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UN Pò DI MITOLOGIA....

Post n°74 pubblicato il 04 Aprile 2013 da SellySelvaggia
 

 

4 MITI IN UNO : iL MINOTAURO, IL FILO DI ARIANNA,

                               L'EGEO E ICARO

Il minotauro

 

Minosse, re di Creta, pregò Poseidone,il dio del mare,

  di inviargli un toro come simbolo dell'apprezzamento

  degli dei verso di lui in qualità di sovrano,

  promettendo di sacrificarlo in onore del dio.

Poseidone acconsentì e gli mandò un bellissimo e

  possente toro bianco di gran valore.

Vista la bellezza dell'animale, però, Minosse decise

  di tenerlo per le sue mandrie e ne sacrificò un altro.

Poseidone allora,per punirlo, fece innamorare  

   perdutamente Pasifae,moglie di Minosse, del toro stesso.

Nonostante lui fosse un animale e lei una donna,

    ella desiderava ardentemente accoppiarvisi,

    e voleva a tutti i costi soddisfare il proprio desiderio carnale.

Vi riuscì nascondendosi dentro una giovenca di legno

   costruita per lei dall'artista di corte Dedalo.

Dall'unione mostruosa nacque il Minotauro, termine che unisce,

   appunto, il prefisso "minos" (che presso i cretesi significava

   re) con il suffisso "taurus" (che significa toro).

Il Minotauro aveva il corpo umanoide e bipede, ma aveva zoccoli,

   pelliccia bovina, coda e testa di toro.

Era selvaggio e feroce, perché la sua mente era completamente

  dominata dall'istinto animale, avendo la testa, e quindi il cervello,

  di una bestia.

Minosse fece rinchiudere il Minotauro nel Labirinto di Cnosso

   costruito da Dedalo.

Quando Androgeo, figlio di Minosse, morì ucciso da degli ateniesi

   infuriati perché aveva vinto troppo ai loro giochi disonorandoli,

   Minosse decise , per vendicarsi che la città di Atene,

   sottomessa allora a Creta, doveva inviare ogni nove anni

   sette fanciulli e sette fanciulle da offrire in pasto al Minotauro,

   che si cibava di carne umana.

Allora Tèseo, eroe figlio del re ateniese Ègeo, si offrì di far parte

   dei giovani per sconfiggere il Minotauro.

Arianna, figlia di Minosse e Pasifae, si innamorò di lui.

Alla piccola entrata del labirinto Arianna diede a Tèseo il celebre

  "filo d'Arianna", un gomitolo (di filo rosso, realizzato da Dèdalo)

   che gli avrebbe permesso di non perdersi una volta entrato.

Quando Tèseo giunse dinanzi al Minotauro, lo affrontò e lo

   uccise con la spada (secondo altri, attese che si addormentasse

   e poi lo pugnalò, mentre altre versioni riportano come la pelle

   del Minotauro fosse invulnerabile, mentre il corno del minotauro

   perforasse ogni armatura, quindi Teseo usò la sua spada per

   staccare un corno del Minotauro e con questo lo trapassò).

Uscito dal labirinto, Tèseo salpò con Arianna alla volta di Atene,

   montando vele bianche in segno di vittoria.

Più avanti, però, abbandonò la fanciulla dormiente sull'isola

   deserta di Nasso.

Il motivo di tale atto è controverso.

Si dice che l'eroe si fosse invaghito di un'altra o che si sentisse

   in imbarazzo a ritornare in patria con la figlia del nemico,

   oppure che venne intimorito da Dioniso che, in sogno,

   gli intimò di lasciarla là, per poi raggiungerla ancora dormiente

   e farla sua sposa.

Arianna, rimasta sola, iniziò a piangere, finché apparve al suo

   cospetto il dio Dioniso, che per confortarla le donò una

   meravigliosa corona d'oro, opera di Efesto, che venne poi,

   alla sua morte, mutata dal dio in una costellazione splendente:

   la costellazione della Corona.

Poseidone, adirato contro Tèseo, inviò una tempesta che squarciò

   le vele bianche della nave, costringendo l'eroe ateniese a

   sostituirle con quelle nere (però spesso nelle varie versioni

   sua madre Etra aveva avuto un rapporto sessuale con Poseidone,

   quindi in queste versioni anche Poseidone sarebbe padre di

   Teseo e perciò non lo avrebbe mai ostacolato); altre versioni

   raccontano che per l'eccitazione per la vittoria egli si dimenticò

   di issare le vele bianche, oppure gli fu annebbiata la memoria

   dagli dei come punizione per aver abbandonato Arianna.

Infatti a Tèseo, prima di partire, fu raccomandato da suo padre

   Ègeo di portare due gruppi di vele, e di montare al ritorno le vele

   bianche in caso di vittoria, mentre, in caso di sconfitta, egli

   avrebbe dovuto issare quelle nere.

Ègeo, vedendo all'orizzonte le vele nere, credette che suo figlio

   fosse stato divorato dal Minotauro e si gettò disperato in mare,

   che dal suo nome fu poi chiamato mare di Ègeo, cioè Mar Egèo

Dedalo e Icaro

Dedalo viene rinchiuso nel labirinto perché Minosse lo

  ritiene responsabile della "riuscita" di Teseo, fuggito

  dal Labirinto grazie all'espediente del gomitolo che proprio

  Dedalo aveva suggerito. Non ci sono altre fonti

  nell'antichità che collocano Dedalo e Icaro

  imprigionati nel Labirinto.

Per scappare, Dedalo costruì delle ali con delle penne e le

  attaccò ai loro corpi con la cera.

Malgrado gli avvertimenti del padre di non volare troppo

   alto, Icaro si fece prendere dall'ebbrezza del volo e si

   avvicinò troppo al sole (nella mitologia Febo); il calore

   fuse la cera, facendolo cadere nel mare dove morì.

Il padre arrivò sano e salvo in Sicilia dove costruì un

   tempio dedicato ad Apollo, in memoria del figlio.

Il corpo di Icaro non poté essere recuperato, con

   conseguente impossibilità per la sua anima di

   accedere nel regno di Ade.

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