La fata di fuoco

Censurare.


...motto molto in voga in quest'ultimo periodo. Dalle cacciate eccelenti all'autocensura degli stessi giornali che approfondiscono poco e nulla le notizie veramente importanti della giornata, molto spesso glissando abilmente sugli scoop reali, quelli, per intenderci, da premio Pulitzer, e si abbandonano sognanti alle annose questioni tipo: Grande Fratello: troppi culi?Ho appena finito di leggere "La scomparsa dei fatti", "Le mille balle blu" e sto attaccando a divorare "Regime" di Marco Travaglio. Forse pochi di voi lo conoscono o ne hanno vagamente sentito parlare, ma Travaglio è quel giornalista che, per intenderci, nel 2001 scrisse il libro "L'odore dei soldi", insieme al deputato dipietrista Elio Veltri, riguardante l'origine misteriosa delle fortune dell'ex presidente del consiglio Berlusconi. Il libro, trovabile ormai solo su E.mule, si poneva una domanda più che leggittima (domanda che si sono posti, tra l'altro, numerosi giornalisti stranieri) e cioè: Cavaliere, dove li ha presi i soldi? Nulla di scandaloso, semplice curiosità da giornalista amante dell'informazione corretta e utile che, mancando una risposta dall'interlocutore, non ha non potuto scrivere ciò che sapeva. Quando venne presentato il libro a Satyricon (la puntata potete trovarla sui video di Google, c'è anke quella non censurata) scatenò un putiferio in rai, causò l'allontanamento di tre persone (tra cui Luttazzi) e provocò un fiorir di citazioni in tribunale. Biagi, Luttazzi, Santoro, Guzzanti, Montanelli... ce n'è per tutti. Ma le reazioni serie?dico: la stampa, a parte pochi sciagurati, anzichè difendere a spada tratta le epurazioni di personaggi scomodi ha preferito tacere o, al più, schierarsi apertamente dalla parte del politico (e, quindi, del "giusto" del periodo). Se fossimo in un paese normale, alla gente sarebbe venuto il voltastomaco. Ci sarebbero state proteste di piazza, auto-oscuramento delle reti, condanne pubbliche al governo. Invece? Silenzio. Una piccola penombra di informazione. Poi, più nulla. Vi invito a leggere Regime di Travaglio. Così potete farvi un'idea da soli. E poi mi sono chiesta: davvero viviamo in un paese di reti imbavagliate? Ho pensato che la risposta poteva essere una sola, anche se un pò fantasiosa: Pensate se un gruppo di persone, liberali, giovani o vecchie, credenti nella libertà di espressione riuscissero ad occupare una rete, a costruire un proprio palinsesto e a renderla commercialmente appetibile. Se si riuscisse a creare una rete televisiva, libera da censure e in grado di raggiungere tutto il territorio nazionale, potremmo contattare i Biagi, i Luttazzi, le Guzzanti, i Fo... gli uomini e le donne con il silenziatore forzato e dargli programmi liberi. Sarebbe bello.