Fai la differenza

Attraverso l'addestramento della mente e grazie a uno sforzo costante, possiamo cambiare le nostre percezioni e attitudini mentali. E questo può realmente fare la differenza nelle nostre vite. (Dalai Lama)

Creato da staffailadifferenza il 21/09/2010

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« Presentato Nicola Uccier...

Molto rumore per nulla

Si è tenuto ieri sera nella Sala Splendore il tanto atteso confronto tra l'on. Enrico Fabozzi, consigliere della regione Campania, e l'avv. Domenico Simonelli sulla questione dell'ICI che ha monopolizzato l'attenzione dei cittadini di Villa Literno da due mesi a questa parte.

Le premesse

L'ICI è l'imposta comunale sugli immobili (istituita con il decreto legislativo 504/1992). Ogni cittadino possessore di uno (o più) immobili, terreni agricoli ecc..., eccezion fatta per la casa di abitazione, è tenuto a pagare un'imposta, la cui aliquota è stabilita tramite delibera del Consiglio comunale, sul valore venale del proprio bene. L'entrata in vigore del PUC a Villa Literno ha fatto sì che molti appezzamenti di terra, da semplici terreni agricoli, si trasformassero in terreni edificabili, ottenendo, quindi, una sostanziale rivalutazione di mercato. Per quantificare questa trasformazione, la giunta comunale, tramite delibera, ha assegnato un valore indicativo ai terreni, a seconda della zona del PUC in cui insistono. Questa delibera ha suscitato un ampio dibattito, animato in particolar modo dal PDL locale nella persona dell'avv. Domenico Simonelli che si è fatto promotore di manifesti, iniziative e polemiche che ampia eco hanno avuto nella popolazione, suscitando anche un po’ di disorientamento.

L'iniziativa

Facendosi portavoce della confusione dei cittadini, il gruppo di Generazione Italia - Futuro e Libertà di Villa Literno ha promosso un dibattito in cui le due parti (Amministrazione comunale, rappresentata dall'ex sindaco Enrico Fabozzi, e Domenico Simonelli) potessero incontrarsi e chiarire una volta per tutte la questione. Si impone una considerazione: l'iniziativa di Generazione Italia - Futuro e Libertà ha segnalato un buco politico sul territorio, ovvero l'incapacità dei grandi partiti presenti a Villa Literno di articolare discorsi politici, animare dibattiti, promuovere iniziative che sappiano oltrepassare i rigidi steccati di simpatizzanti e affine "parentume". Il PDL, infatti, si accontenta di vivacchiare anonimamente sugli allori di un brand nazionale (tra l'altro, non è chiaro se lo stesso Simonelli abbia condotto questa battaglia a titolo personale, o sia espressione di una posizione di partito, o se lo stesso PDL si sia semplicemente accodato); Sinistra ecologia e libertà risulta non pervenuto (in stridente contrapposizione con il movimentismo che si registra un po’ dappertutto); IDV, UDC, Partito Socialista, idem; anche il PD (che pure è l'unico partito veramente visibile sul territorio) sembra incapace di declinare la differenza tra l'elaborazione e la maturazione di una proposta politica e l'azione amministrativa (che, tra l'altro, è appannaggio di una coalizione "Amici di Villa Literno", di cui il PD è parte fondamentale, ma pur sempre una parte). La piazza del nostro paese è occupata militarmente dalle sedi dei più svariati partiti politici, ma la vivacità intellettuale, politica e culturale è da encefalogramma piatto.

