Faccio pure Questo

Foglie - Capitolo IX


Qui si parla di una guerra.Si tratta di un fatto epico.Di un solo uomocontro un'orda di 500.000 foglie.Al confronto, l'Iliade,è poca cosa.Di un fatto io sono assolutamente certo: della tua intelligenza.Quindi avrai già capitoche è meglio che clicchi subitosu "Scopri Blog", in alto a destra!Se invece sei appassionata della Battaglie delle Termopili, del Tamburino Sardo,di Epici Racconti, di Eroi e di Scontri Titanici…...allora continua; Scoprirai che so costruirecattedrali fatte di nullasul nulla.Se poi la tua patologia fosse cronica e volessi quindi leggerti il tutto addirittura sin dall'inizio...devi cliccare qui. Ed io mi faccio garanteche non ne vale assoutamente la pena.  * * *Mein BlitzkriegRiassuntino: La guerra la si immagina sulle cartine geografiche.Ma poila si fa sul terreno(del giardino in questo caso).:-) Ne acquistai sei.Per puro orgoglio, lui, me le vendette al costo di dodici sportine del Conad.Come dissi,con me non ci mangia,con me ciba il suo ego.Le stesi facilmente, sul tratto in pendenza,ed attesi.Dopotutto, la "pesca", che altro è se non "attesa".Tutte le mattine uscivo di casa, mi avvicinavo alla mia auto, salivo per andare in ufficio, accendevo il motore eme ne stavo lì alcuni secondifermo a guardarle. Io sapevo dove cercarle, le mie reti; sicché io potevo vederle.Mimetismo perfetto.Ma alle truppe che attendevano il segnale di attacco, le mie reti, erano invisibili. La trappola era tesa.Ed io le attendevo.Loro oscillavano al vento.Appese alla loro madre, non davano l'idea di volerla abbandonare in quei giorni.Ovvio,mica c'era Scirocco. Per me, uscir di casa in quei giorni,era un po' come affacciarsi nel porto di Calais e dare un occhiata alle bianche e britanniche scogliere di Dovernella primavera del quarantaquattro.Radio Londra trasmetteva tutte le sere.Ed io ascoltavo tutti quegli strani messaggi in codice che il Colonnello Harold Stevens inviava alla resistenza a fine trasmissione.Cercavo di intuire la data dello sbarco.Una cosa tuttavia, per me, era certa:non sarebbero arrivate a Caen stavolta.Venne il giorno.Le trasmissioni di Radio Londra iniziavano con la Quinta Sinfonia di Beethoven perché Churchill era fissato.Era fissato che voleva vincere e lo ricordava a tutti con una V fatta con l'indice ed il mediodella sua mano destra.La famosa "V for Victory"sempre presente nelle sue fotografie di quegli anni.  Erano tempi di Onde Medie,di Modulazione di Ampiezzae di Alfabeto Morse. La lettera "V", in questo alfabeto fatto di punti e di linee,  è definita come tre punti seguiti da una linea.I telegrafisti allora trasmettevano un tono, ossia un suono a frequenza fissa, di diversa durata a seconda che si trattasse di inviare un punto o una linea.- punto punto punto linea -I punti erano suoni della durata pochissimi decimi di secondo mentre la linea durava, per convenzione, 3 volte tanto.Quando una "V" veniva spedita nell'aria da un marconista, Questa usciva dall'altoparlante della stazione riceventee si infilava nelle orecchie di chi ascoltava con un suono fatto così: "   TA - TA - TA - TAAA  "Come l'inizio della V Sinfonia di Ludwig van Beethoven.Sol - Sol - Sol - MiQuesto è il "motivo" ed il "motivo" di quella scelta.Pensaci.Gli Inglesi, armati contro i Tedeschi, alleati con i Francesi,per unirsi e darsi forza e coraggio nella loro impresa, cercarono musica.Scelsero Musica di