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IL GIORNO DOPO


Il giorno dopo, raccogliamo varia spazzatura pseudo giornalistica. Dalla ipotesi dell’auto attentato di Trump, alle certezze sulla identificazione dei mandanti tra le fila dei democratici.Certamente leggendo ora le dichiarazioni bellicose di Kamala Harris, Nancy Pelosi ed altri terroristi “verbali”, che incitano alla eliminazione fisica di Trump, non ci si crede. Immagino si trattasse di retorica elettorale, laddove “eliminare” sia da interpretare con “sconfiggere/battere alle urne”. Purtroppo gli Statunitensi sono abituati ad uccidere i Presidenti in carica (ben quattro) ed organizzare attentati contro i candidati scomodi. Nella fattispecie, le falle nella sicurezza, col senno del poi, appaiono strane ed ingiustificabili.  Il servizio (dicono) prenda possesso della “location” ben prima del previsto comizio. Vengono quindi stabilite le posizioni da assumere da parte dei cecchini e circoscritto lo spazio da attenzionare. Una carabina a colpo singolo con sistema di puntamento, può sparare da migliaia di metri, quindi occorre prevedere un vasto controllo circolare del territorio. Perchè quella costruzione a soli centocinquanta metri non era sorvegliata? Inoltre la lentezza dell’intervento, nonostante le segnalazioni del pubblico che aveva notato un uomo armato sul tetto, come può essere giustificata? L’idea è che sia trattato di un attentato organizzato e pianificato, non di un gesto di un folle. Chi aveva interesse ad eliminare Trump? I dem, sicuramente ma credo che il livello sia da individuare più in alto.