Rieccomi dopo giornate belle, rilassanti, dopo aver respirato l’aria di primavera. Insomma dopo una Pasqua come la descrive J.W. Goethe nel Faust con la sua poesia ‘La Passeggiata di Pasqua’:Ecco fiume e ruscelli già liberi dal ghiaccioal dolce sguardo della primaverache infonde vita; lieta verdeggia la speranzanella valle. Spossato, il vecchio invernosi è appartato in monti inospitali,e di lassù, fuggendo, scaglia soloil brivido impotente della grandine,a raffiche, sul piano verdeggiante.Ma il sole non tollera più il bianco:dappertutto si destano le forme e i desideri,su tutto vuole infondere la vita dei colori,e poiché i prati mancano di fiori,ci mette uomini vestiti a festa.Vóltati, guarda indietroda queste alture verso la città.Dal vano cupo della porta esceun brulicare di gente variopinta.Oggi hanno tutti voglia di sole.Festeggiano la resurrezione del Signore,perché anche loro sono risorti:dalle umide stanze in case basse,dai vincoli del mestiere e degli affari,dall'oppressione dei tetti e dei comignoli,dal pigia pigia delle strade anguste,dalla notte solenne delle chiese,eccoli, tutti escono alla luce.Guarda! Guarda come rapida la follasi frantuma per campi e per giardini,come il fiume trascina in lungo e in largotante allegre imbarcazioni,e come l'ultima, laggiù, si allontanastracarica fino ad affondare.Anche sulla montagna dai viottoli lontanici ammiccano vestiti colorati.Sento già il tumulto del villaggio.Il vero paradiso del popolo è qui,dove piccoli e grandi felici fanno festa;qui io sono, qui posso essere uomo. PS: la foto l’ho scattata oggi: non troppo lontano da Vienna c’è un villaggio famoso per le cicogne che si fermano lì per l’estate e proprio oggi è arrivata la prima cicogna!
Post N° 91
Rieccomi dopo giornate belle, rilassanti, dopo aver respirato l’aria di primavera. Insomma dopo una Pasqua come la descrive J.W. Goethe nel Faust con la sua poesia ‘La Passeggiata di Pasqua’:Ecco fiume e ruscelli già liberi dal ghiaccioal dolce sguardo della primaverache infonde vita; lieta verdeggia la speranzanella valle. Spossato, il vecchio invernosi è appartato in monti inospitali,e di lassù, fuggendo, scaglia soloil brivido impotente della grandine,a raffiche, sul piano verdeggiante.Ma il sole non tollera più il bianco:dappertutto si destano le forme e i desideri,su tutto vuole infondere la vita dei colori,e poiché i prati mancano di fiori,ci mette uomini vestiti a festa.Vóltati, guarda indietroda queste alture verso la città.Dal vano cupo della porta esceun brulicare di gente variopinta.Oggi hanno tutti voglia di sole.Festeggiano la resurrezione del Signore,perché anche loro sono risorti:dalle umide stanze in case basse,dai vincoli del mestiere e degli affari,dall'oppressione dei tetti e dei comignoli,dal pigia pigia delle strade anguste,dalla notte solenne delle chiese,eccoli, tutti escono alla luce.Guarda! Guarda come rapida la follasi frantuma per campi e per giardini,come il fiume trascina in lungo e in largotante allegre imbarcazioni,e come l'ultima, laggiù, si allontanastracarica fino ad affondare.Anche sulla montagna dai viottoli lontanici ammiccano vestiti colorati.Sento già il tumulto del villaggio.Il vero paradiso del popolo è qui,dove piccoli e grandi felici fanno festa;qui io sono, qui posso essere uomo. PS: la foto l’ho scattata oggi: non troppo lontano da Vienna c’è un villaggio famoso per le cicogne che si fermano lì per l’estate e proprio oggi è arrivata la prima cicogna!