un Tedesco.Che splendida l'Umanità, nelle sue sviste!Quella notte, dopo quelle notee la seguente trasmissione, il colonello Harold Stevens,in arte "Colonnello Buonasera", lesse un messaggio per la resistenza. Io capii che la mattina seguenteme le sarei viste arrivare tutte sul bagnasciuga.Il rito si svolse nel solito modo.Dapprima solo una di loro.Poi, al suo "centro", seguì lo sbarco.Il cielo divenne buio per alcuni minuti.Poi tornò l'azzurro.Eccole tutte là.Sparse dove si depositavano tutti gli anni.E non si erano accorte che giacevano appena sopra la trappola che avevo installato.Era un Mercoledì. Solo Sabato avrei avuto tempo per loro.Per tre giorni mi guardarono ogni santa mattina.Mi osservavano uscire di casa, salire sull'auto, andare e tornare per pranzo e per cena.Nulla sospettavano, nulla feci loro sospettare.Aspettavo il sabato.Quello era il pianoed a quello mi attenni.Ed il Sabato, infine, giunse.Mi feci trovar pronto all'alba.Cielo sereno, temperatura mite.aria un po' mossa.Mi avvicinai alle reti; afferrai della prima il lato a valle e la tirai di poco.Un colpo secco parallelo al suolo.Non avevo pensato a come richiuderle su se stesse; si trattava di far due prove per scoprire il metodo migliore.Con quel lieve strattone cercavo di capire il carattere dell'animale. Non ci fu, in realtà, molto da comprendere.Centro al primo colpo.La parte alta derapò, si alzò, scivolò ed iniziò ad avvolgersi, come un tappeto, su se stessa.Le avevo immaginate intrappolate in una rete a sacco ed invece me le trovai imprigionate in un rotolo; una larghissima rotoballa di foglie che, senza gran fatica, trascinai sulla stradina davanti a casa. Verificai che non si trattasse di un comportamento casuale della prima rete.Sorrisi, l'operazione era facilmente replicabile.Sicché replicai.Con le altre cinque.Cinquecentomila foglie trasformate in sei rotoli,in un battibaleno, senza fatica alcuna.Quando riduci un problema, con una sola mossa, di 5 ordini di grandezza…beh facile andar fieri di se stessi.Con pochissimi Euro mi dotavo di reti; in pochissimi minuti le stendevo ed erano perfettamente mimetiche;dopo la caduta, con pochi semplici strattoni, mi trovavo a disposizione sei enormi siluri da quasi centomila foglie cadauno.Eccole lì, tutte agli arresti,pronte allo smaltimento.Immaginavo quanto potesse esserefiero di me Dio.Dopotutto mettevo in ombra la sua leggerezza nel progettarle,rendendo facile la raccolta.Che dire? Mica avevo solo risolto, in modo magistrale, un mio grande problema e dato pure una mano a Dio a non far figuracce. No.Avevo fatto assai di più.Avevo inventato una nuova tecnologia.Ford non inventò le automobili,capì invece che le automobili andavano costruite in catena.Ideò ed attuò.Stephenson non inventò la caldaia o il motore a vapore,capì invece che, producendo vapore su un carro, forzato tra binari, si potevano evitare i cavalli.Ideò ed attuò.Rivoluzioni. I nomi di quei due, noi ora,li  associamo ad Automobili e Treni.Sono Nomi di chi rivoluzionò il modo di fare una cosa.Di chi rivoluzionò la vita a centinaia di milioni di formichine solo apparentemente eguali a loro.Bene.Io, d'ora in poi, avrei visto associare il  mio nome a quello delle foglie. Tutti dovrebbero raccoglierle così, mi dissi.Ma il Diavolo sta nei dettagli.* * * Lo ripeto ad uso delle distratte;"Io, qui, ci faccio";"mica Ci Sono".La prossima volta,sarà a Berlino. 1945.;-)