La posizione di Simonelli

L'avv. Simonelli non si oppone all'aliquota del 6 per mille imposta dal comune, ma alla valutazione dei terreni fatta dalla delibera comunale. Con due argomentazioni: la prima, squisitamente di carattere giuridico, si fonda sulla sentenza di un Tribunale che, prima ancora dell'entrata in vigore del PUC, in merito ad un ricorso di un cittadino di Villa Literno contro l'ente tributario, aveva assegnato ad un terreno in località Crapolla un valore di 30 euro per metro quadro, a fronte dei 130 euro richiesti dall'Ente tributario. Quel terreno, nella delibera del Comune, è valutato 60 euro. Simonelli propone di adottare il valore sancito dalla sentenza e, a cascata, ridurre proporzionalmente il valore dei terreni nelle altre zone del PUC. L'avvocato si è dilungato su particolarità tecniche e giuridiche, senza, però, chiarire se anche la valutazione di 30 euro fatta dal Tribunale fosse antecedente all'entrata in vigore del PUC. Se così fosse, infatti, l'intera argomentazione verrebbe a cadere. La seconda considerazione è, invece, più generale e parte dalla consapevolezza del degrado delle nostre terre (ecoballe, sversamenti tossici ecc…), dalla loro mancata bonifica e dal debito che lo Stato Italiano ha nei confronti di questo territorio. Con due conseguenze: la necessità di annullare la delibera e quella di impegnarsi, in tutte le sedi, nella tutela dei diritti di questa terra nei confronti dello Stato.

La posizione di Fabozzi

L'on. Fabozzi ha articolato i sui interventi su quattro punti fondamentali: in primo luogo, ha rivendicato il traguardo dell'approvazione del PUC che di fatto ha significato per Villa Literno legalità, ma anche possibilità di benessere. La rivalutazione dei terreni, infatti, vuol dire, prima di tutto, più ricchezza e l'approvazione del PUC è strumento per iniziare ad immaginare la crescita economica e lo sviluppo di questo paese. In secondo luogo, ha chiarito che la delibera del Consiglio ha un carattere meramente indicativo, ma nessuna cogenza: spetta al cittadino, aiutato dal proprio commercialista, indicare il valore venale (di mercato) del bene. In terzo luogo, ha indicato alcuni accorgimenti per quelle, poche, situazioni un po’ più critiche (iscrizione al registro dei coltivatori  che, però comporta anche l'apertura di partita IVA e l'assunzione degli annessi oneri fiscali o, come extrema ratio, una variante al piano che declassi nuovamente l'area a terreno agricolo). Infine, si è detto disponibile a cercare, per il prossimo anno, una soluzione per condonare gli importi di quest'anno e ad abbassare l'aliquota al minimo (4 per mille), sfidando l'avv. Simonelli a trovare un perito che possa sottoscrivere le valutazioni al ribasso dei terreni proposte dallo stesso avvocato (visto che ci sono già, allo stato attuale, azioni di compravendita al rialzo rispetto alla valutazione effettuata dal comune).

Conclusioni

L'impressione conclusiva è che sull'ICI si sia alzato un polverone sul niente: le tanto contestate valutazione del Comune, infatti, sono puramente indicative e il cittadino ha diritto di rivolgersi al suo commercialista o perito di fiducia per stimare il prezzo di mercato del bene su cui dovrà pagare l'imposta. Né più, né meno di come si faceva prima. Certo, anche il niente, a volte, partorisce qualcosa e i cittadini, in questo senso, hanno avuto la rassicurazione che il prossimo anno, qualunque sia il vincitore delle elezioni, l'aliquota sarà rivista al ribasso. Dal punto di vista politico, invece, due sono le considerazioni che si impongono: da un lato, la campagna sull'ICI si è rivelata essere un bluff che ha alimentato solo confusione, facendo leva su temi demagogici come la mancanza di risorse, la povertà del territorio, la naturale ritrosia dei cittadini a pagare tasse ed imposte; dall'altro lato, una politica seria non può rinunciare a pensare un paese diverso in cui si possa produrre ricchezza. È vero che il nostro territorio è pieno di problemi: è un dato di fatto che nessuno può mettere in dubbio. Ed è lecito che un cittadino si lamenti per la mancanza di occasioni, di liquidità e di lavoro intervenuta in questa particolare congiuntura di crisi internazionale. Una politica che cavalca questo malcontento senza trasformarlo in progetti che possano offrire opportunità, ricchezza e benessere al paese,però, non solo sconfessa se stessa, ma è sconfitta in partenza. Sarebbe interessante, allora, discutere non tanto su questioni da commercialista, ma su quali idee di sviluppo del territorio i vari partiti hanno maturato (se le hanno maturate…).

Gian Paolo Bortone

 
 
 
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