Quel divano comodo abbracciava i miei fianchi, le note di Back to black mi chiedevano attenzione, la ragazza bella ma triste passava davanti al nostro tavolo continuamente, le urla di un ragazzo ubriaco arrivavano dal bagno dove stava cacciando i mostri dell'alcol, alla mia sinistra c'era un abete finto con decorazioni rosse e luci oro, le luci si spegnevano e riaccendevano lentamente. Ad un certo punto mi sono sentita osservata, senza guardarmi intorni mi sono allacciata un bottone della mia camicia, dopo qualche minuto, la stessa sensazione. Mi giro alla mia sinistra e dietro agli scaffali di una libreria vuota vedo gli occhi quasi coperti da un cappellino verde militare, quasi a celare qualcosa. Quelli erano gli occhi di Riccardo. Quando me ne rendo conto, per vigliaccheria distolgo lo sguardo. Ma ancora mi sentivo osservata. Lo guardo ancora, era ancora lì, con gli stessi occhi, quegli occhi che mostravano uno sguardo vuoto, uno sguardo pieno di domande e di tormenti. Chissà se stava pensando a lui? Io credo di sì... Mi sono sentita rapita da quello sguardo, mi ha catturata e non riesco ancora a liberarmene. C'era una tristezza mai vista prima... Era la malinconia tipica di chi con quegli occhi ha visto la vita portarsi via una parte importante di sè. La malinconia di chi in pochi secondi deve rendersi conto che qualcosa nella vita cambierà. La malinconia di chi nonostante avesse fatto tutto per cambiare il destino, aveva visto in faccia il grande fallimento. La malinconia che può darti solo la rude certezza del non ritorno...
...GlIoCcHiDiRiCcArDo...
Quel divano comodo abbracciava i miei fianchi, le note di Back to black mi chiedevano attenzione, la ragazza bella ma triste passava davanti al nostro tavolo continuamente, le urla di un ragazzo ubriaco arrivavano dal bagno dove stava cacciando i mostri dell'alcol, alla mia sinistra c'era un abete finto con decorazioni rosse e luci oro, le luci si spegnevano e riaccendevano lentamente. Ad un certo punto mi sono sentita osservata, senza guardarmi intorni mi sono allacciata un bottone della mia camicia, dopo qualche minuto, la stessa sensazione. Mi giro alla mia sinistra e dietro agli scaffali di una libreria vuota vedo gli occhi quasi coperti da un cappellino verde militare, quasi a celare qualcosa. Quelli erano gli occhi di Riccardo. Quando me ne rendo conto, per vigliaccheria distolgo lo sguardo. Ma ancora mi sentivo osservata. Lo guardo ancora, era ancora lì, con gli stessi occhi, quegli occhi che mostravano uno sguardo vuoto, uno sguardo pieno di domande e di tormenti. Chissà se stava pensando a lui? Io credo di sì... Mi sono sentita rapita da quello sguardo, mi ha catturata e non riesco ancora a liberarmene. C'era una tristezza mai vista prima... Era la malinconia tipica di chi con quegli occhi ha visto la vita portarsi via una parte importante di sè. La malinconia di chi in pochi secondi deve rendersi conto che qualcosa nella vita cambierà. La malinconia di chi nonostante avesse fatto tutto per cambiare il destino, aveva visto in faccia il grande fallimento. La malinconia che può darti solo la rude certezza del non ritorno...