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Sì degli industriali all’elettrodotto aereo. L’ambiente può attendere… profitto űber alles
23 GENNAIO 2010 Udine
Gli imprenditori chiedono un sistema “potente” e “stabile” e che consenta eventualmente rapidi interventi per possibili guasti sulla linea
Gli industriali: sì all’elettrodotto aereo . Forte presa di posizione del presidente Luci.
UDINE. Sì all’elettrodotto Ronchi-Udine Ovest. E soprattutto sì alla sua realizzazione “esterna”. A sbilanciarsi e a far sentire pesantemente la propria posizione questa volta è la Confindustria di Udine, attraverso le parole del presidente Adriano Luci. Il quale, dati alla mano, “affossa” l’ipotesi di una struttura interrata, voluta invece dal battagliero Comitato per la vita del Friuli rurale.
Il ragionamento, e in qualche modo l’appello della Confidustria, muove da presupposti chiari. «L’energia è un fattore primario di competitività». Ovvero per crescere e per produrre le aziende friulane non possono avere “l’incubo” della disponibilità di energia elettrica.
«Per questo – sottolinea Adriano Luci (nella foto) – dobbiamo migliorare la disponibilità di energia unendo le fonti tradizionali e quelle alternative a partire dalle rinnovabili, tenendo però presente l’esigenza primaria di garantire la sicurezza e l’efficienza delle forniture attraverso reti di trasmissione adeguate».
Ed ecco la dichiarazione della scelta netta di campo. «La realizzazione della linea ad alta tensione Redipuglia-Udine Ovest – aggiunge infatti Luci – è indispensabile per superare l’attuale vulnerabilità del sistema elettrico regionale anche nei collegamenti con i paesi esteri. E la scelta della modalità costruttiva deve dipendere esclusivamente da ragioni tecniche, gestionali ed organizzative».
E poi la precisazione su quale struttura scegliere, tra esterna e interrata. Secondo la Confindustria Udine l’elettrodotto aereo offrirebbe una più elevata capacità di trasporto e una maggiore sicurezza di trasmissione, nonchè una migliore rapidità di intervento nella riparazione dei guasti. Viceversa un elettrodotto interrato, a giudizio degli industriali locali, non risulta in grado di offrire sufficienti garanzie per la minore affidabilità di esercizio e per i tempi di riparazione molto lunghi in caso di guasti.
«Indubbiamente il fotovoltaico – aggiunge Luci – e lo sviluppo delle fonti rinnovabili rappresentano anche per la nostra Regione un obiettivo da perseguire.
Ma questo non può far disattendere l’esigenza fondamentale di potenziare la capacità di trasporto e la sicurezza delle reti che vanno affrontate con soluzioni tecniche, quale quella aerea, che offre più efficienti condizioni di stabilità e sicurezza del trasporto, nonché di manutenzione, con il duplice vantaggio di ottimizzare l’utilizzo centrali locali e garantire la stabilità delle importazioni dalla Slovenia oggi e dai paesi balcanici domani».
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