutto di vuota retorica...

 

 

Pascolo della piovra

 
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Salvador, prete condannato a 20 anni

Post n°111 pubblicato il 23 Novembre 2006 da FATTI2003
 

23/11/2006  Autore: Hereticus SALVADOR - Un prete cattolico è stato condannato da un tribunale salvadoregno a 20 anni di reclusione per aver violentato un chierichetto di 11 anni, nella prima sentenza del genere nel Paese centroamericano. Il sacerdote, José Daniel Rivas, 60 anni, è stato condannato da tre giudici, dopo essere stato riconosciuto colpevole di aver abusato del bambino l'anno scorso a San Cristobal, circa 35 chilometri a est della capitale. "Finora non c'erano stati casi di sanzioni di questo tipo nel Paese", ha detto alla Reuters un responsabile del tribunale, José Luis Funes.

 
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FIRMA PETIZIONE PER L'EUTANASIA E LA DONAZIONE DI MIDOLLO OSSEO

Post n°110 pubblicato il 17 Novembre 2006 da FATTI2003
 

DAL BLOG DI ROSALBA SGROIA

Volevo ricordare a tutti che domani e dopodomani c'è la raccolta delle firme per l'eutanasia...Sul mio blog tutte le informazioni e oltre a questo, ho messo anche un appello per la donazione del midollo...

http://neroassenso.splinder.com/ 

 
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IL VICARIO DI SUA SANTITA'

Post n°109 pubblicato il 10 Novembre 2006 da FATTI2003
 
Tag: LIBRI

 Da quando, pupillo del cardinale Ugo Poletti, sedette sulla poltrona di segretario generale della Conferenza episcopale (giugno 1986); a quando – da Vicario papale e presidente della Cei – ha guidato la campagna elettorale per affossare il referendum sulla procreazione assistita (giugno 2005): cronaca di vent’anni di potere del cardinale Camillo Ruini.
«Definire opportuno il ritratto biografico che i “Discepoli di verità” hanno qui dedicato al cardinale Ruini è dire poco. Questo libro riempie un vuoto di informazione, dato che nessuna pubblicazione libraria ha mai raccontato le gesta del condottiero della Cei. E secondo la miglior tradizione della Kaos edizioni, è un libro che accende un faro di conoscenza su un personaggio il quale, dietro le quinte, esercita da vent’anni un potere smodato sulla scena politica nazionale» (Dalla prefazione di Giorgio Galli). 

In appendice, il testo integrale del Concordato (18 febbraio 1984).

 
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NESSUNO TOCCHI CLEMENTINA

Nessuno tocchi Clementina
 

PER DE MAGISTRIS

Appello per la Giustizia - Per De Magistris
 

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Basta! Parlamento pulito
 

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