FRATTAGLIE

Elucubrazione sul restauro


Quando sono triste, davvero molto malinconica, e sento di dover attendere un momento per prendermi cura del mio io interiore che necessita di tempo per rielaborare le emozioni, dedico una domenica al restauro dell’io esteriore. Trattasi di un’attività talmente impegnativa e macchinosa, se ben eseguita, da permettere alla mente la distrazione necessaria. Si comincia da una depilazione radicale, che non deve ovviamente trascurare le sopracciglia, dolorosa al punto giusto e che comporta il riempimento di uno o due sacchetti per l’umido che finiranno la loro vita nella raccolta differenziata. A questo punto si è pronti per un bel peeling del corpo a base di sale fino ed olio idratante, il primo con  la funzione di rimuovere delicatamente le cellule morte dalla pelle e prepararla ai successivi trattamenti, il secondo atto ad evitare che l’operazione mi trasformi in una specie di rettile in fase di muta. Una doccia tiepida per eliminare il tutto, maschera viso, olio di lino sui capelli, pietra pomice sui talloni, che anche loro hanno la loro bella importanza, e si passa al forno, con un rametto di rosmarino in bocca o, in alternativa, alla vasca da bagno. Fino ad ora mi sono sempre limitata alla seconda opzione. Ingredienti necessari: candela profumata, schiuma densa, di quelle che quando hai finito nemmeno l’idraulico liquido riesce a smaltirla prima di due ore, acqua calda, giusto da rasentare l’ustione, e musica a piacere. Attenzione! Questa è una fase molto critica del processo perché, nei venti minuti circa di ammollo, la mente tende a prendere il sopravvento riportandoci al motivo per cui stiamo facendo tutto questo e trascinandoci verso l’attapiramento globale. Dopo anni di prove, personalmente ho concluso che la cosa migliore sia dotarsi di una settimana enigmistica in modo che i pochi neuroni sopravvissuti a decenni di maltrattamenti siano talmente preoccupati di dimostrare che, in fondo, sono ancora in buono stato, da non potersi permettere alcun tipo di divagazione. L’uscita dalla vasca deve avvenire in modo graduale, se non volete collassare sul pavimento per via dello sbalzo di pressione, quindi doccia tiepida, doccia fredda ed arrotolamento in accappatoio pulito e profumato. Non ditemi che ho consumato troppa acqua, lo so da me…ma ci sono momenti della mia vita in cui è necessario che, per un attimo, abbandoni le convinzioni ambientaliste e mi comporti da vera egoista e consumista.  Si passa quindi alla seconda e, fortunatamente ultima, fase critica dell’operazione: il relax!  Belli umidicci ci si sdraia sul letto, sempre nell’accappatoio, si protegge il cuscino con una salvietta in modo da evitare che diventi la suppellettile ideale per una friggitoria, ci si copre con una bella copertina morbida, possibilmente di un colore solare e si rilassa la muscolatura. Mi piacerebbe dire che si tratta di un momento di ascetica meditazione, ma, stante il sopraccitato motivo scatenante, per allontanare il tarlo che arrovella il mio io interiore, sfrutto un incenso al sandalo e la radio, a meno che un subitaneo e propizio abbiocco non giunga opportunamente in mio soccorso. Al termine della fase preparatoria  si entra nella cuore del trattamento, quello più odiato dalla mia micia, che, in questo, assomiglia tanto ad un uomo, ossia “l’incremamento”, un vero e proprio delirio di barattoli e barattolini: siero lifting effetto anti age-miracoli annessi (così il giorno dopo ti faranno il filo anche i ventenni), contorno occhi (meglio prevenire che curare, ma avrei dovuto cominciare un decennio fa), contorno labbra (ma si…che ho da perdere), crema intensiva anti-rughe-giorno-notte-pomeriggio (tanto non ho altro da fare), crema anticellulite pancia-gambe-glutei (solo perché non esiste ancora quella per le ginocchia, ma domani compero i cerotti), crema rassodante seno (già cade altro, cerchiamo di tenere su almeno quello), balsamo capelli schiarente, shampoo lisciante, fialetta rinforzante e chi più ne ha più ne metta. Tutto questo, ovviamente, con sfondo musicale adeguato. Si termina con la messa in piega e con il trattamento mani: rimozione cuticola, limature unghie, applicazione lunette per la french manicure, smalto bianco, asciugatura, rimozione lunette, smalto trasparente, asciugatura, smalto rosato, asciugatura, crema idratante con guanto di cotone per farla agire al meglio tutta la notte che, nel frattempo,  è sopraggiunta. Distrutta mi abbandono tra le braccia del buon Morfeo, a cui non importa se sono un po’ unticcia, e mi addormento senza pensare. So che tutto questo può sembrare molto superficiale e vanesio ma il lunedì mattina, anche se, ovviamente, il mio io interiore è esattamente al punto di partenza, tetro come la pece, quello esteriore è molto più caruccio e luminoso. Uscendo di casa osservo la mia immagine nello specchio, e lei mi saluta sorridendo.