Faccio pure Questo

Foglie - Capitolo VII


Detto nel modo più signorile e garbatoche mi sia possibile…"stavolta le voglio fottere!".Sissignore.Stavolta non sarò passivo osservatore degli eventi.Stavolta loro crederanno, come sempre, di aver invaso e vinto.Illuse. In un lampo, le catturerò tutte e le smaltirò in un baleno.Se ti stai chiedendocosa io stia dicendo…Beh...hai un solo modo per capire.Forse.Cliccare qui. * * *Il mio Venditore di ArmiRiassuntino:Ho un piano per vincere.Ogni piano che si rispettirichiede dei mezzi.Io ho il mio uomo di fiducia.:-) Per vincere le guerre è importante avere un buonfornitore d'armi.Nel mio caso,un buon Ferramenta.Che posto!E che uomo il gestore.In realtà son due e son moglie e marito. Lei fa il lavoro; lui, anche se non lo sa, fa Marketing e Comunicazione. E' un leader.Ha un naturale talento ad orientare il pensiero di chi lo ascolta nella direzione in cui si dirige il suo.Lui non trascina, e neppure spinge. Lui va.E tutti lo seguono.Il suo negozio è l'ovvia conseguenza di ciò. Non solo ha tutto; questo non basterebbe. Il valore aggiunto è che lui, vedendo te, sente una voce;sente la voce di ciò che ti serve, la voce di un oggetto disperso su uno dei tanti scaffali o cassetti.Quella voce lo chiama e gli dice: "a questo qui servo io!".Lui, e solo lui, sente la vocesicché il suo mestiere èunire oggetti e persone che si cercavano e solo da lui sanno trovarsi.   Io lo so. Lui intuisce i miei problemi già mentre sto parcheggiando davanti al suo negozio.Tutte le volte così.Scendo dall'auto e so che,da dietro al suo bancone, lui mi sta già guardando.Chiudo la portiera, pigio il tasto posto sulla chiave per azionare la chiusura centralizzata e lui mi ha già visto e mi inizia a leggere nel pensierogià mentre cammino nel parcheggio prima di genuflettermi all'ingresso del suo tempio.Gomiti appoggiati al bancone,mento appoggiato ai palmi delle mani,occhialini a mezzaluna da presbiteappoggiati alla estrema punta del naso,proprio sull'orlo, in un punto che non rispettané la legge di gravitazione universale né i coefficienti di attrito.In modo che sia chiaro sin da subito che lui è lui e che noi non siamo un cazzo.Avvicina il mento al petto, quando mi vede arrivare,per meglio guardarmi da sopra gli occhiali; lo fa piegando un poco la testa a destraappoggiandola completamente alla relativa manoe col medio della sinistra inizia a grattarsi la fronte.Sento che il mio arrivo gli procura leggere preoccupazioni.Ma si sa, tanti vanno lì per comprar Carbonella e Diavolina oppure attacchi a baionetta per l'irrigazione del giardino.Son casi monotoni per lui.Con quella monotonia lui ci mangia.Con la mia follia, invece, ciba la sua autostima.Entro ed attendo il mio turno ascoltando ciò che diceall'avventore che mi precede."Ho capito cosa le serve! mi deve però dire se ha tubi da 'un mezzo' o da 'tre quarti.' "  Lui lo sa già che quello non saprà rispondere.'Capire la domanda'è un ovvio prerequisito alla soluzione dei problemi ma lui sa che, con questi tipetti, neppure il banale è ovvio.Per questo attende un paio di secondi.Poi "finisce" il poveretto passando al dialetto: "Sgnor, per deregh na man, a go da saveir se al tub le da mezz o da tri quert ed polis." (trad.: "Signore, per darle una mano, io debbo sapere se il tubo è da 'mezzo' o da 'tre quarti' di pollice.")E' studiato, io credo, il passaggio al dialetto.In questo modo li porta in una zona a loro ignota, per farli sentire ancor più inadeguati.Si abbassa, per dimostrare all'avventore che è inadeguato pure al minimo.Negli anni ha imparato che questi tipetti sono cocciuti. Ha imparato che è meglio far capir loro, da subito, che non è il caso che cerchino di illustrargli le loro ragioni o le loro idee.Dovrebbe sprecar tempo a dimostrar loro l'infondatezza delle prime e la fallacità delle seconde. Un modo per dirgli , senza dirlo: "Senti caro, sarai pure il responsabile finanziario della multinazionale del caso; avrai pure deciso di trasformare il tuo giardino in una sorta