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Presentato Nicola Ucciero candidato del gruppo Amici di Villa Literno


Il fitto calendario politico di Villa Literno ha conosciuto ieri sera la prima candidatura ufficiale per le comunali della primavera prossima. Non sorprende che a proporla sia stato il gruppo Amici di Villa Literno, espressione dell'attuale maggioranza, essendo di fatto il gruppo che, nonostante i recenti scossoni, risulta essere il più strutturato ed equilibrato. La scelta, frutto di lunghe discussioni, scissioni, ripensamenti (come da tradizione nel centrosinistra nazionale e non), è caduta su Nicola Ucciero. Ad ufficiarlizzarla un parterre formato da Augusto Pedana (presidente del Consiglio comunale), Umberto Pagano (capogruppo consigliare) ed Enrico Fabozzi (ex sindaco e consigliere regionale). Quattro sembrano essere i nuclei tematici intorno ai quali si sono dipanati i vari interventi.1. In primo luogo, tutti gli interventi hanno polemizzato, seppur con accenti diversi, con gli avversari, in particolare con il gruppo degli ex assessori fuoriusciti (che avevano dato vita proprio il giorno prima ad una propria manifestazione autonoma). Ruolo dei giovani, rinnovamento, personalismi sono stati i principali motivi di una polemica che, da un lato, cercava di fare chiarezza nei confronti di un elettorato  che era abituato a vedere i protagonisti uno accanto all'altro e non contrapposti; dall'altro, tentava di ripristinare un dialogo, un ponte con queste forze che avrebbero condiviso anche il nuovo progetto, se non fossero state preda di ambizioni personali e nominalismi incrociati. In questa luce va anche letto lo slogan "Villa Literno prima di tutto". Una classe dirigente ha, cioè, l'imperativo di pensare prima di tutto al bene del paese, anche prima delle eventuali, legittime o meno, velleità personali.2. Da questo punto di vista, uno dei leit motiv è stata la rivendicazione dei successi dell'azione amministrativa, a cominciare dal PUC, passando per le politiche per gli anziani, per il carnevale, per l'apertura di luoghi pubblici di confronto politico e culturale (come la Biblioteca e la Sala Splendore), fino alla progettazione e alla realizzazione di edifici pubblici (le nuove poste, l'isola ecologica ed altri edifici che attendono solo una destinazione d'uso). Due riflessioni si impongono: la riuscita del Carnevale non è attribuibile ad un solo attante, per quanto importante e rilevante dal punto di vista istituzionale, ma va condivisa con tutte quelle persone che, qualsiasi fosse la propria appartenenza politica, all'interno dei rioni hanno collaborato alla realizzazione di un progetto che, soprattutto negli ultimi tempi, si era addirittura fatto più complicato per mancanza di fondi. In secondo luogo bisognerebbe una volta per tutte togliere la maschera di ipocrisia che c'è quando si parla di politica: tutte le formazioni politiche sono frutto di un compromesso che si traduce durante l'esperienza amministrativa in licenze, progetti, lavoratori socialmente utili, servizio civile erogati solo ad una parte del corpo sociale. Non è giusto; è, però, la triste realtà alla quale nessuna forza politica (passata, presente e futura) deroga, anche perché è uno dei modi sul quale si fonda e si costruisce il consenso elettorale. La vera discriminante, allora, sta nella capacità o meno di un'amministrazione di associare a questa politica clientelare, anche l'erogazione di servizi per l'intera comunità. Da questo punto di vista, è innegabile che Villa Literno è cambiata, negli anni dell'amministrazione Fabozzi, in meglio e solo chi è ottusamente di parte può negarlo.3. Enrico Fabozzi ha ricostruito l'iter che ha portato alla candidatura di Nicola Ucciero: l'idea originaria di pescare il suo successore all'interno del gruppo che l'aveva supportato durante l'azione amministrativa era accompagnata da una percezione di maggiore maturità della squadra. Percezione che si è dimostrata sbagliata nel momento in cui ogni possibile candidato è diventato causa di malumori e di scissioni interne. Da qui, l'idea di rivolgersi ad una personalità esterna (secondo lo schema del Papa nero) e che, però, avesse una connotazione politica di alto profilo. Per questo motivo è stato proposto Nicola Ucciero, chiamato alla sfida di tradurre le esperienze politiche maturate fuori da Villa Literno in progetti ed azioni amministrative. La ricostruzione dell'on. Fabozzi, tuttavia, non è del tutto convincente: in primo luogo, tralascia completamente la spinosa questione legata a Tonino Ciliento, e cioè a quel momento in cui, nonostante le prime defezioni, un candidato era stato scelto e poi, di colpo, abbandonato. In secondo luogo, lascia intravvedere una scelta oligarchica, condivisa da pochissimi eletti: non per questo, ovviamente, si tratta di una scelta illegittima (ogni partito si organizza come vuole), ma impone di non derubricare a semplici questioni di interesse personale le contestazioni di metodo mosse dagli ex compagni di strada.4. Il discorso di Nicola Ucciero (visibilmente emozionato), dal punto di vista retorico - argomentativo, è stato da manuale: ha ribaltato, infatti, le due principali accuse e critiche che serpeggiano nel paese, facendone addirittura due punti di forza della sua azione. In primo luogo, a chi contesta la mancanza di democraticità, ha offerto la possibilità ripartire da zero e di costruire insieme, senza veti, il programma di governo, facendo di "Amici di Villa Literno" un luogo aperto a tutti quelli che hanno a cuore il bene del paese prima di tutto, prima delle beghe personali e degli eventuali steccati politici, ideologici e di parte. E a chi maliziosamente insinua che lui è destinato ad essere la marionetta nelle mani di Fabozzi, ha risposto rivendicando di non voler prescindere da quell'eredità e patrimonio amministrativo e politico. Dal punto di vista dei contenuti, ha inoltre anticipato che la sua eventuale azione amministrativa dovrebbe ruotare intorno ai temi dello sviluppo e del lavoro, disegnando uno scenario ad ampio raggio che, partendo dall'approvazione del PUC e dalla sua area di sviluppo che proietta il paese verso il litorale domizio, crea le condizioni di possibilità perché Villa Literno possa diventare uno snodo nevralgico della zona metropolitana di Napoli e del litorale. L'impressione generale è quella di trovarsi di fronte ad un gruppo che ha chiara, quantomeno, la direzione in cui vuole andare, ma che è anche totalmente dipendente (quasi succube) del carisma di Enrico Fabozzi. Solo il tempo potrà dire se quella direzione intravista sarà declinata in un progetto serio e credibile o rimarrà nell'alveo delle buone intenzioni e se il gruppo sarà in grado di maturare e camminare anche da solo.Gian Paolo Bortone