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Caro diario,perchè questo è un diario ma tutti si ostinano a chiamarlo blog...boh...che strana gente...Allora diario, come và? Io lo so come và, tu pure quindi stamo apposto.Perchè mai dovrei farti lo sfreGgio di tingerti di nero, o blu, il rosso è per gli errori...Quanti ne ho fatti in tutti questi anni? Manco uno me pare...giusto a scuola, li ne facevo giornalmente, ma sui guaderni, su di te facevo solo qualche disegno, qualche scritta,qualche scaraBbocchio e molto raramente i compiti, che facevo 10 minuti prima che iniziasse l'ora; in 16 anni di avventure scolastiche, si e no saranno state 16 le volte che t'ho utilizzatoper lo scopo per cui sei stato inventato, sia te che i tuoi compagni nello zaino, sempre diverso di anno in anno, tranne negli ultimi che più che zaino eravatedentro un sacchetto,la moda, quella che se oltre al sacchettoportavi anche altro c'era da scannarsi,alle volte si davano alle volte si prendevano, alle volte si lasciava stare, per qualche secondo non di più, fino all'ascolto dell'insignificante frase della paura,li proseguiva, non ne ho mai avuta di niente e di nessuno,pur già conoscendo in anticipo il "finale".Quelle poche volte che ho lasciato andare l'ho fattoper il semplice fatto che ho ritenuto opportuno farlo,per non compromettere quello stato di libertàin cui mi sono sempre mosso. M'accorgo adesso a questo punto, di non essere stato io a scrivere, in realtà pensavo a tutt'altro, e nel pensarci non sò com'è potuto accadereè venuto fuori altro, non sò se fa pe dì...è che come al solito da un'ago tiro fuori tutto il pagliaio,ancora c'è chi si otina a cercarlo dentro al pagliaioquando è al suo interno...basta accendere come si fà con una sigaretta et wualà!Un fuoco di paglia.Nel 1976, ci fù un fatto molto importanteche oggi in gran numero ignorano, ma più che ignorano non sanno,quindi è meglio che tutto rimanga così...che non sappiano...che sò affari loro...

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