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Il Clima


Una definizione abbastanza generica di clima lo riporta come "insieme delle condizioni atmosferiche di una regione considerate in relazione a lunghi periodi di tempo". Clima, termine con cui in genere si definisce la media delle situazioni meterologiche in una date regione un determinato lasso di tempo. Questa definizione è però ingannevole in quanto alcuni fenomeni che determinano l'evoluzione del clima in certe regioni rappresentano degli estremi meterologiche quindi tendono a scomparire nella media. Il clima è in relazione alla posizione geografica, alla morfologia del territorio e alla circolazione generale dell'atmosfera. Classicamente si usa definire il clima attraverso due variabili principali, l'umidità e la temperatura, e su di esse è basata la classificazione dei diversi climi formulata da W.Koppen attorno al 1900. La moderna scienza del clima e delle sue variazioni richiede al contrario tutta una serie di variabili che sono altrettanto determinanti: la latitudine alla quale iniziano i ghiacci, la nuvolosità  e la sia distribuzione in latitudine e quota, i flussi di calore latente dalla superficie all'atmosfera, il flusso di calore oceanico verso le latitudini, l'ammontare di anidride carbonica in atmosfera l'ammontare di ozono. In questo periodo, anche se la tendenza è vecchia di decenni (e secoli, affondando fino ai tempi dei romani, e oltre), si parla molto del clima, delle sue bizze e dei suoi rivolgimenti. Ancora ricordo come anni fa, quando ancora non vi era certezza (o dovrei dire maggioranza) sul perché di questi fenomeni, si caldeggiava l'idea che il clima, come da definizione, raggruppa tempi ampli e dunque non è relegato alle variazioni del momento. Questo è (almeno in parte) vero, ma come i tempi a venire hanno mostrato, forse le cose sono un po' più "complesse" di quanto si pensasse. Il clima si potrebbe dire sia quasi un essere vivente a se stante, e pennellando una vena polemica aggiungerei che non stia particolarmente bene ora come ora. Ma il clima è molto diverso da ciò che si sperimenta tutti i giorni. Cioè. Appare a tutti chiaro come, nonostante i progressi della tecnica (computer sempre più potenti, metodi sempre più sofisticati, maggiore tempo e risorse), le previsioni del tempo siano migliorate solo di un poco (non parlerò dell'impatto delle aspettative, che possono alterare significativamente quello che si percepisce come risultato). Il clima è un sistema fisico molto complesso, non bizzarro, semmai molto variabile. Se fate cadere una pallina da tennis, sarà relativamente facile stabilire a priori la sua velocità, posizione, altezza di rimbalzo e quant'altro. Questo perché una pallina da tennis è un sistema "semplice" (o meglio, si può descrivere in modo semplice e al contempo relativamente fedele). Il problema del clima invece, è che dipende da un numero sterminato di variabili, e queste possono anche singolarmente influenzare profondamente l'andamento dello stesso. Famosa (e spesso abusata) è l'affermazione di Lorenz "Un battito d'ali di farfalla a Tokyo può provocare un uragano a New York". Questa sta a significare che le dinamiche del clima sono influenzate anche da piccoli cambiamenti. Certo, l'affermazione di Lorenz era un po' volta all'eccesso (ma potrebbe capitare), resta il fatto che i cambiamenti del clima non sono proporzionati alle cause, nel senso che due medesime azioni (all'apparenza uguali) possono dare due esiti completamente differenti. Quanto dunque l'uomo influenzi il clima è una buona domanda. Sarebbe facile dire che sia la causa degli attuali cambiamenti, ma ancora di più sarebbe relegargli una componente trascurabile. La "verità" è che non è possibile stabilire con certezza ed esattezza quanto delle attività antropiche abbiano influenzato il clima. Questo non toglie che limitare l'impatto delle attività umane sul clima sia una buona scelta, dettata, se non dai fatti, per lo meno dalla ragionevolezza. Il clima ha alle spalle miliardi di anni, e noi ne conosciamo direttamente solo una frazione infinitesima della storia. La paleoclimatologia http://en.wikipedia.org/wiki/Paleoclimatology ha mostrato come il clima sia molto più "imprevedibile" di quanto pensassimo (e/o vorremmo). La cinematografia di converso ha esplorato il filone catastrofico con più film, che spesso (a volte a torto) sono stati bollati come allarmisti e del tutto infondati. Il problema principale però è che in un sistema complesso come il clima, non si può negare che possano accadere fenomeni estremi, c'è solo da stabilire in che lasso di tempo si manifesteranno. Ci sono più evidenze che mostrano come il clima nel futuro sarà più caldo alle nostre latitudini, diventeremo una regione tropicale/desertica, e di questi cambiamenti ne risentiranno sia la fauna che la flora. Come opinione personale credo che tali cambiamenti saranno più veloci di quanto non si immagini, e altresì non credo si possa (né sia utile) contrastare tali cambiamenti. Concludo con una interessante frase, che qualche tempo fa ho letto sulla rete L'universo non ha leggi -- ha abitudini, e le abitudini possono mutare.