di sala chirurgica a cielo aperto da mostrare agli amici come prova definitiva che, in qualsiasi cosa tu ti cimenti, sai come organizzarla. Tuttavia io conosco la verità; io lo so che non ne capisci una sega di queste cose! Io so, come tu del resto sai, che non ne hai le capacità. E tu sai pure che io lo so. Il tuo pollice non è verde; al massimo sarà pigmentato dall'inchiostro della tua Montblanc. Forse sai far crescere gli utili; di certo non l'erba. Quindi non pensare; quello limitati a farlo nei feriali. Nei prefestivi, quando dai sfoggio di manualità vagando nel  francobollo di giardino davanti al villino a schiera, non pensare. Ascolta ed Esegui. Poi, quando tutto funzionerà come io ho previsto, se ne hai voglia, cimentati a cercar di capire quello che hai fatto seguendo le mie indicazioni; insomma: 'posteriorizzati la consapevolezza'."Io lo so, ne sono certo che è questo che gli gira in testa in quei momenti.Cazzo, che uomo!Loro sollevano la pelle della fronte e tirano un po' su il mento.Evidenti segnali, nell'ordine, di Consapevolezza della loro Inadeguatezza e di Orgoglio Ferito.Ecco quanto gli trasmettonocon l'inconsapevole linguaggio del loro viso.In questo modo costoro inconsapevolmente esprimono il loro imbarazzo per il fatto che quello, ogni volta, li faccia sentir coglioni.Lui conosce bene quel ricco ed inconsapevole linguaggio della pelle del viso dei suoi clienti.Ormai ascolta solo quello.E queste espressioni inconsapevoli sa che son di sottomissione.Sa che l'altro si è piegato; ora può tornare ad usar l'italiano per essere paterno. "Ora lei se ne torna a casa, me ne svita un pezzo, e me lo porta. Solo così posso darle ciò che le serve."Attimo di assoluto silenzioe poi lui li fissa e sorride, bonario e protettivo.La pelle delle fronti di quei poverelli si riabbassa e si ridistende. Si intuisce che pensano che avrebbero potuto arrivarci da soli, prima di uscir di casa.Lui legge pure questo pensiero sicché, al sorriso, aggiunge un cenno di assenso col capo.Il maschio dominante che è in lui, anche stavolta, ha dimostrato che, se ci si accontenta di secondi posti, lui ne ha davvero parecchi a disposizione.Io, con lui, ho una diversa tecnica.Lo so prendere.Non mi metto al suo livello; sto sotto.Entro, mi inchino e gli bacio l'anello.Lui si compiace di questi miei ossequi.Io lo so, lui è come i metalli; scaldali e diventeranno più malleabili.Lui sa che non mi ha mai dovuto rimandare a casa; sa che vado da lui solo dopo attenta analisi.Mi preparo insomma.Porto domande ma anche possibili risposte.Umili proposte da sottoporre al suo illuminato vaglio.Mi ricambia con bonari accenni al sorriso.Lui è come un goleador. Metri di palloni d'oro a scaffale e decine di letti sfatti con veline che raccolgono, andandosene, l'intimo che lui ha fatto poco prima volar via.Io, ai suoi occhi, son come un bambino che ha un naturale talento.Mi guarda sorridendo mentre smarco avversari e trafiggo portieri nel campetto dell'oratorio.Mi guarda come se gli ricordassi di quando pure lui giocava nei campetti di periferia.Sicché, dopo poco, gli viene istintivo aprire il portellone della sua auto, infilarsi le scarpette per stimolarmi, mostrandomi l'enorme distanza tecnica che c'è tra me e lui.Ma poi, dopo essersi accertato che io abbia ben presente il divario esistente, per non passar da presuntuoso mi insegna. Ricostruisce l'azione nella quale non riuscii a forar la porta e mi fa vedere come avrei dovuto fare.Io lo ammiro, lo ascolto e poi eseguo.Lui sa che bevo le sue parole, sa che lo imiterò alla perfezione e sa che il tutto finirà con un "buona la prima".Anche quel giorno, dopo che io ho atteso con diligenza il mio turno, si è avvicinato a me.Pupille nelle pupille, azzurro nell'azzurroa meno di 20 centimetri, per pochi secondi.Un istrione, con un negozio ad uso Palco.Penso guardi se son bello attento, penso che cerchi, insomma, di capire se son bello reattivo.Non l'ho mai tradito.Do il massimo di me in quei momenti.* * * La prossima?Lui ed io.;-)