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API, UDC, FLI Convergeranno verso "Un terzo Polo"

Post n°110 pubblicato il 27 Settembre 2010 da abc57

 

"Udine? Una città di sotans"Intervista a Enrico Bertossi che dichiara "Nemmeno i ciechi e i sordi lo possono negare. Con me e Cecotti il peso del capoluogo era di certo superiore"

Enrico Bertossi -

All'appuntamento elettorale manca ancora qualche mese. Ma Alleanza per l'Italia, il partito guidato da Francesco Rutelli e coordinato a livello regionale da Enrico Bertossi, sembra avere già le idee chiare. La posta è alta. La prossima primavera, infatti, si voterà, tra gli altri, per le Province di Trieste e Gorizia e i Comuni di Pordenone e Trieste.

Il vostro è un partito giovane. Sarete presenti alle Amministrative?
“Sì. L'orientamento è di correre da soli, con nostri candidati e nostre liste. Ci stiamo organizzando sul territorio e respiriamo aria sana di passione e impegno civile. Abbiamo definito i coordinamenti provinciali e ci stiamo strutturando per le scadenze elettorali. Se ci sarà la possibilità di aggregare anche i 'cugini' finiani e dell'Udc, si vedrà. Intanto il dialogo c'è”.

Da cosa dipende?
“Dalla possibilità di andare a elezioni politiche anticipate. Se ciò accadesse, il cambiamento del quadro politico locale subirebbe una forte accelerazione. Da noi, la cose sono diverse: l'Udc è in maggioranza e parte del partito frena”.

Nel caso di elezioni anticipate, la maggioranza in Regione potrebbe sgretolarsi?
“Non so se cadrebbe subito, ma nel 2013... Se nel 2008 si fosse votato alle Regionali un mese dopo le Politiche, Udc ora sarebbe all'opposizione”.

Api, Udc e Fini lavorano al terzo polo. Il bipartitismo è morto?
“Sì. A distanza di 16 anni dalla prima Repubblica, nulla è stato risolto. Dilaga il malaffare e la classe politica è sempre più lontana dalla gente grazie a questa legge elettorale. I risultati delle Europee parlano chiaro: il 45 per cento degli elettori o non ha votato o ha annullato la scheda. E a essere premiati sono i partiti estremi”.

Quale sistema elettorale crede sia più adatto all’Italia?
“Quello tedesco: proporzionale con lo sbarramento. E naturalmente con la reintroduzione della preferenza”.

Il terzo polo è stato tentato più volte, ma ha sempre fallito. Cosa le fa credere che questa volta riuscirà?
“Perché si sono rotti gli schemi. L'Udc è andato da solo ed è stato premiato. Rutelli ha rotto gli argini del Pd. E ora Gianfranco Fini... E' la prima volta che tre grandi leader convergono su una proposta nuova”.

Chi sta peggio, il Pd o il Pdl?
“Sta peggio l'Italia. A causa di uno scontro frontale che dura da 16 anni, imputabile a Berlusconi e alla Sinistra che lo demonizza e basta. In Germania si è smesso di litigare e si è risollevato il Paese”.

Lei ha affermato di voler coinvolgere anche la parte migliore degli autonomisti. Si riferiva a Sergio Cecotti?
“Qualche persona legata a Cecotti, come l’ex capogruppo a palazzo D’Aronco Enzo Bassi, si è già avvicinato. L’ex sindaco ora si è ritirato dalla politica, ma rimane una delle migliori personalità espresse dal Friuli. Sono sempre stato disponibile nei suoi confronti per fare assieme il bene della nostra terra”.

In passato, è stato indicato più volte come candidato forte, penso al Comune di Udine e alla presidenza della Regione, ma alla fine la candidatura è sempre sfumata. E’ disposto, in futuro, a sfidare i due partiti maggiori?
“Questo è un discorso prematuro. Mancano oltre due anni alle elezioni e questo tempo è, per la politica, un’infinità. Non so come saranno i giochi. Comunque, non avendo cariche, non avrei nulla da perdere e non ho la necessità di affannarmi per difendere la poltrona. Sono più tranquillo e sereno di altri”.

Siederebbe nuovamente sulla poltrona di presidente della Camera di Commercio di Udine?
“No, non lo rifarei. Avrebbe avuto un senso logico due anni fa. La città di Udine, come dimostrano i fatti, aveva bisogno di una figura forte, figura che oggi non c’è ancora. E un udinese alla guida della Camera di Commercio avrebbe potuto riequilibrare il peso della città a livello regionale”.

Tuttavia, l’udinese Maurizio Franz sarà probabilmente il successore di Edouard Ballaman alla presidenza del Consiglio regionale…
“Franz è una persona corretta e questo è il segnale di un’inversione di tendenza. Ma il vero potere è dove sono i cordoni della borsa. Che gli udinesi siano diventati sotans è fuori discussione. La città è isolata, ha uno scarsissimo peso e solo i ciechi e i sordi lo possono negare”
.

Di chi è la colpa?
“Di un mondo che è cambiato. Con me e Cecotti, il peso specifico del capoluogo friulano era sicuramente superiore”.

Potreste fare gruppo unico con Udc e finiani in alcune realtà? Penso, appunto, al Comune di Udine...
“Dipende da cosa accadrà a Roma nei prossimi mesi. Sarebbe una strategia saggia e lungimirante”.

Un giudizio su Honsell e uno su Fontanini?
“Gravemente insufficiente il primo, più che discreto il secondo. Honsell non sta di fatto amministrando Udine, propinando un misto di presenzialismo e becero populismo, che lo porta a fare le cose più inutili e impensabili per un sindaco. Credo che, con la fascia tricolore, vada anche a dormire. Senza contare che ha perduto molti soldi che la Regione aveva messo a disposizione della città. Penso ai 30 milioni per lo stadio, ai 5 per l’Odeon e ai fondi per l’ex Macello. Infine, non si è accorto che lo stavano estromettendo dal patto di sindacato della Saf. Per quanto riguarda Fontanini, lui è un politico navigato. Ha cercato di portare efficienza nella macchina amministrativa provinciale”.

E su Tondo?
“Tireremo le somme a fine legislatura. Allora vedremo se ci saranno più o meno disoccupati rispetto al 2008 o se il turismo sarà cresciuto o meno. Non critico mai aprioristicamente un’amministrazione ed è dovere di ognuno rispettare la volontà degli elettori, lasciando il tempo agli eletti di dimostrare cosa sanno fare. Per il momento, posso dire che non mi è piaciuto il desiderio di cancellare ciò che è stato fatto prima. C'è l'ossessione di dare l'impressione di voler cambiare tutto. Non a caso, Tondo è sceso agli ultimi posti nella classifica dei governatori più graditi".

Quando parla di ossessione, si riferisce alla legge 4 del 2005, la legge ‘Bertossi’ sulle piccole e medie imprese?
“Questa legge, che ci invidiavano in tutta Italia, è stata distrutta e ciò va a danno delle aziende. Probabilmente, se non avesse portato il mio nome, non avrebbe fatto questa fine”.

Hubert Londero

27 settembre 2010

 
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