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DEL DIMAN NON V'E' CERTEZZA


E’ pericoloso ed ingiusto considerare il ricco come evasore sfruttando politicamente l’invidia sociale.Purtroppo se la stragrande maggioranza di noi fosse sottoposta ad un controllo tramite redditometro, troverebbero solo debiti, sofferenze individuando il livello di sopravvivenza, stimato sempre più in basso. E’ stabilito dal nostro ordinamento fiscale che il cittadino debba contribuire al bilancio dello Stato tramite le imposte dirette, parametrate al livello di reddito dichiarato. Si chiama progressività dell’imposta calcolata sul imponibile al netto delle deduzioni dal lordo. Contribuiscono oltre al reddito di lavoro dipendente/pensione, il reddito da locazione immobiliare, i valori catastali di terreni ed immobili oltre la prima casa, le quote di utili attribuite per partecipazione in società di persone o di capitali, il reddito da titoli etc. Gli utili delle imprese sono assoggettate ad imposta e, al netto degli eventuali accantonamenti a fondi rischi, ripartite pro quota tra gli associati. Il cittadino benestante per diritto di nascita, godrà di privilegi negati alla maggioranza di noi, impegnati a lavorare allo scopo di mantenere la famiglia e noi stessi. Personalmente non ho mai nutrito invidia nei confronti del ricco ma solo spirito di emulazione verso chi riesca ad affermarsi nel campo della scienza, della letteratura, della professione, facendo leva sulle proprie capacità intellettuali. Fuori di dubbio che questi ultimi necessitino comunque di aiuto, sponsorizzazione o semplice raccomandazione per potersi affermare. Purtroppo le pari opportunità non sono verificabili nel concreto ed ognuno di noi sceglie regolarmente le scorciatoie per evitare la coda, sia materialmente che metaforicamente. Si tratta di una corsa ad ostacoli, alcuni aggirabili altri da abbattere. Vivere significa godere e soffrire, ma non lascerò mai la possibilità alla invidia sociale di rovinarmi l’esistenza.                      Chi vuol esser lieto sia: del diman non v’è certezza!