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Un po' di storia dell'influenza.....

Post n°897 pubblicato il 20 Novembre 2012 da fatamatta_2008
 

Eccoci arrivati alle porte dell'inverno e come tutti gli anni si inizia a parlare di influenza.
Molti per difendersi si vacineranno con i preparati farmaceutici, altri usando preparati omeopatici , alcuni non credendo in nessuno di questi metodi porranno la speranza di evitarla ricorrendo a diete particolari a base di aranciate e indossando caldi indumenti.
Però spesso il famigerato virus influenzale riesce a metterci a letto con  febbre mal di gola e raffreddore.

L'influenza non è mai una affezione da prendere sottogamba , per le complicazioni che può procurare  a persone debilitate o affette da cardiopatie e deficit immunitario.
Certamente a volte l'allarme esagerato  può preoccupare eccessivamente ma neanche da sottovalutare.
Negli anni tra il 1918-1920,  vi fu una pandemia influenzale, che prese il nome di spagnola e grazie alla cattiva informazione dilagò in tutto il mondo provocando una vera ecatombe.


IL FLAGELLO DELLA SPAGNOLA

 Ai primi di febbraio 1918 l'Agenzia di stampa spagnola FABRA aveva trasmesso il seguente comunicato: "Una strana forma di malattia a carattere epidemico è comparsa a Madrid ... l'epidemia è di carattere benigno non essendo risultati casi mortali".
Fu l'inizio della gravissima forma influenzale meglio conosciuta con il nome di "spagnola"
Iniziata  nel 1918  finì nel giugno del 1920 , si stima che morirono nel mondo dai 35 ai 100 milioni di persone.


IL FRONTE ITALIANO (Guerra del 15-18)


Sul fronte italiano la malattia fece la sua comparsa a primavera con una breve epidemia di carattere assai benigno per poi scomparire nel mese di giugno. L'ultima offensiva asburgica sul fronte degli altopiani fu dunque combattuta senza l'assillo del febbrone debilitante. La Spagnola iniziò di nuovo a mietere le sue vittime da luglio in poi raggiungendo l'apice ad ottobre. Questa volta l'affezione, pur se identica a quella primaverile, era caratterizzata da gravi complicazioni polmonari che causavano aggravamenti ed improvvisi decessi. A metà ottobre si arrivò, tra le truppe in linea, addirittura a punte di 3000 nuovi casi giornalieri.

Nella 1ª armata, nell'ultimo quadrimestre del 1918, si ebbero 32.482 casi con 2703 morti. Nella zona di sgombero nord-orientale, dove venivano ricoverati i militari ammalati provenienti dal fronte, dall'ottobre 1918 all'aprile 1919 si ebbero 90.347 casi con 8151 morti (vale a dire un decesso per 11-12 casi di malattia).
Si  ipotizzza che gli italiani colpiti dall'epidemia fossero circa 4,5 milioni su una popolazione di circa 36 milioni di abitanti: una proporzione impressionante.

 Il problema dello sgombero dei malati  fu gravemente ostacolato anche dai casi di malattia che colpivano autisti, personale ferroviario e infermieristico sino al collasso di tutto il sistema dei trasporti poco prima della battaglia di Vittorio Veneto.
Tra gli altopiani ed il Grappa si contarono in tutto 12460 influenzati.

Anche il paese risentì in modo eccezionale della gravità della situazione tanto che, in Europa, l'Italia poté vantare un tasso di mortalità secondo solamente alla Russia. Considerando poi la mortalità in relazione al numero degli abitanti sembra che nessuna nazione europea avesse lamentato tante vittime come l'Italia.

Le regioni più colpite furono quelle meridionali.
In ottobre a Torino i morti arrivavano a 400 al giorno ma non era possibile reperire il problema sui giornali.
Infatti il Capo di Gabinetto, Vittorio Emanuele Orlando, aveva imposto una severa censura. Non solo! Era stato proibito il rintocco funebre delle campane, banditi annunci mortuari, cortei e funerali, allo scopo di non demoralizzare la nazione.


La spagnola in America.

La spagnola arrivò in America, tramite i soldati americani, che erano stati impegnati nella guerra
sul fronte spagnolo.
In America la spagnola uccise il 3,26% dei lavoratori di età compresa tra i 25 e i 45 anni.

Anche il governo americano adottò una strategia volta a rassicurare la popolazione , e a tacere sulla gravità dei fatti , questo produsse la veloce diffusione della malattia e infine del panico.
Il presidente Wilson, quando nel settembre 1918 , la malattia arrivò negli Stati Uniti, non fece mai una dicharazione sulla pericolosità della situazione.

Fu dichiarato che non c'era motivo di allarmarsi e che bastava prendere le opportune precauzioni.
Il Direttore della salute Pubblica di Chicago , affermò che era compito delle autorità tenere lontana la gente dalla paura, perchè il panico uccide più della malattia.

Ogni giorno venivano trasmessi messaggi pubblicitari che incoraggiavano all'uso del  "Vicks Vaporub"  dichiarando che si trattava della vecchia influenza, mascherata con un nome nuovo.

Governo e stampa continuavano in questa campagna di disinformazione, anche se i medici avevano ormai compreso la virulenza della "spagnola"
Nella città di Philadelfia, il direttore dell'Ufficio della Salute Pubblica , dopo innumerevoli morti promise che avrebbe contenuto la malattia prima che un altro civile fosse morto,  dando per scontato che ormai la malattia era in fase decrescente.

Egli fu tragicamente smentito quando nei giorni sucessivi si arrivò a 200 morti giornalieri e quando si giunse a quota 300, ribadì che ormai si era giunti all'apice della pandemia e che le cose sarebbero da quel momento in poi migliorate.
Quando si arrivò a 759 morti in un giorno, gli stessi giornalisti evitarono di interpellarlo.

Purtroppo tutte le città americane avevano scelto lo stesso modus operandi, minimizzare o nascondere la verità;
questo comportamento fece perdere la fiducia nelle istituzioni e fece sì che il terrore si impadronisse della popolazione.

Nelle strade si accumulavano i morti e la gente ormai aveva paura di qualsiasi rapporto gli uni con gli altri , l'assenteismo imperava dappertutto persino medici e infermieri erano ormai rarissimi .

La città di San Francisco fu la sola ad adottare una politica diversa informando la popolazione e dando delle  notizie su come affrontare l'emergenza :  il sindaco, gli imprenditori, i sindacati firmarono tutti un annuncio a lettere cubitali pubblicato sul quotidiano locale " INDOSSARE UNA MASCHERA SALVA LA TUA VITA"
Questo fu un esempio di comunicazione efficace e utile, e la popolazione che ebbe informazioni chiare e precise si comportò  in modo eroico, aiutando la Croce Rossa, nello sgombero dei cadaveri.


Solo se siamo informati in modo chiaro e conosciamo la verità dei fatti possiamo evitare il panico e limitare i danni.
Le vaccinazioni, le cure mediche ci aiuteranno ad affrontare future epidemie, ma alla base di tutto debbono esserci da parte delle Autorità chiarezza, competenza e rispetto della verità.

 
 
 
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