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Esondazioni .Prevenire e ridurre gli effetti della cementificazione dei bacini


Avendo individuato nella cementificazione dei bacini , la causa generale di incremento della frequenza delle esondazioni , in special modo nelle aree molto urbanizzate ,vediamo prima di tutto  i metodi per mitigare e se possibile annullare gli effetti della cementificazione . Dobbiamo chiederci , è possibile realizzare nuovi insediamenti urbanistici senza incrementare le portate massime del bacino ?Le opere da realizzare con questa finalità sono efficaci e sostenibili ?Fortunatamente posiamo dare risposte positive .Ma vediamo meglio nel dettaglio quali interventi si possono attuare .Innanzi tutto per quanto riguarda le superfici cortilizie interne , anche per la sosta dei veicoli , si possono realizzare della pavimentazioni disperdenti adatte allo scopo , sia con manufatti cementizi che con manufatti ancor più leggeri in resine plastiche , che sopportano i carichi , permettono la realizzazione di superfici parzialmente o quasi completamente a prato , ed in conseguenza filtranti . I costi sono dell'ordine di quelli di una buona pavimentazione stradale , anche se possono richiedere costi di manutenzione maggiori . Per quanto riguarda le pavimentazioni viarie oggi esistono asfalti cosidetti filtranti , realizzati con inerti con granulometrie maggiori e tali da non intasare completamente gli spazi . Sono utilizzati dalle società di gestione delle autostrade perche migliorano la percorrenza e la visibilità non sollevando veli d'acqua e spruzzi, non formando pozzanghere superficiali, potrebbero essere una ottima soluzione nel caso se ne diffonda ulteriormente l'uso , e si riducano i costi.Occorre comunqque realizzare vasche di raccolta e dispersione delle acque, (anche  cunette e fossi disperdenti ). Qualora ne sussistano le condizioni , queste vasche di raccolta potrebbero essere adibite all'utilizzo irriguo di parchi pubblici ( si rammenta l'opportunità di separare le " acque di prima pioggia " che risultano fortemente inquinate in quanto  lavano le superfici dalle polveri depositate , e solo queste essere avviate alle fognature).Tutte le acque dei tetti delle superfici coperte private devono essere convogliate in vasche di raccolta e disperdimento nel terreno , con le raccomandazioni relative alle acque di prima pioggia , eventualmente utilizzate anche , ai  fini di inaffiamento estivo , o con  finalità di riserve antincendio, in particolare nel caso di insediamenti commerciali , industriali o di magazzini per la logistica . Per fare un esempio numerico , il caso della villetta a schiera che aveva una copertura comprese gli sporti di gronda indicata in 80 mq per ogni unità immobiliare, ipotizzando una intensità di pioggia critica di 75 mm ora,  per un ora di pioggia alla massima intensità occorerà disperdere nel suolo 6000 litri o,almeno una consistente quota.Realizzando una vasca di almeno 3000 liti  si ottiene che 3000 litri + la frazione infiltrata nel terreno durante la prima ora  , non raggiungano le fognature. Nelle ore successive poi l'intensità media di pioggia tenderà naturalmente a scendere e si avrà un maggior peso della quota dispersa nel terreno per infiltrazione, i tempi medi di corrivazione vengono così allungati anche per la parte non infiltrata nei terreni.Delle vasche prefabbricate in manufatti cementizi disperdenti a forma di anello circolare potrebbero essere realizzate con un costo indicativo di 1000-1500 euro per la singola unità abitativa. In alcuni paesi , sono stati studiati dispositivi per lo stoccaggio delle acque piovane sui tetti piani , i costi sono pù che altro di manutenzione , in particolare delle guaine impermeabilizzanti.  Adatto ad esempio ad alcuni tipi di capannoni e di attività. Nel caso non basti e relativamente ai casi di grossi investimenti immobiliari , come la realizzazioni di interi nuovi quartieri , tipo le newtown , la realizzazione di ampie aree commerciali ( centri commerciali ed outlet ) aree artigianali o distretti industriali , centri per la logistica e simili ,si possono introdurre aree a verde pubblico da realizzare a valle del nuovo insediamento ed a monte della rete idrografica del centro storico  da salvaguardare , dove prevedere aree destinate ad accogliere periodicamentele esondazioni , con tempi di ritorno , anche di un secolo . Predisponendo una viabilità interna dei parchi realizzata a quote opportune , con strade, anche sterrate,  in rilevato e tali da garantire la funzionalità del parco anche immediatamente dopo le esondazioni, e per permettere in modo semplice, veloce ed efficace gli interventi di pulizia e manutenzione . In questi casi  occorre vincolare la realizzazione alla presentazione di un progetto delle opere da realizzare , individuate con un adeguato studio idrologico ed idraulico delle soluzioni proposte . La realizzazione degli accorgimenti e delle opere illustrate necessarie per alleviare o addirittura annullare gli effetti della nuova ulteriore cementificazione ,avrebbe l'indubbio beneficio di non peggiorare ulteriormente le cose. Ma cosa fare nelle aree già compromesse ? Inoltre anche se in genere di costo sostenibile ,sarebbero completamente a carico dei soli nuovi insediamenti , teoricamente a favore della collettività , ma in realtà a tutto vantaggio degli edifici preesistenti ed in particolare di quelli di maggior valore situati nei centri storici . Si potrebbero comunque finanziare , in parte o in totale , portando in detrazione i maggiori costi dagli oneri di urbanizzazione , al fine di incentivare l'attività immobiliare che versa attualmente in grave crisi.A mio modo di vedere per poter non solo stabilizzare le situazioni , ma per migliorare le situazioni pregresse sarebbe opportuno , ragionando sulle caratteristiche tecniche di ogni bacino , e relativamente ai livelli di prevenzione del rischio che si vogliono raggiungere , procedere alla definizione di un piano di intervento attuativo di bacino , addivenire alla individuazione di interventi ( e  costi) standard , stabilire dei limiti temporali di intervento e chiedere tali realizzazioni anche alle proprietà degli edifici esistenti . Qualora le condizioni di fattibilità non persistano, per la mancanza di spazi per le vasche disperdenti , o per convenienza delle amministrazioni locali , che si troverebbero comunque ad attuare in questo caso gli interventi di adeguamento per tutti gli  edifici pubblici  , nonchè eventualmente anche per la viabilità pubblica , si potrebbe monetizzare per i centri storici i costi tramite anche una rateizzazione poliennale , con cui finanziare la realizzazione delle opere previste dal piano di bacino unitamente a quelle a carico della parte di proprietà pubblica. Una simile soluzione avrebbe il vantaggio del coordinamento degli interventi pubblici e privati , e di una certezza di avanzamento unificato degli interventi stessi, e permetterebbe ipotesi di recupero nell'ordine di un  decennio, per la realizzazione delle opere previste dal piano di intervento .Detti piani dovrebbero prevedere l'integrazione con altri interventi qualora necessari quali sistemazione di sponde ed argini o realizzazione di canali deviatori e/o scolmatori.Le quote a carico dei privati potrebbero essere ammesse al godimento di incentivazioni fiscali rispetto alla tassazione delle proprietà immobiliari interessate.