La fata di fuoco

Post N° 91


Si accorse della ragazza dopo molto tempo. Se ne stava appoggiata contro lo stipite della porta e lo fissava. Aveva dei grandi occhi, scuri, e sembrava sorpresa. Provò ad alzarsi dal letto, ma la fitta di dolore alla schiena non gli permise che di appoggiarsi un pò più su, sul cuscino.- Finamente sei arrivata...La voce del vecchio era debole, un sussurro, quasi non parlava. Lei rimase sulla soglia.- Mi ero dimenticata di te. Neanche dovrei essere qui.- Non fa niente, io non mi sono dimenticato di te.- Sei uno dei pochi che non mi guarda terrorizzato.- Non mi spaventi più da molto tempo... era da tanto che ti aspettavo...- Vuoi...- Si.Scese un piccolo silenzio fra i due. Il respiro del vecchio era pesante, ma la sua voce, calma e serena. La prima a parlare fu la ragazza.- E' triste morire soli...- E' più doloroso vivere dimenticati... e poi, non solo solo, ci sei tu...- Io non conto, dovresti saperlo. Si è sempre soli, di fronte alla morte. Ma i tuoi parenti potrebbero darti un conforto, l'ultima certezza della vita, prima del buio del nulla. Se vuoi, io posso...- No! I mie parenti... non accettano la morte. Farebbero di tutto per vedermi vivere. a io sono stanco, non ci vedo quasi più, non so più respirare da solo, ed è da tanto tempo che non esco più fuori da questa stanza... Ti prego, so che sai essere pietosa... portami via adesso, non ho nulla da perdere, e il buio non mi spaventa. Non appartengo più alla vita.IL vecchio chiuse gli occhi, sorridendo per l'ultima volta. La ragazza rimase a fissarne il corpo immobilizzato sul lettino d'ospedale. Poi, appena sentì gli schiamazzi di medici e paramedici allertati dalle macchine in crisi della stanza, si allontanò, piano.